Tommaso Tittoni, Presidente
"PRESIDENTE. Onorevoli senatori,
Rivolgiamo ora un saluto reverente agli amati colleghi perduti durante la lunga sosta delle nostre sedute.
Il 1° ottobre è stato un giorno di lutto gravissimo per Fiume e per l'Italia: Antonio Grossich non è più; un nobile cuore, che per tanti anni battè di ansia e di amore per l'Italia, si è arrestato per sempre. Nato il 7 giugno 1849 a Draguccio di Pinguente in Istria, di antica cospicua famiglia, studiò legge a Graz e poi, spinto da grande passione per la medicina, si iscrisse alla facoltà medica di Vienna, conseguendovi la laurea. Dopo essere stato per qualche anno medico condotto a Castua, si trasferì nel 1879 a Fiume e nel 1886 divenne medico primario in quell'ospedale. Ma se il nome suo merita di essere ricordato, e lo sarà per sempre, per la mirabile scoperta della sterilizzazione nelle operazioni e nelle ferite mediante la pennellazione iodica, scoperta che ha salvato e salverà in pace ed in guerra innumerevoli vite, noi qui lo piangiamo sopratutto [sic] come grande patriota. Divenuto cittadino fiumano nel periodo in cui cominciava a manifestarsi la politica di snazionalizzazione contro la italianissima città del Quarnaro, e quindi a sorgere e consolidarsi il partito irredentista fiumano, questo trovò ben presto in lui il suo capo naturale. Antonio Grossich, ch'era circondato dall'universale stima e simpatia non solo per la sua valentìa scientifica, ma anche per la sua bontà d'animo, per le sue doti di letterato e di oratore, divenne ben presto il capo riconosciuto e seguito dell'elemento italiano della città; egli iniziò allora un vero apostolato d'italianità e per lunghi anni dal modesto seggio di consigliere comunale e poi, in tempi difficilissimi, al momento della nostra entrata in guerra, da quello di vice-Presidente, combattè coraggiosamente, tenacemente, battaglie memorabili in difesa delle libertà cittadine conculcate dai luogotenenti ungheresi; il che, appena scoppiata la guerra e sciolto il Consiglio comunale, gli valse il confinamento a Vienna. Ma quando sotto il peso della disfatta inflittale a Vittorio Veneto la duplice monarchia crollò, Antonio Grossich fu acclamato Presidente di quel Consiglio nazionale che il 30 ottobre 1918, interpretando la volontà plebiscitaria della cittadinanza, proclamava l'annessione di Fiume all'Italia. Allora purtroppo l'ardente voto non potè adempiersi, e cominciò per la nobile città un triste periodo di ansie, di sacrifici e di lotte combattute per l'Italia, che Antonio Grossich con parola fremente di amor patrio rievocava in quest'aula il 9 giugno 1923, allorché riconfermava l'incrollabile decisione della città olocausta di essere annessa all'Italia. Durante la lunga e sanguinosa ed aspra vigilia, Antonio Grossich fu l'anima della causa nazionale e ben meritò di essere chiamato "Padre della Patria". Coll'annessione, alfine proclamata mercé la costanza, la saggezza e l'ardire del Governo nazionale, Antonio Grossich vide coronata la sua opera, premiate e raggiunte quelle sante aspirazioni che avevano guidato tutta la sua vita. Nella tornata del 25 giugno 1921 egli poteva, esultante, celebrare la salvezza di Fiume alfine congiunta all'Italia e vaticinare le nuove fortune della più grande patria.
Il 19 aprile 1923 a riconoscimento delle sue alte benemerenze patriottiche, egli fu nominato senatore e lo vedemmo assiduo ai nostro lavori.
Antonio Grossich ha avuto sempre un solo ideale, un solo pensiero: l'Italia. Ben merita che tutti gli italiani lo piangano. Vada al suo spirito eletto il nostro mesto saluto, alla nobile città del Quarnaro, alla famiglia desolata vadano le nostre più commosse condoglianze. (Benissimo).
FEDELE, ministro della pubblica istruzione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FEDELE, ministro della pubblica istruzione. In nome del Governo, mi associo alle parole di cordoglio dette dal Presidente dell'Assemblea per la perdita dei senatori che egli ha commemorato. Ciascuno di essi nei vari campi ove svolse la propria opera, o in quello della scienza e delle lettere, come i senatori [...] o nel campo dell'attività pratica ed amministrativa come i senatori [...] o nel campo della politica come i senatori [...] e Grossich, glorioso vindice dell'italianità di Fiume e del suo diritto di ricongiungersi alla madre Patria, fu benemerito della nazione. Il Governo nazionale, interprete del sentimento di riconoscenza del popolo italiano, si inchina alla loro memoria (Approvazioni)".
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 16 novembre 1926.
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