Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Manfredi, Presidente
Onorevoli colleghi! La morte dal dicembre ad oggi ci ha rapito i senatori Pellegrini, Alfazio, Vacchelli, Buscemi, Palumbo e Tarditi.
Il 2 di questo spirante febbraio Giovanni Alfazio si spense in Poirino Torinese, ove era nato il 3 agosto 1838. In Torino prese laurea di giurisprudenza; entrò agli impieghi nell'amministrazione dell'Interno; passò per gli uffici delle prefetture; ne adempì di pubblica sicurezza in città primarie; meritò nel 1891 la reggenza della prefettura di Benevento; e nello stesso anno la prefettura di Reggio Emilia. Prefetto di Cuneo nel 1893; di Forlì nel 1894; dal 4 aprile 1896 [sic] il Ministero lo tenne a reggere la Direzione generale della pubblica sicurezza sino al giugno 1898. Mandato a Parma prefetto; di là, nelle difficili circostanze del dicembre 1899, passò a Milano, ove nove anni soddisfece. Meritò in ogni ufficio; rese importanti servizi in ogni carica; fu elevato al Senato il 4 marzo 1904 e qui degnamente venne accolto. (Bene). [...]
MORRA DI LAVRIANO. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MORRA DI LAVRIANO. Antico deputato di quella parte del Piemonte di cui era il senatore Alfazio, mi unisco alle nobili parole dette sul conto suo dal nostro illustre Presidente. Avendo avuto occasione di apprezzare il compianto senatore molti anni or sono, molto mi compiacqui vedendo che mediante l'opera sua solerte e intelligente, trovò la via per arrivare al sommo della carriera prefettizia, dirigendo egregiamente per molti anni la prefettura di Milano che certamente è una di quelle che più esigono tatto, carattere e lavoro indefesso.
Mi unisco dunque alle nobili parole del Presidente e lo prego di voler far giungere le condoglianze del Senato alla città di Poirino, che gli diede i natali, ed alla sua famiglia. [...]
GIOLITTI, presidente del Consiglio, ministro dell'interno. (Segni di vivissima attenzione). Purtroppo in così breve periodo di sospensione dei lavori, questa alta Assemblea ha avuto delle perdite altamente dolorose ad essa e al paese. [...]
Mi consenta il Senato una parola all'indirizzo di quegli altri membri dei quali questa Assemblea ha deplorato la perdita.
Il senatore Alfazio lo ricordo sui banchi dell'Università di Torino. Egli ha percorso poi tutti i gradi della carriera amministrativa e ha reso altri servizi come direttore generale della pubblica sicurezza e come prefetto di Milano, in momenti difficilissimi. Vada alla sua desolata famiglia il saluto dell'antico condiscepolo, che sa in questo di essere interprete del sentimento di tutti i suoi colleghi. (Benissimo).
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 28 febbraio 1913.
|