Atti Parlamentari - Commemorazione
Luigi Federzoni, Presidente
Numerose e gravi perdite hanno dolorosamente tolto all'Assemblea, durante la lunga interruzione dei suoi lavori, molti uomini che l'onoravano con la sapienza politica, col prestigio della cultura e con la devozione alla patria. Ricordare i loro nomi e le loro benemerenze, non è, per noi, ossequio a una consuetudine formale, bensì debito di affettuosa riconoscenza.
Taluni dei colleghi scomparsi trovarono in quest'Aula degno compimento di lunghe e fortunose carriere parlamentari. [...]
Patriota magnanimo, Roberto Ghiglianovich meritò di essere paragonato a qualcuno degli uomini del risorgimento. Nel suo grande spirito la coscienza dell'italianità era divenuta sostanza di eroismo. Le insidie e le sopraffazioni del partito slavo, sobillato e favorito dal Governo oppressore, avevan violentata l'anima latina e veneta della Dalmazia, mutandone volto e linguaggio. Roberto Ghiglianovich fu l'organizzatore della resistenza nazionale nella sua indomita Zara; fu durante un ventennio il capo riconosciuto dell'irredentismo dalmatico, guidandone con somma saggezza, attraverso pericoli e difficoltà incomparabili, la politica che doveva preservare l'italianità di quella terra dalla minaccia della totale soppressione in attesa dell'ora delle rivendicazioni supreme. Allorché quell'ora suonò, egli accorse in Italia, per farsi propagandista dell'intervento, soldato nella guerra, difensore delle nostre aspirazioni adriatiche in ogni più ardua circostanza, prima, durante e dopo il conflitto mondiale. Neanche la pace, infatti, doveva acquetare l'angoscia dei sublimi italiani di Dalmazia. Ecco, a guerra finita, Ghiglianovich coi suoi maggiori conterranei traversare stanco ma disperatamente fedele l'Oceano, per propugnare ancora una volta, dinanzi all'opinione americana, i contrastati diritti della sua, della nostra stirpe. Tutto fu invano. La fibra di Roberto Ghiglianovich, come quella di Ercolano Salvi, come quella di Luigi Ziliotto, si spezzò nella terribile prova. Da allora egli sopravvisse a se stesso, lentamente morendo un poco ogni giorno del proprio santo dolore.
Alla memoria di coloro che la morte ci ha rapiti rivolgiamo, onorevoli colleghi, il nostro pensiero di mesto e reverente rimpianto.
MUSSOLINI, capo del Governo, primo ministro. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MUSSOLINI, capo del Governo, primo ministro. Il Governo si associa alle nobili parole commemorative pronunciate dal Presidente dell'Assemblea.
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 9 dicembre 1930.
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