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Senato della Repubblica
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DI BAUCINA (LICATA) Biagio

  
  


    .:: Dati anagrafici ::.

Data di nascita:06/29/1834
Luogo di nascita:FAVARA (Agrigento)
Data del decesso:14/08/1893
Luogo di decesso:PALERMO
Padre:Antonio
Madre:LA LOMIA Teresa
Nobile al momento della nomina:Si
Nobile ereditarioSi
Titoli nobiliariPrincipe di Baucina, titolo riconosciuto nel 1868 e nel 1891
Marchese di Montemaggiore con Biscardo
Conte di Isnello
Barone di Aspromonte
Titoli riconosciuti con decreto del 1889. Con deliberazione della Consulta araldica del 15 dicembre 1872 assunse i titoli nobiliari della moglie maritali nomine.
Coniuge:TERMINE Francesca Maria Anna, principessa
Figli: Antonio, che sposò FARDELLA Giulia, padre di Biagio, nipote;
Giovanni
Oliviero
Rodrigo
Teresa
Professione:Possidente

    .:: Nomina a senatore ::.

Nomina:10/27/1890
Categoria:03 I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio
Relatore:Salvatore Majorana Calatabiano
Convalida:13/12/1890
Giuramento:10/12/1890
Annotazioni:Giuramento prestato prima della convalida, in seduta reale d’inaugurazione di sessione parlamentare


    .:: Camera dei deputati ::.

Legislatura
Collegio
Data elezione
Gruppo
Annotazioni
XIII
Caccamo
4-3-1877*
Destra, poi Sinistra
Ballottaggio l'11 marzo 1877. Elezioni in corso di legislatura
XIV
Caccamo
16-5-1880
Sinistra
XV
Termini Imerese (Palermo III)
29-10-1882
Sinistra
XVI
Termini Imerese (Palermo III)
23-5-1886
Sinistra


    .:: Atti parlamentari - Commemorazione ::.

Atti Parlamentari - Commemorazione
      Domenico Farini, Presidente

      Signori senatori! Pietosa consuetudine vuole che noi mestamente volgiamo il primo pensiero ai nostri trapassati.
      Dico adunque che dappoi il nove di agosto morirono i senatori Di Baucina, Visone, Cusa, Plezza, Muratori, Brunet, Scacchi, Martinelli, Di Calabiana, Guala, Minich.
      Nel mattino del 14 agosto veniva meno all'improvviso in Palermo il senatore Biagio Licata, principe di Baucina.
      Nato in Favara (Girgenti) il giugno 1834; seguì le orme delle più illustri casate siciliane, che ai pubblici negozi sospinte da intenso amore del bene, nelle fortune e nei rovesci della patria, sempre furono delle libere franchigie la maggiore difesa.
      Fiore di gentilezza cogli amici, modello di cortesia con ognuno, tutti e in questa e nell'altra Camera pregiarono il gentiluomo affabile e buono. Qui sedendo da meno di tre anni, quantunque diligente fosse, non ancora aveva avuta occasione di trattare qualcuno degli argomenti che nell'altra Camera, ove fu deputato di Caccamo e di Palermo, ne avevano più spesso suscitata la parola, durante le quattro legislature in che vi appartenne (13ª-16ª).
      In Palermo, il sontuoso palazzo nel quale aveva, con occhio sagace, a gran presso raccolto ricca suppellettile, tesori d'arte, oggetti rari ed antichi, era aperto a' geniali convegni, nei quali non si sapeva se più ammirare l'ospitale splendore, o il tratto signorile dell'ospite.
      Generoso d'indole, soccorrevole, cercò ed ebbe, per il confidente affetto dei concittadini, le legittime soddisfazioni dovute a chi locato al vertice della società, di tutta sente e sa i bisogni e con cuore largo li favorisce. La fiducia più volte riscossa per gli uffici politici od amministrativi era il suo orgoglio.
      Padre amorevole, cittadino autorevole egli lasciò dopo di sé rimpianto amaro, affetti perenni. Il Senato partecipò al lutto della sua famiglia, della città sua col maggiore cordoglio. (Bene). [...]
      PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il senatore Sprovieri Francesco.
      SPROVIERI F. Non intendo di fare un discorso riguardo all’amico senatore testé morto, principe di Baucina, ma semplicemente di ricordare che egli aveva spirito patriottico e cortesi maniere. Lo conobbi a Torino in tempi difficili nel 1853-54, e da questo banco ove io sedeva vicino a lui, mando un contributo d’affetto alla sua memoria ed alla sua famiglia, pregando il Senato ed il signor Presidente ci si inviino condoglianze alla famiglia. [...]
      Completando la mia proposta, propongo che a tutte le famiglie dei colleghi defunti ed a quella del ministro Genala si inviino le condoglianze del Senato.
      GIOLITTI, presidente del Consiglio. Domando la parola.
      PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
      GIOLITTI, presidente del Consiglio. Il ricordo, fatto dall’illustre Presidente del Senato, dei meriti patriottici, della sapienza e dei servigi resi allo Stato nella scienze e nell’amministrazione dai senatori recentemente defunti, dimostra quanta somma e quanto valore di patriottismo e di scienza sia andata perduta per lo Stato. [...]
      PRESIDENTE. Se nessun altro chieded i parlare, pongo ai voti la proposta fatta dal senatore Sprovieri Francesco nella quale è compresa anche quella del senatore Bartoli, che cioè il Senato voglia esprimere le sue condoglianze alle famiglie dei senatori defunti, dei quali ho tessuto l’elogio.
      Chi approva questa proposta voglia alzarsi.
      (Approvato).

      Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 23 novembre 1893.


Attività 0833_Di_Baucina_Licata_IndiciAP.pdf