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Senato della Repubblica
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ORSINI BARONI Francesco

  







   Indice dell'Attività Parlamentare   

   Fascicolo personale   


    .:: Dati anagrafici ::.

Data di nascita:12/27/1837
Luogo di nascita:FORNACETTE, fraz. di Calcinaia (Pisa)
Data del decesso:24/03/1919
Luogo di decesso:FORNACETTE, fraz. di Calcinaia (Pisa)
Padre:Ferdinando
Madre:PASSETTI Arianna
Nobile al momento della nomina:Si
Nobile ereditarioSi
Titoli nobiliariNobile di Pisa
Coniuge:GIULI Arianna
Figli: Luca, senatore (vedi scheda)
Ferdinando
Parenti:GIULI Domenico, suocero, senatore
Professione:Industriale-agricoltore
Cariche politico - amministrative:Presidente del Consiglio provinciale di Pisa (agosto 1911-agosto 1914)
Cariche amministrative:Consigliere provinciale di Pisa
Membro della Deputazione provinciale di Pisa

    .:: Nomina a senatore ::.

Nomina:04/04/1909
Categoria:03 I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio
Relatore:Carlo Municchi
Convalida:25/05/1909
Giuramento:26/05/1909

    .:: Onorificenze ::.

Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia 1899

    .:: Camera dei deputati ::.

Legislatura
Collegio
Data elezione
Gruppo
Annotazioni
XVI
Pisa
23-5-1886
Destra
XVII
Pisa
23-11-1890
Destra
XVIII
Pontedera
6-11-1892
Destra
XIX
Pontedera
26-5-1895
Destra
XX
Pontedera
21-3-1897
Destra
XXI
Pontedera
3-6-1900
Destra
XXII
Pontedera
6-11-1904
Destra


    .:: Atti parlamentari - Commemorazione ::.

Atti parlamentari - Commemorazione
        Adeodato Bonasi, Presidente

        Signori senatori,
        Il 24 marzo scorso, dopo non breve malattia e ansiose alternative di speranze e di timori, cessava di vivere in Pisa il nostro venerando collega senatore comm. Francesco Orsini Baroni, nato a Fornacette di Pisa il 27 dicembre 1837.
        Appartenente ad onorata distinta famiglia dotata di cospicuo censo, costituito principalmente di estese proprietà fondiarie, appena compiuti gli studi che dovevano fornirgli la cultura generale, che è fondamento essenziale a qualsiasi seria applicazione a lavoro non meramente materiale, si diede tutto alla cura delle sue terre, sperimentando con assidua, diligente osservazione i metodi ritenuti migliori a renderle più fertili e fruttuose, e più atti a favorire il progresso e lo sviluppo dell'industria agricola in ogni suo ramo, all'intento più che di accrescere la propria fortuna, già di molto superiore ai bisogni, di farvi partecipare in misura sempre più larga i lavoratori, che egli, antivenendo i tempi, con nobile sentimento considerava già come suoi soci cooperatori.
        Intelligente e studioso appassionato di nuove iniziative in un periodo di risveglio in cui si moltiplicavano, si può con verità affermare che non vi fu nuova istituzione diretta al miglioramento agrario che nell'Orsini non trovasse caloroso appoggio. E non è a far meraviglia che in quest'opera di progresso e di sapiente previdenza, egli riuscisse ad avere sempre volenterosi coadiutori i campagnoli da lui dipendenti, classe ovunque restia ad ogni novità, imperocché nei sempre crescenti profitti, cui partecipavano, trovavano il più efficace argomento di persuasione a farsene docili strumenti.
        Tuttavia le intense assidue sue cure ai campi aviti non assorbirono tutta la sua attività e le sue energie. Sentendo quale possente influenza le pubbliche amministrazioni possono esercitare sopra ogni ramo di industria, sia rimuovendo i vincoli che soventi le opprimono od alleviando i carichi che ne impediscono o ne rendono più stentato lo sviluppo, sia stabilendo le condizioni meglio adatte a farle prosperare, non si rifiutò di entrare a farne parte, dapprima come consigliere nei diversi comuni nei quali erano sparse le sue terre, e poscia, per la sempre maggiore fiducia ispirata nei suoi elettori, nel Consiglio della provincia della quale quasi permanentemente fu anche deputato attivo ed autorevole.
        Successivamente gli stessi elettori lo vollero loro rappresentante alla Camera, nella quale sedette senza interruzione per sette legislature, cioè dal maggio 1886 al 1909, in cui fu nominato senatore.
        Nelle assemblee locali, come nella Camera e nel Senato, l'Orsini portò l'apprezzatissimo contributo del suo animo retto, dell'equilibrato giudizio formato dal continuo contatto colla vita reale, della grande sua esperienza amministrativa, della perfetta conoscenza dei bisogni e delle aspirazioni della classe benemerita, che forma la base della produzione nazionale e la sorgente principale della ricchezza e del benessere sociale, e del suo sincero amore alla cosa pubblica, della quale mai si servì per farsene scala a personali mire ambiziose, od a soddisfazioni di privati interessi.
        Francesco Orsini di figura prestante, di alto sentire, buono e generoso d'animo, che traspariva dal suo viso aperto, sempre sereno, di modi schiettamente affabili e quasi timidi, che gli irradiavano attorno un'atmosfera di cordiale simpatia, di carattere fermo senza affettate rigidezze, fu alieno da ogni spirito partigiano anche nei tempi torbidi nei quali la sua città era dilaniata dalle ire e dai rancori di parte, mantenendosi costantemente immune da siffatta tabe, sebbene egli stesso mescolato nella politica militante, seguace convinto dei principî liberali moderati, che professò sino all'ultimo con immutata fede.
        Per questa sua inalterata onesta equanimità di condotta, anche in mezzo alle fiere lotte che dividevano gli animi de' suoi concittadini, l'Orsini continuò ad essere sempre da tutti amato e rispettato, senza distinzione di classi; sicché la sua morte, avvenuta quando aveva già varcato l'ottantaduesimo anno di età, è divenuta occasione di un unanime manifestazione di dolore e di rimpianto, ed a tutti è parsa immatura per il bene che ancora si attendeva dalla sua opera sempre scevra da ogni calcolo egoistico, sempre benefica a chiunque l'invocasse.
        Il Senato associa il proprio cordoglio a quello della città e provincia di Pisa per la perdita del benemerito cittadino, che tutta la lunga sua vita spese nobilmente e fruttuosamente servendo il proprio Paese da lui tanto amato. (Benissimo).


        Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 25 giugno 1919.


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