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Senato della Repubblica
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ATENOLFI Pasquale

  
  


    .:: Dati anagrafici ::.

Data di nascita:03/05/1826
Luogo di nascita:CAVA DEI TIRRENI (Salerno)
Data del decesso:07/12/1908
Luogo di decesso:CAVA DEI TIRRENI (Salerno)
Padre:Fulvio
Madre:RINALDI Gaetana
Nobile al momento della nomina:Si
Nobile ereditarioSi
Titoli nobiliariMarchese di Castelnuovo, titolo concesso con regio rescritto del 15 febbraio 1841
Coniuge:Celibe
Fratelli:Chiara, moglie di Giuseppe Talamo, deputato al Parlamento nazionale e madre di Roberto, Raffaele, Edoardo, senatore (vedi scheda), Alfredo, Maria, Beatrice
Filippo
Adelaide
Parenti:ATENOLFI Pasquale, avo paterno
Professione:Industriale-agricoltore
Cariche politico - amministrative:Sindaco di Cava dei Tirreni (1860-1861) (1873-1874) (1903-1906)
Vicesindaco di Napoli
Presidente del Consiglio provinciale di Salerno (1866-1908)
Cariche amministrative:Consigliere comunale di Cava de' Tirreni
Consigliere comunale di Napoli
Consigliere provinciale di Salerno per il mandamento di Cava de' Tirreni
Cariche e titoli: Presidente degli Educandati femminili di Napoli (1893-1907)
Presidente della Croce rossa italiana, sezione di Napoli
Presidente della Società del risanamento di Napoli
Presidente del Comitato di soccorso per il terremoto di Casamicciola
Membro del Consiglio superiore dei tabacchi
Socio corrispondente dell'Accademia dei Georgofili (12 aprile 1864)

    .:: Nomina a senatore ::.

Nomina:11/15/1871
Categoria:03
21
I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio
Le persone che da tre anni pagano tremila lire d'imposizione diretta in ragione dei loro beni o della loro industria
Relatore:Francesco Maria Serra
Convalida:13/12/1871
Giuramento:20/12/1871

    .:: Onorificenze ::.

Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 31 dicembre 1864
Commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 31 marzo 1901
Grande ufficiale dei SS. Maurizio e Lazzaro 10 gennaio 1907
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia

    .:: Camera dei deputati ::.

Legislatura
Collegio
Data elezione
Gruppo
Annotazioni
VIII
Vallo della Lucania
27-1-1861
Destra
X
Vallo della Lucania
10-3-1867*
Destra
Ballottaggio il 17 marzo 1867


    .:: Atti parlamentari - Commemorazione ::.

Atti Parlamentari - Commemorazione
      Giuseppe Manfredi, Presidente

      Onorevoli colleghi! Il 7 di questo dicembre l'infermità del senatore Atenolfi, della quale premurosamente coglievamo le notizie, ebbe l'esito fatale della morte, per la quale ci è mancato uno de' nostri anziani, che vigorosamente era giunto ai suoi ottantatre anni!
      Aveva dai natali la nobiltà, la ricchezza e, più prezioso retaggio, le virtù patrie. Figlio di quel Flavio [sic], marchese di Castelnuovo di Vallo, che nel 1848 alla Camera de' Pari napoletana fu de' pochi ardimentosi liberali che, guidati dallo Strongoli, fecero opposizione all'incostituzionalità reazionaria del potere esecutivo borbonico; partecipò ai moti italici del 1848 ed ai fatti del risorgimento del 1860; primeggiò nel plebiscito delle provincie napoletane per l'annessione al Regno di Vittorio Emanuele II, e fu della commissione, che ne portò i voti al gran Re nelle Marche. Eletto, dopo l'annessione dal collegio di Vallo della Lucania, ne fu il rappresentante alla Camera dei deputati, finché l'esercizio del mandato politico ed il censo gli diedero titolo, le qualità e le azioni di merito alla scelta sovrana, che lo portò nel 1871 a sedere fra noi.
      Cava dei Tirreni soggiorno suo delizioso, Vallo di Lucania, Castelnuovo di Vallo, Salerno e tutta la salernitana provincia e la stessa Napoli, ad una voce narrano le virtù cittadine, le opere caritatevoli, benefiche, provvide di lui, che diede ad amare le doti dell'animo e del cuore ed ad ammirare l'arguzia e la rettitudine somma in tutti i pubblici uffici. In Castelnuovo di Vallo ne fanno lode i terreni, ov’eran paludi, ora colti, fertilizzati, popolati e presi a modello. Cava, che piange estinto il suo grande benefattore, il suo sindaco di molti anni, decanta, frai beni dei quali gli è grata, l'acqua potabile condottavi a disegno e pertinacia di lui; decanta le attrattive da lui accresciute, con gli abbellimenti ed il richiamo di letterati ed artisti, a quel luogo, cui già davano rinomanza le pergamene della Casa della Trinità ed il ricordo di Gaetano Filangieri, che vi scrisse una parte dell'opera "La scienza della legislazione"; decanta le ospitalità regie e principesche nella splendida villa Atenolfi. Salerno mena vanto di avere avuto il marchese Pasquale presidente del Consiglio provinciale dal 1866 fino a che visse e di aver fatto testo del suo senno e della sua attività insuperabile. Napoli, che l'ebbe più volte all'amministrazione comunale, rende gloria a quel suo vicesindaco, che eccelse in benemerenza nella epidemia colerica; al presidente della sua Società del risanamento; al Presidente della Croce rossa, sua sezione, per oltre un ventennio; coraggioso e caritatevole nei disastri vesuviani al soccorso, con giovanile ardore, dei paesi devastati, sotto la pioggia della cenere e fra i pericoli; al consigliere suo comunale, presidente del Comitato di soccorso a Casamicciola, che stese la mano pietosa e prestò le cure paterne ai superstiti di quella tremenda e memoranda catastrofe; all'indefesso ed infaticabile di elogio onorato da chi fu l'eroe della carità; da Re Umberto di sempre adorata memoria. E di Napoli gli educandati femminili, cui presiedette dal 1893 al 1907, attestano quel suo affetto intelligente, quella sua giudiziosa esperienza e quella zelante assiduità, che vi raccolse ogni raffinatezza d'ordinamento e tutto il meglio d'ogni cosa di simili istituti nostrani e forestieri.
      Con Pasquale Atenolfi si è estinta la linea mascolina dei marchesi di Castelnuovo di Vallo di Lucania; non è e non sarà estinta la memoria della benemerenza degl'insigni della nobile prosapia, l'ultimo dei quali stiamo commemorando; non sarà estinta la pubblica riconoscenza. Spirò disponendo per estremo volere che la sua salma non ricevesse ornamento di fiori, né fastose onoranze; che ben sapeva non essere attorno ai feretri migliore ornamento né maggior onore delle lagrime d'amore e di gratitudine. E le ebbe la sua salma venerata queste lagrime, le ebbe abbondanti ed universali; che tutta Lucania fu commossa e di Castelnuovo e di Vallo e di Salerno non solo, ma di tutta la salernitana provincia e fin da Napoli fu concorso di condolenti manifestanti alle esequie quanto esteso e profondo il corrotto ed il cordoglio.
      L'ultimo addio salga anche da noi allo spirito dell'amato collega; rimanga anche qui il suo nome il non perituro meritato onore. (Bene). [...]
      BARRACCO GIOVANNI. Onorevoli senatori. Il nostro Presidente ha tratteggiato sì maestrevolmente la vita e l’opera politica del rimpianto senatore Atenolfi, che io non potrei nulla aggiungere al quadro. Ma, volendo pur dire qualche cosa del carissimo amico, dovrò tenere altra via, mi limiterò dunque a lumeggiare la virtù più spiccata dell’animo suo, che era nobile e sconfinato altruismo. In esso è la ragione intima e quasi la radice, di quell’antico incrollabile patriottismo, che il Presidente ha così bene messo in evidenza. È naturale per colui, il quale dalla sua indole è inclinato a subordinare sempre l’interesse proprio a quello collettivo dei più, sia buon cittadino e buon patriotta, perché la patria è la collettività più vasta, sotto cui si raccolgono le altre minori, come ad esempio il comune e la provincia. Il senatore Atenolfi amava perciò la sua città natale non meno che la Provincia di Salerno, Napoli, dov’era il suo domicilio stabile, e finalmente e sovratutto la gran patria italiana.
      In tutta la sua vita, fino all’estremo, dedicò le sue cure più assidue a quegli istituti di beneficenza ed altre associazioni congeneri, che abbondano così a Cava come a Napoli, asili infantili, orfanotrofi, educandati, croce rossa e via via. Noi tutti ricordiamo che in questi ultimi anni non potendo, per l’età provetta, essere assiduo alle sedute del Senato, raramente vedevasi a Roma, ma quando ciò avveniva, era sempre per promuovere qualche provvedimento utile agli istituti anzidetti.
      Nel funesto 1884, allorché a Napoli le vittime del colera cadeano giornalmente a migliaia, egli era uno dei vicesindaci della città, e a somiglianza dei suoi degni e benemeriti colleghi, con l’oblio di se stesso e il disprezzo dei pericoli, aiutò efficacemente l’opera pietosa dell’indimenticabile sindaco d’allora, Nicola Amore.
      Più tardi, quando nel 1906 il Vesuvio spargeva largamente a sé dintorno la desolazione e la morte, Atenolfi, come capo della sezione napoletana della Croce rossa, per la sua operosità infaticabile e per lo zelo, riscosse il plauso e l’ammirazione di tutti. Il colera di Napoli e la eruzione del Vesuvio sono per lui due date gloriose, e come due battaglie, combattute con temerità di soldato e carità di cristiano.
      Questa vena inesausta di amore, che nei giorni procellosi delle calamità pubbliche prorompea coll’impeto di torrente ingrossato, nei tempi ordinari, si riversava placidamente sugli amici numerosissimi, che contava da per tutto senza distinzione di partiti e di luoghi, sovvenendoli sempre di conforti affettuosi, di savi consigli e financo di fraterna assistenza nelle loro malattie.
      Il rimpianto universale all’annunzio della sua morte dimostra quanto larga eredità di affetti abbia lasciato quest’uomo singolare.
      Le sue virtù non si scompagnano mai da una grande e sincera modestia e non è da stupirne, perché, operando il bene, gli pareva sempre di far cosa debita e naturale. Un piccolo segno di questa modestia, è la disposizione del testamento, che rifiuta le esequie troppo sfarzose. Ma la stima del pubblico e la gratitudine dei beneficati non ottemperarono al desiderio troppo modesto di lui, e le esequie riuscirono solenni e degne, assumendo l’aspetto di un lutto cittadino.
      Onorevoli colleghi. La scomparsa dell’antichissimo e caro amico mio, al quale mi legavano grandi vincoli di riconoscenza, ha cresciuto il mio tedio della soverchia vita, la quale come più si potrae, più simile diventa ad una sanguinosa giornata campale. Cadono ai nostri fianchi, l’uno appresso dell’altro, i compagni più diletti e migliori, e ci resta soltanto un mesto ricordo e un desiderio vano di vederli ancora fra noi. (Vive approvazioni).
      GIOLITTI, presidente del Consiglio, ministro dell’interno. Domando la parola.
      PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
      GIOLITTI, presidente del Consiglio, ministro dell’interno. Il discorso dell’illustre Presidente del Senato e la commossa parola del senatore Barracco, hanno ricordato ampiamente le virtù del senatore Atenolfi. Molti furono i servizi che il senatore Atenolfi rese al paese, specialmente nel campo delle amministrazioni locali ed in quello della beneficenza pubblica. È quindi grave il dolore del Governo per la perdita di così illustre uomo.

      Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 15 dicembre 1908.

Archivi:Il Comune di Cava de' Tirreni ha segnalato l'esistenza dell'archivio privato Talamo-Atenolfi-Brancaccio, conservato in deposito presso l'Abbazia benedettina della SS. Trinità di Cava de' Tirreni.

Attività 0103_Atenolfi_IndiciAP.pdf