Atti Parlamentari - Commemorazione
Pietro Blaserna, Vicepresidente
Prima di togliere la seduta, adempio al triste dovere di comunicare il seguente telegramma: "Dolente comunico V.E. oggi ore 14 deceduto nella sua villa a Montignoso illustre senatore Gian Battista Giorgini, genero Alessandro Manzoni, relatore legge unificazione Italia. Il prefetto: Ferrari".
Il nome di Giorgini è così grande che non ha bisogno di commemorazione. Io ho voluto comunicare subito questo telegramma, perché tutti voi conoscete l'importanza dell'uomo e la parte gloriosa da lui avuta nel nostro risorgimento.
Amico di Cavour, amico di Massimo d'Azeglio, genero di Manzoni, amico di Gino Capponi e di Ricasoli, egli è stato e prima del 1859 e dopo, in tutto il movimento italiano, uno dei fattori principali della nostra unità.
Di più egli ha avuto anche l'alto onore, come dice il dispaccio, di essere il relatore della legge che proclamò l'unità d'Italia. Questi sono tali titoli che non hanno bisogno che io aggiunga altro e vi domando soltanto l'autorizzazione di poter esprimere il lutto del Senato alla famiglia ed al prefetto il quale ci ha comunicato la grave perdita. (Approvazioni unanimi).
PIERANTONI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PIERANTONI. Volevo ricordare la relazione scritta dal Giorgini sulla legge che sanzionò l’unità d’Italia; ma, avendolo fatto già l’onorevole Presidente, mi limiterò a ricordare che a 90 anni e cieco, il Giorgini continuava gli studi di letteratura, specialmente sopra le odi di Orazione, e che non ha mai lasciato un momento per augurare bene alla patria. È da sperare che sifatti uomini sieno imitati dalla gioventù. (Approvazioni).
GIOLITTI, presidente del Consiglio, ministro dell’interno. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIOLITTI, presidente del Consiglio, ministro dell’interno. Il Senato comprenderà la parte che il Governo prende al suo dolore per la perdita di un uomo così illustre, come il senatore Giorgini, il cui nome ricorda uno dei più bei momenti della nostra storia, l’unificazione della patria nostra.
Mi permetta ancora il Senato di ricordare che il Giorgini al tempo di Quintino Sella ebbe anche parte importantissima nelle vicende del nostro paese, parte che quantunque disgraziatamente non abbastanza conosciuta, dimostra la mente elevata di lui, e la facilità con la quale egli riusciva ad impadronirsi anche delle questioni più difficili, che erano rimaste sempre estranee ai suoi studi.
A nome del Governo mando un mesto saluto alla sua memoria e le condoglianze alla sua famiglia desolata. (Approvazioni vivissime e generali).
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 18 marzo 1908.
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