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.:: Dati anagrafici ::. |
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Data di nascita: | 10/25/1829 |
Luogo di nascita: | VESTONE (Brescia) |
Data del decesso: | 08/11/1902 |
Luogo di decesso: | BOLOGNA |
Padre: | Giovanni Battista |
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Nobile al momento della nomina: | No |
Nobile ereditario | No |
Coniuge: | RIVA Daria, nobile |
Fratelli: | Maddalena |
Altra residenza: | Bologna (presso la sorella Maddalena) |
Indirizzo: | Via Collegio Spagna, 5 (presso la sorella Maddalena) |
Professione: | Prefetto |
Carriera giovanile / cariche minori: | Consigliere di governo a Brescia (30 dicembre 1859), Sottoprefetto di Ariano (17 novembre 1861), Sottoprefetto di Pozzuoli (19 febbraio 1865), Consigliere delegato a Lecce (25 aprile 1867), Sottoprefetto di Terni (25 febbraio 1868), Sottoprefetto di Imola (6 dicembre 1870), Consigliere delegato presso la prefettura di Treviso (18 agosto 1872), Consigliere delegato presso la prefettura di Siracusa (22 ottobre 1873), Consigliere delegato presso la prefettura di Verona (12 agosto 1875) , Sottoprefetto di Aosta (14 maggio 1876), Consigliere delegato presso la prefettura di Novara (1° luglio-28 settembre 1877), Consigliere delegato presso la prefettura di Roma (25 gennaio 1878), Incaricato delle funzioni di referendario al Consiglio di Stato (24 maggio 1878) , Consigliere delegato presso la prefettura di Roma (30 luglio 1878), Consigliere delegato presso la prefettura di Sassari (16 febbraio 1882) |
Carriera: | Prefetto di Sassari (16 febbraio 1882)
Prefetto di Belluno (30 novembre 1884)
Prefetto di Bergamo (23 aprile 1885)
Prefetto di Cosenza (15 ottobre 1891-10 aprile 1892. Data del collocamento a riposo) |
Cariche e titoli: | Socio della Società geografica italiana (1869) |
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.:: Nomina a senatore ::. |
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Nomina: | 11/21/1901 |
Categoria: | 17 | Gli intendenti generali
dopo sette anni di esercizio |
Relatore: | Antonino Di Prampero |
Convalida: | 04/12/1901 |
Giuramento: | 05/12/1901 |
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.:: Onorificenze ::. |
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Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 30 dicembre 1867
Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia 10 aprile 1892 |
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.:: Servizi bellici ::. |
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Periodo: | 1848 prima guerra d'indipendenza | |
Volontario: | SI |
Decorazioni: | Medaglia commemorativa delle campagne del 1848, medaglia dei benemeriti della liberazione di Roma | |
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.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::. |
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Atti Parlamentari - Commemorazione
Giuseppe Saracco, Presidente
Signori e riveriti colleghi!
Mi è grave dover riprendere la direzione dei nostri lavori col mesto annunzio di dolorose perdite toccate a questo nostro Senato, nelle persone di un grande numero di colleghi scesi nel sepolcro fra il 9 luglio ed il 15 del corrente mese.
Sono tredici i senatori, che in meno di cinque mesi sono usciti di vita, ed io con l'animo commosso, come di domestica sventura, ne pronuncio i nomi onorati dall'alto di questo seggio, onde significare il cordoglio ed il rimpianto del Senato, che, insieme all'amarezza della perdita, sentirà di un tratto le dolorose conseguenze della improvvisa dipartita di tanti valent'uomini che erano vanto e decoro di questo alto consesso.
Nel solo mese di luglio giunsero al numero di sei i senatori colpiti da morte: il principe Trivulzio in Milano, indi il commendatore Spera, già consigliere di Cassazione in Roma, Antonio Mordini, l’ex dittatore di Sicilia, a Montecatini, il professore Edoardo Porro, in Milano, il generale Cesare Zanolini, qui in Roma, e Gaetano Negri a Varazze.
Nell'agosto e nel settembre morivano altresì in Roma il generale Annibale Ferrero, ed il commendatore Gloria Francesco, magistrato e riposo.
Tre altri colleghi si spegnevano a Rogliano, a Casal Baiocco, ed in Ferrara, e sono l’antico e provato patriota, Donato Morelli, il dottore Giovanni Secondi, ed il duca Galeazzo Massari.
Infine, nella prima quindicina di novembre lasciavano questa terra, l’uno a Bologna, l’altro in Milano, il commendatore Lucio Fiorentini, già prefetto di provincia ed il duca Guido Visconti di Modrone.
Ed ora, o signori, che ho compiuto il pietoso ufficio di richiamare per brevi istanti davanti agli occhi vostri le nobili figure dei nostri lacrimati defunti che più non vedremo seduti accanto a noi, io mi sento costretto a fare appello alla vostra indulgenza, perché mi concediate venia, se non mi attento, così per la novità della cosa, come per la poca opportunità dell'ora presente, di raccogliere in forma di supremo, separato elogio, i titoli di onore acquistati in vita da ciascuno dei valorosi che piangiamo estinti lasciando in noi tutti l'eguale rammarico del compagno, perduto. Certo non è mancato, e non mancherà chi voglia e sappia scegliere il momento, ed il luogo acconcio a ricordare degnamente le gloriose gesta del patriota cospiratore e del soldato valoroso, le qualità insigni dello scienziato e del pubblicista colto e coraggioso, le benemerenze del magistrato e dell'amministratore integro, e sapiente, e gli eminenti servigi resi all'unanimità sofferente con intelletto d'amore, e coll'uso nobilissimo delle avite ricchezze; onde gli uni e gli altri salirono meritamente in fama su questa terra.
Io devo impormi la maggiore brevità possibile. Ma quelle anime elette che aleggiano forse intorno a noi, spinte dal desio di rivedere i luoghi delle loro più care affezioni, e dove hanno lasciato il maggiore desiderio di sé, aspettano la parola che deve partire da questi banchi, e non si dorranno, io spero, di me né di voi, perocché interprete sicuro e fedele dei sentimenti del Senato, rivendico l'onore di portare a tutti, ed a ciascuno dei compagni ed amici perduti il supremo tributo del nostro affetto e della nostra ammirazione. (Benissimo). Essi non sono morti interamente per noi, poiché non muoiono interamente gli uomini i quali vissero ed operarono per il bene della patria.
Così la terra sia ad essi leggiera e Dio conceda loro la pace eterna dei giusti. (Vive approvazioni).
ZANARDELLI, presidente del Consiglio. Domando la parola.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
ZANARDELLI, presidente del Consiglio. Io mi associo pienamente alle parole pronunziate dall'illustre vostro Presidente, e aggiungo che il Governo sente tutta la gravità e l'amarezza delle perdite che fece il Senato.
Nel porgere quindi alla mia volta a nome del Governo un tributo di cordoglio e di rimpianto a questi illustri perduti, lo faccio tanto più volentieri, inquantochè mentre questi sentimenti, così bene espressi dall'illustre Presidente, sono per il Senato solidarietà e tradizione, noi possiamo pur dire con certezza che essi trovano una eco possente in tutte le classi del popolo italiano. (Bene, approvazioni vivissime).
Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 26 novembre 1902.
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Attività 1000_Fiorentini_IndiciAP.pdf |
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