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.:: Dati anagrafici ::. |
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Data di nascita: | 01/16/1870 |
Luogo di nascita: | NOVARA |
Data del decesso: | 17/03/1962 |
Luogo di decesso: | MILANO |
Padre: | Vittorio, senatore (vedi scheda) |
Madre: | ROISSARD DE BELLET Maria Bianca Pietrina |
Nobile al momento della nomina: | Si |
Nobile ereditario | Si |
Titoli nobiliari | Nobile dei conti |
Coniuge: | POGGI Ida |
Figli: | Vittorio
Lucia |
Fratelli: | Matilde
Giovanni Antonio, amministratore pubblico in provincia di Alessandria, che sposò Maria Beatrice Saula Comolli ed era padre di Vittoria
Enrico, padre di Clara
Clementina, che sposò Alberto di Saint Pierre di Neubourg
Angelica, che sposò Alberto Peano |
Luogo di residenza: | ROMA |
Indirizzo: | Via Mercadante, 14 |
Titoli di studio: | Scuola militare |
Scuole militari: | Collegio militare di Milano (1° ottobre 1883)
Scuola militare (30 settembre 1886) |
Professione: | Militare di carriera (Esercito) |
Carriera: | Ispettore delle truppe alpine (3 aprile 1926-24 febbraio 1928)
Generale di corpo d'armata (23 febbraio 1928)
Incaricato delle funzioni di Ispettore delle truppe alpine (24 febbraio 1928)
Membro del Consiglio dell'esercito (11 ottobre 1933) |
Cariche e titoli: | Presidente dell'Unione nazionale ufficiali in congedo d'Italia UNUCI
Presidente della Federazione nazionale degli arditi |
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.:: Nomina a senatore ::. |
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Nomina: | 10/30/1933 |
Categoria: | 14 | Gli ufficiali generali di terra e di mare. Tuttavia i maggiori generali e i Contrammiragli dovranno avere da cinque anni quel grado in attività |
Relatore: | Cesare Maria De Vecchi di Val Cismon |
Convalida: | 12/12/1933 |
Giuramento: | 13/12/1933 |
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.:: Onorificenze ::. |
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Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia 4 giugno 1914
Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia 30 dicembre 1917
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia 13 settembre 1918
Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia 28 dicembre 1924
Gran cordone dell'Ordine della Corona d'Italia 25 ottobre 1931
Cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 9 gennaio 1917
Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 8 agosto 1920
Commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 1° giugno 1930
Grande ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 15 gennaio 1933
Gran cordone dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 17 gennaio 1935
Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia 17 maggio 1919 e 4 marzo 1921 |
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.:: Servizi bellici ::. |
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Periodo: | 1911-1912 guerra italo-turca
1915-1918 I guerra mondiale | |
Arma: | Esercito |
Decorazioni: | Croce d'oro per anzianità di servizio; Medaglia commemorativa della guerra italo-turca; Medaglia di bronzo al valore militare (3); Distintivo d'onore (2); Medaglia commemorativa della guerra 1915-1918; Medaglia interalleata della Vittoria; Medaglia a ricordo dell'Unità d'Italia; Croce al merito di guerra; Medaglia mauriziana al merito militare di dieci lustri | |
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.:: Senato del Regno ::. |
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Commissioni: | Membro della Commissione delle Forze armate (17 aprile 1939-5 agosto 1943)
Membro della Commissione per il giudizio dell'Alta Corte di Giustizia (17 aprile 1939-5 agosto 1943) |
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.:: Alta Corte di Giustizia per le Sanzioni contro il Fascismo (ACGSF) ::. |
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Deferimento: | 07/08/1944 | | |
Gruppo di imputazione: | 6° | | "Senatori ritenuti responsabili di aver mantenuto il fascismo e resa possibile la guerra sia coi loro voti, sia con azioni individuali, tra cui la propaganda esercitata fuori e dentro il Senato" |
Provvedimento: | Ordinanza di rigetto della richiesta di decadenza | Data: | 05/12/1944 |
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.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::. |
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ENNIO ZELIOLI LANZINI, Vicepresidente
[…]
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il senatore Cadorna. Ne ha facoltà.
Cadorna. Onorevole Presidente, onorevoli senatori, sabato 17 si è spento serenamente all’età di 92 anni il generale designato di Armata Ottavio Zoppi, senatore del Regno. Apparteneva ad antica casata piemontese, figlio del senatore Vittorio, padre dell’ambasciatore Vittorio attualmente rappresentante dell’Italia presso le Nazioni Unite.
Egli è stato uno degli ultimi ad abbandonarci fra i capi di rilievo del primo conflitto mondiale.
L’Associazione nazionale del Fante, nel dare l’annunzio del decesso, lo appellava «glorioso simbolo in pace e in guerra delle fanterie italiane». Egli trascorse la sua carriera nella fanteria e nelle sue specialità, inteso a valorizzare con l’azione e con gli scritti quell’Arma che rappresenta la massa della nazione in armi e documenta come le grandi imprese si fondano altrettanto sullo spirito di sacrificio dei molti che sulle splendenti gesta dei pochi.
Prese parte alla campagna libica e si distinse nella conquista di Rodi. La prima guerra mondiale lo trovò al comando di battaglione fra le Dolomiti cadorine: nel 1917 già comandante della Brigata Salerno partecipava alla durissima offensiva contro l’Hermada. Nel 1918 costituiva la 1a Divisione di assalto: nei primissimi critici giorni della battaglia di Vittorio Veneto si trovava impegnato con pochi battaglioni nella Piana della Sernaglia, mentre il grosso della Divisione attardavasi sulla riva destra impedito nel passaggio del Piave dalla piena e dalla distruzione dei ponti.
Nel dopoguerra fu successivamente comandante della Divisione di Verona, del Corpo d’Armata di Bologna, ispettore delle truppe alpine ed infine ispettore della Fanteria.
Uomo di cultura eclettica, di spirito moderno, di carattere dinamico, entusiasta, aveva, in tutti i comandi, esaltato i valori dello spirito, indissociabili per il potenziamento delle forze armate, dall’aggiornamento della tecnica.
E per questo aveva esercitato, con l’azione, con la parola, con gli scritti, grande suggestione e riscosso largo seguito nel mondo che lo aveva circondato.
Sdegnoso di vani onori, ha voluto scomparire in punta di piedi rifiutando onori civili e militari.
Ma i molti reduci, fanti, alpini, arditi che lo conobbero ed apprezzarono, avranno appreso con sincero rammarico la notizia della sua dipartita.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il senatore Barbaro. Ne ha facoltà.
BARBARO. A nome del Gruppo del Movimento sociale mi associo, con cuore commosso (così come certamente farebbero tutti i combattenti italiani superstiti), alle nobili parole che sono state dette in ricordo dell’eroico generale Ottavio Zoppi che, tra l’altro, nella grande e decisiva battaglia del Solstizio del 21 giugno del 1918, comandò la prima Divisione italiana di assalto, che si coprì di gloria imperitura, e che portò alla travolgente, fulgidissima e quasi leggendaria vittoria che è stata soprattutto, se non addirittura, soltanto vittoria italiana.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’onorevole Ministro del lavoro e della previdenza sociale. Ne ha facoltà.
BERTINELLI, Ministro del lavoro e della previdenza sociale. Signor Presidente, onorevoli senatori, il Governo si associa con devozione alle parole così nobili dette in memoria del generale Ottavio Zoppi.
Il generale Zoppi è stato non solo un soldato esemplare, ma un ufficiale generale di alto prestigio, un generale «vado a vedere», «venite dietro di me», sempre di esempio, ai suoi soldati, di coraggio, di fermezza, di serenità, di amore alla Patria.
Egli rappresenta una delle figure più belle della storia della nostra Patria ed ha pertanto motivo e diritto al sentimento profondo della nostra riconoscenza.
PRESIDENTE. La Presidenza del Senato si associa alle commosse rievocative parole del senatore Cadorna e del senatore Barbaro in ricordo del generale Ottavio Zoppi. Si rende interprete dei sentimenti di tutta l’Assemblea nell’esprimere alla famiglia, e in particolare al figliolo ambasciatore Vittorio Zoppi, il cordoglio del Senato.
Senato della Repubblica, Atti parlamentari. Resoconti stenografici, 20 marzo 1962.
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