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Senato della Repubblica
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FORNACIARI Giuseppe

  







   Indice dell'Attività Parlamentare   


.:: Dati anagrafici ::.

Data di nascita:09/27/1836
Luogo di nascita:REGGIO EMILIA
Data del decesso:16/08/1896
Luogo di decesso:REGGIO EMILIA
Padre:Luigi
Madre:DAVOLI Giuseppa
Nobile al momento della nomina:No
Nobile ereditarioNo
Coniuge:SACCARDI Elvira
Titoli di studio:Laurea in giurisprudenza
Presso:Università di Modena
Professione:Avvocato
Cariche politico - amministrative:Presidente del Consiglio provinciale di Reggio Emilia (11 agosto 1884-25 ottobre 1889)
Cariche amministrative:Consigliere e assessore comunale di Reggio Emilia
Consigliere provinciale di Reggio Emilia
Membro della Deputazione provinciale di Reggio Emilia
Cariche e titoli: Insegnante di Diritto romano al convitto legale di Reggio Emilia
Presidente dell’Ospedale psichiatrico S. Lazzaro di Reggio Emilia
Socio corrispondente della Deputazione di storia patria per le antiche province modenesi (1877)

.:: Nomina a senatore ::.

Nomina:12/04/1890
Categoria:03 I deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio
Relatore:Salvatore Majorana Calatabiano
Convalida:13/12/1890
Giuramento:24/01/1891
.:: Onorificenze ::.

Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia 26 agosto 1873

.:: Camera dei deputati ::.

Legislatura
Collegio
Data elezione
Gruppo
Annotazioni
X
Reggio Emilia
22-12-1867*
Centro-destra
Elezione in corso di legislatura. Ballottaggio il 29 dicembre 1867
XI
Reggio Emilia
20-11-1870**
Centro-destra
Ballottaggio il 24 novembre 1870
XII
Reggio Emilia
8-11- 1874***
Centro-destra
Ballottaggio il 15 novembre 1874
XIII
Reggio Emilia
5-11-1876
Centro-destra
XIV
Reggio Emilia
16-5-1880
Centro-destra
XV
Reggio Emilia
29-10-1882
Centro-destra
XVI
Reggio Emilia
23-5-1886
Centro-destra


.:: Atti parlamentari - Commemorazione ::.

Atti parlamentari Commemorazioni.
    Domenico Farini, Presidente

    Signori senatori! Pia e civile usanza richiama sul mesto mio labbro i pregi che adornarono, il bene che i colleghi estinti durante la proroga della sessione, vivendo operarono. [...]
    Alle ore due del giorno 16 di agosto, in villa San Pellegrino presso Reggio nell'Emilia, trapassava il senatore Giuseppe Fornaciari.
    Nato il 27 settembre 1835, il plauso con che si addottorò nell'Università di Modena, fu tale da designarlo, tuttoché giovanissimo, ad insegnante di pandette nel convitto legale della nativa Reggio.
    I tempi nuovi lo trassero agli uffici amministrativi ed ai politici.
    Lungamente consigliere ed assessore del comune; lungamente consigliere e deputato e presidente del Consiglio provinciale, si chiarì amministratore avveduto ed esperto.
    Degna di singolare menzione la presidenza dell'amministrazione del manicomio di San Lazzaro, che resse per oltre vent'anni. Superando difficoltà pecuniarie e tecniche d'ogni fatta, vincendo pregiudizi e viete usanze tenute in conto di dogmi, la sua vigorosa iniziativa, il suo pertinace impulso mutarono faccia al pietoso asilo: suo merito averlo sollevato a tale altezza cui pochi altri toccarono. Ne ristorò la scaduta rinomanza; l'antico splendore rifulse: fu ospizio di cure umane, agevolate dai trovati, dai metodi della scienza moderna: gli studi psichiatrici vi raccolsero messe adeguata ed incremento. E il Fornaciari ne ottenne attestato autorevole e pubblica lode.
    Deputato al Parlamento per sette legislature (X-XVI), nella inalterata fiducia di Reggio conseguì l'ambita ricompensa al molto operato.
    Soverchia modestia gli impedì di comparire in Parlamento; dove a vincere l'apparente timidezza, a farsi vivo gli occorse lo stimolo di qualche altissimo fine, come il più equo riparto dell'imposta fondiaria nelle sue provincie, per il che a tutt'uomo si adoperò. Primeggiò nell'animo dei colleghi i quali, trattando seco lui, ne scuoprivano la bontà; l'atteggiarsi affabile della persona, il dolce sorriso la lasciavano indovinare.
    Fatto senatore il 4 dicembre 1890, quando un inesorabile malore lo aveva purtroppo toccato, finché non ne fu vinto trovò in quest’Aula antichi amici e nuovi colleghi, tutti a gara di deferenza.
    Una straordinaria manifestazione di lutto cittadino ne seguì la morte. Equanime e disinteressato, temperato sempre nei pensieri e nei modi, pure battendo sua diritta via, egli aveva cansato le forme rozze ed aspre, cercato le vie concilianti. La parte e l'opinione diversa non gli avevano mai fatto tacere un consiglio, negare un soccorso: ognuno, comunque la pensasse, gli riconosceva un cuore d'oro. L'emulazione nel bene fu la sola gara che l'agitasse: fu leale ed onesto a tutta prova.
    Uomo onorando che, ubbidendo ad un generoso intuito, diede la parte migliore di sé alla cosa pubblica; ed ebbe la fortuna, unendo il proprio nome ad uno dei maggiori istituti che onorino la pietà e la scienza italiana, di acquistare fra i benefattori dell'uman genere un merito che i contemporanei gli riconobbero, e non sarà disconosciuto mai. (Benissimo).

    Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 30 novembre 1896.


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