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Senato della Repubblica
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CALENDA DI TAVANI Vincenzo

  







   Indice dell'Attività Parlamentare   

   Fascicolo personale   


    .:: Dati anagrafici ::.

Data di nascita:02/08/1830
Luogo di nascita:NOCERA INFERIORE (Salerno)
Data del decesso:04/11/1910
Luogo di decesso:NOCERA INFERIORE (Salerno)
Padre:Gregorio
Madre:DE VINCENTIIS Artemisia
Nobile al momento della nomina:Si
Nobile ereditarioSi
Titoli nobiliariBarone di Tavani, titolo autorizzato con regie patenti del 20 luglio 1897
Nobile col predicato di Tavani, titolo riconosciuto con decreto ministeriale del luglio 1881
Coniuge:ANELLI Enrichetta
Coniuge:BRUNI GRIMALDI Maria Acheropita
Figli: Silvio, Lucio, Giulia, Alberto, Gustavo, Edoardo, Gino Vittorio
Fratelli:Andrea, senatore (vedi scheda)
Costanza, coniugata E. Merzinger di Prunysenthal
Eugenio
Parenti:Scipione
BRUNI GRIMALDI Nicola, suocero, senatore (vedi scheda)
Luogo di residenza:ROMA
Indirizzo:Via del Corso, 481
Titoli di studio:Laurea in giurisprudenza
Presso:Università di Napoli
Professione:Magistrato
Carriera:Procuratore generale reggente presso la Corte d'appello di Catanzaro (11 maggio 1871)
Procuratore generale presso la Corte d'appello di Palermo (11 maggio 1873)
(incaricato della reggenza della Procura generale presso la Corte d'appello di Palermo dal 15 novembre 1871 al 20 maggio 1872, reggente dal 20 maggio 1872 all'11 maggio 1873, titolare dall'11 maggio 1873 al 12 novembre 1875)
Procuratore generale presso la Corte d'appello di Napoli (12 novembre 1875)
Procuratore generale presso la Corte d'appello di Milano (21 maggio 1876)
Procuratore generale reggente presso la Corte d'appello di Roma (16 novembre 1876)
Primo presidente della Corte d'appello di Trani (14 novembre 1877)
Primo presidente della Corte d'appello di Genova (5 giugno 1879)
Procuratore generale presso la Corte di cassazione di Torino (17 marzo 1881)
Procuratore generale presso la Corte di cassazione di Napoli (1° novembre 1885-15 dicembre 1893) (10 marzo 1896-31 dicembre 1907)
Cariche politico - amministrative:Presidente del Consiglio provinciale di Salerno (1892-1898)
Cariche e titoli: Capo di Gabinetto al Ministero di grazia, giustizia e dei culti (1865)
Presidente della Commissione araldica romana

    .:: Nomina a senatore ::.

Nomina:06/07/1886
Categoria:10 L'Avvocato generale presso il Magistrato di cassazione ed il Procuratore Generale dopo cinque anni di funzioni
Relatore:Francesco Ghiglieri
Convalida:14/06/1886
Giuramento:10/06/1886
Annotazioni:Giuramento prestato prima della convalida, in seduta reale d'inaugurazione di sessione parlamentare

    .:: Onorificenze ::.

Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 10 agosto 1865
Commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 7 marzo 1875
Grande ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 30 maggio 1884
Gran cordone dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro 15 dicembre 1907
Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia 14 gennaio 1872
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia 5 genaio 1873
Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia


    .:: Governo ::.

Governo:Ministro di grazia e giustizia e dei culti (15 dicembre 1893-9 marzo 1896)

    .:: Atti parlamentari - Commemorazione ::.

Atti Parlamentari - Commemorazione
      Giuseppe Manfredi, Presidente

      Onorevoli colleghi! [...]
      Un preclaro, che fu al sommo della magistratura giudiziaria, e sedette guardasigilli nel Consiglio della Corona, Vincenzo Calenda finì pur esso i suoi giorni il 5 novembre in Nocera Inferiore, ove era nato l'8 febbraio 1830.
      Laureato giovanissimo in giurisprudenza nell'Università di Napoli, primeggiò nel 1852 al difficile concorso di relatore della Consulta di Stato, che dava adito nel Reame all'ordine giudiziario od all'amministrativo; e preso l'ufficio giudiziario in Trani, da una sede all'altra di tribunali e di corti, nelle funzioni diverse della giustizia diede ad apprezzare le doti della mente e del carattere. Il nobile sentire, che lo teneva in sospetto di quel Governo, fece caro al nazionale di giovarsi del suo valore; fu da Giuseppe Vacca, ministro della giustizia, chiamato nel 1864 in Torino e tenuto in Firenze, al suo gabinetto per gli studi di unificazione delle leggi.
      Tornato agli uffici della magistratura, fama si acquistò sempre maggiore; e, promosso procuratore generale, lo fu presso le Corti d'appello di Catanzaro, Palermo, Napoli, Milano, Roma; e di quelle di Trani e di Genova fu primo presidente; ammirato dal foro d'ogni luogo per l'operosità e la dottrina; amato per la integrità e la rettitudine. Il plauso, che da un capo all'altro d'Italia avevano meritato i segnalati servigi del magistrato insigne in detti gradi, lo rese degno del grado supremo; e fu nel maggio 1881 elevato al seggio di procuratore generale presso la Corte di cassazione di Torino, di dove passò nel gennaio 1886 allo stesso seggio presso quella di Napoli, che occupò lungo numero d'anni, sino all'età del riposo; pari ai luminari della magistratura subalpina e della partenopea, dei quali vanno celebrati i nomi in curia. Maggiormente risplendette da quell'altezza la dottrina e la vasta cultura del giureconsulto, l'eloquenza dell'oratore del diritto.
      Fu fausto all'ordine giudiziario il giorno, in cui vide ministro della giustizia chi gli apparteneva in tanta dignità. Tennesi dal nostro collega il portafoglio dal dicembre 1893 al marzo 1896 non senza prodotto, ma non bastantemente da portare a deliberazione quanto aveva concepito. Nel primo saluto alla magistratura ne invocò la virtù, ne domandò la cooperazione: “Sentimento di popolo - soggiunse - necessità di Governo impongono che di essa si mantenga alto il prestigio, e sia e ne appaia libera, indipendente l'azione”. Così ammonire, ben si confaceva a lui, esemplare del magistrato, della magistratura vanto e decoro.
      Lustro del Senato dal giugno 1886, anche fra noi si spiegò il suo sapere, la sua facondia, finché l'infermità non ci privò di tanto ausilio. Anche a lui lontano rivolgevasi il nostro affettuoso pensiero; e ne affligge ora amaramente il lutto di lui estinto. (Bene).
      MAZZIOTTI. Domando la parola.
      PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
      MAZZIOTTI. Non voglio aggiungere parole a quelle eloquenti che ha pronunciate il nostro illustre Presidente, per ricordare il senatore Vincenzo Calenda, che apparteneva alla Provincia di Salerno e fu per molti anni presidente del Consiglio provinciale di Salerno. Mi limito ad inviare alla memoria dell’insigne giurista, dell’integerrimo magistrato, del benemerito cittadino, il saluto commosso e riverente delle popolazioni della mia provincia, che ricordano con quanta dignità e con quanta sapienza egli diresse le discussioni del Consiglio provinciale. Nonostante le molteplici cure dei più alti uffici pubblici anche di quella di ministro guardasigilli, egli non mancò mai di intervenire alle adunanze del Consiglio, di portare lo studio della sua mente sagace e colta sugli argomenti di maggiore importanza che interessavano l’amministrazione e di sostenerne con parola eloquente i legittimi interessi.
      Nella lunga carriera di magistrato egli fu luminoso esempio delle più nobili virtù seguendo le antiche onorate tradizioni dell’antica magistratura napoletana che univa alla profonda cultura giuridica l’integrità del carattere e la dignità della vita. Il nome di Vincenzo Calenda resterà nella memoria delle popolazioni del Mezzogiorno d’Italia circondato dalla stima e dall’ammirazione generale, come di un uomo che onorò altamente la sua contrata nativa e la magistratura, di cui per tanti anni fece parte.
      Propongo che il Senato voglia inviare alla famiglia dell’estinto nostro venerando collega ed al Comune di Nocera, patria di lui, le sue condoglianze. (Approvazioni).

      Senato del Regno, Atti parlamentari. Discussioni, 5 dicembre 1910.

Note:Secondo altra fonte risulta nato l'8 dicembre 1830.

Attività 0390_Calenda_di_Taviani_Vincenzo_IndiciAP.pdf