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Senato della Repubblica
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GATTINI Giuseppe

  







   Indice dell'Attività Parlamentare   


.:: Dati anagrafici ::.

Data di nascita:07/22/1843
Luogo di nascita:MATERA
Data del decesso:21/11/1917
Luogo di decesso:MATERA
Padre:Francesco
Madre:CARCANO Nicolassa
Nobile al momento della nomina:Si
Nobile ereditarioSi
Titoli nobiliariConte di Castel Timmari
Coniuge:AMATI Carolina, dei marchesi di ROCCASECCA
Figli: Francesco, Maria coniugata GIUDICEPIETRO, Laura, Teresa, Nicola, nonno della dottoressa Giovannella Gattini, Pio, Anna, Maria Rosaria
Fratelli:Eugenia coniugata GUERRITORE, Michele, Maria coniugata MASTROSERIO, Silvestro
Parenti:AMATI Giuseppe, marchese di ROCCASECCA, suocero
GATTINI Giuseppe, avo paterno
Luogo di residenza:MATERA
Titoli di studio:Diploma in studi umanistici
Presso:Collegio dei Padri Scolopi di Napoli
Professione:Possidente
Cariche politico - amministrative:Sindaco di Matera (1877-1880)
Cariche amministrative:Consigliere provinciale di Matera
Cariche e titoli: Presidente del Comizio agrario provinciale di Matera

.:: Nomina a senatore ::.

Proponente:Lacava Pietros.d.
Jacini Stefano Deputatos.d.
Nomina:12/04/1890
Categoria:21 Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria
Relatore:Salvatore Majorana Calatabiano
Convalida:15/12/1890
Giuramento:10/12/1890
Annotazioni:Giuramento prestato prima della convalida, in seduta reale d’inaugurazione di sessione parlamentare
.:: Onorificenze ::.

Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia


.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::.

Atti Parlamentari - Commemorazione
    Giuseppe Manfredi, Presidente

    Onorevoli colleghi! [...]
    In Matera il 21 novembre morì il senatore Giuseppe Gattini, che vi era nato il 22 luglio 1843 di nobile e ricca famiglia. L'ingegno istruì variamente; ma l'amor suo portò all'agricoltura che favorì scientificamente ne' vasti suoi possessi meritando nelle esposizioni medaglie e diplomi. Fece il bene del Comune e della Provincia; e sindaco di Matera. Consigliere provinciale di Potenza, lasciò grate quelle amministrazioni della sua opera zelante. L'agronomo sapiente fu anche lo storico erudito della Basilicata. Membro di società storiche ed araldiche, pubblicò la storia della sua città nativa; note storiche su Matera e biografie di conterranei illustri; oltre diversi opuscoli genealogici e biografici.
    Nominato senatore il 4 dicembre 1890 non poté darci frequente la sua presenza, ma è stato nel nostro affetto e rimane nel nostro ricordo. (Bene). [...]
    RIDOLA. Domando di parlare.
    PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
    RIDOLA. Alle belle parole del nostro illustre Presidente in memoria di Giuseppe Gattini, riguardandolo dai punti di vista più salienti, sento il dovere di aggiungere poche cose, che lo rivelino nel suo carattere, nelle sue abitudini, nella sua vita cittadina e famigliare.
    Per sua elezione, e per necessità di cose, il Gattini compendiò e chiuse la sua vita nella penombra di una città di provincia.
    Non tutte le stelle sono visibili all’occhio umano. Non tutti i metalli preziosi affiorano, in grossi filoni, sulla terra. Come nel corpo umano, così nell’organismo sociale vi sono organi latenti, chiusi in se stessi, giudicati persino inutili, che poi alla luce della scienza si rivelano utili, necessarii perché in silenzio compiono funzioni meravigliose, senza le quali la vita non può durare. Tale fu l’opera assidua del mio concittadino ed amico.
    Egli fu nobile di provata antichissima nobiltà e non ne menò vanto mai, ma a questa nobiltà di sangue accoppiò una nobiltà più invidiata e più degna, la nobiltà della vita e delle azioni.
    Fu di carattere mite e costante. Non ambì la gloria crudele degli eroi sterminatori di uomini e di cose nelle battaglie conquistatrici. Gli sarebbe stato assai facile, ma non lo sedusse la vanità di esser caro alla folla, che esalta oggi ed inabissa domani il proprio idolo, con la facilità spensierata e chiassosa del fanciullo, che adora per poco il suo giocattolo favorito e poi lo spezza.
    Egli si chiuse in più breve campo e volle essere modesto, laborioso, rettilineo, fermo ma benevolo e cortese con tutti e fu tale sempre nelle sue qualità di conte, cittadino, consigliere comunale e provinciale, sindaco e senatore.
    Non so dire con quanta cura paziente e con quale dispendio egli seppe raccogliere le opere e le memorie biografiche di coloro che avevano illustrato la sua città natale e riprodurre in altrettanti quadri i ritratti.
    Non menò vanto delle medaglie e dei diplomi guadagnati in tante esposizioni di prodotti agricoli a Portici, Napoli, Torino, Londra, ecc. Né montò in superbia per la splendida accoglienza fatta alle sue preziose ”Note storiche sulla città di Matera, di cui si accingeva a fare una seconda edizione ampliandola di nuovi documenti da lui raccolti. Né fu orgoglioso per il plauso e le lodi che gli vennero da ogni parte ad ogni nuova pubblicazione delle tante svariate monografie sopra argomenti d’indole differente. Basta citarne qualcuna, p.e. quella sulla monumentale cattedrale di Matera, sulle razze dei cavalli del Regno di Napoli, e il preziosissimo Saggio di biblioteca basilicatese e molte altre tutte pregevoli.
    Nel conversare pareva una miniera inesausta di conoscenze d’ogni genere. Era una festa dell’intelletto il discorrere con lui di storia, di araldica, di numismatica, di pittura, nella quale ultima egli stesso era un valore. Ebbe l’anima dello scienziato e dell’artista e dai suoi trionfi non trasse che maggiore incitamento al lavoro. Le primissime ore del mattino lo trovavano desto e al suo tavolo di studio in mezzo ai suoi libri, alle sue carte, ai suoi documenti.
    Sopportò con animo sereno e virile anche le sciagure che si abbatterono sulla sua casa.
    Ahimé tanto tesoro di operosità fattiva era chiusa, come in una parentesi, da due date dolorosissime. Il padre suo morì vittima della reazione borbonica nel 1860. L’ultimo dei suoi figli, andato soldato in servizio della patria, vi contrasse una feroce malattia che inesorabilmente lo portò al sepolcro, precedendo di poco il padre suo dilettissimo.
    Fu marito e padre esemplare ed ebbe in cima dei suoi pensieri l’educare i suoi figli alla virtù, al sapere ed all’arte e ciò fece con il suo esempio, con la parola e l’opera sua.
    Oggi la sua famiglia desolata si aggira nelle stanze deserte e per lunga consuetudine, rivede ancora quell’ombra adorata e ripete a buon diritto le parole di Amleto dopo l’apparizione dello spettro paterno:
    Egli fu tale che a giudicarlo sotto tutti gli aspetti, non vedrò mai chi lo eguagli.
    Propongo che vada a quella famiglia ed alla alta città di Matera un telegramma che dica quanta parte prende il Senato al dolore per la sua perdita, (Approvazioni).

    Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 13 dicembre 1917.

Note:[Meriti patriottici]: Francesco Gattini, padre di Giuseppe, fu trucidato a Matera nel periodo dei moti garibaldini

Attività 1084_Gattini_IndiciAP.pdf