LA STORIA LOCALE


Approfondimento

La Biblioteca del Senato ha riservato fin dai primi decenni, e in maggior misura dopo l'unificazione politica della penisola, un interesse particolare all'acquisizione - retrospettiva e corrente - di opere di carattere storico, in particolare relative alla storia locale italiana. Una coerente politica di acquisizioni e alcuni significativi lasciti e doni, di cui la biblioteca è stata beneficiaria per volontà di senatori e istituti culturali, hanno permesso che essa costituisse su queste basi una propria identità culturale del tutto peculiare, con la sedimentazione di un patrimonio bibliografico e documentario di sicuro pregio bibliologico e di intrinseco valore storiografico.
Mentre il primo corpo di testi relativo alla storia locale italiana consolidava il proprio peso nell'ambito della fisionomia della Biblioteca, veniva costituito, in seguito all'impulso dato dall'acquisto, nel 1870, della collezione statutaria dell'avvocato trevigiano Francesco Ferro, il fondo della Raccolta di statuti comunali e corporativi medievali (la più preziosa fra le raccolte della Biblioteca del Senato), che ha orientato la politica delle accessioni verso il settore delle edizioni di fonti e documenti per la storia giuridica e politica italiana preunitaria, tuttora centrale nell'ambito delle acquisizioni annuali della Biblioteca.
In quello stesso giro d'anni confluirono in Biblioteca i primi testi legislativi prodotti dagli Stati italiani preunitari dell'età moderna (un catalogo relativo al posseduto della biblioteca nel 1864 ne enumera settantuno), anche come funzionale contributo di documentazione e studio al processo di unificazione legislativa del Regno. Su questa base si è costituito il fondo delle Leggi degli antichi Stati italiani, di importanza storico-giuridica non minore di quella riconosciuta al fondo statutario, con il quale, del resto, la difficoltà di operare distinzioni se non su base cronologico-istituzionale ha comportato interferenze e sovrapposizioni non irrilevanti.
Nei primi anni del Novecento la Biblioteca beneficiò del dono del Fondo Marinuzzi, che integra, pur senza escludere eventuali sovrapposizioni, le due raccolte di fonti normative statutaria e statale cui si è fatto cenno: nel 1911, infatti, il neoeletto senatore Antonio Marinuzzi, avvocato e studioso di storia del diritto, fece dono al Senato della propria collezione di testi di antico diritto siciliano, redigendone lui stesso, una sorta di catalogo.
Al 1914 risale l'origine del Fondo D'Ancona, lascito testamentario di Alessandro d'Ancona, filologo, professore di letteratura italiana, tra i fondatori della scuola storica, poi senatore del Regno, che estrapolò dalla propria collezione libraria quei testi di carattere storico (in particolare relativi alla storia del Risorgimento) per i quali intuiva una sicura valorizzazione nella Biblioteca del Senato, ormai connotata per l'attenzione riservata alle discipline storiche nella costruzione delle proprie raccolte.
Nel 1951 il Senato ormai repubblicano predisponeva l'acquisto delle opere raccolte da due illustri personaggi della cultura dalmata, Antonio Cippico (1877-1935) e Arnolfo Bacotich (1875-1940), vendute alla Biblioteca sotto gli auspici dell'Associazione nazionale dalmata, che volle dare un'adeguata sistemazione a un patrimonio librario e documentario raro per complessità e ricchezza. Nel quadro del patrimonio bibliografico della biblioteca il Fondo dalmata Cippico-Bacotich assumeva una valenza particolare, venendo ad integrare, in relazione alla storia politica, religiosa e letteraria delle terre dalmate, la raccolta di opere di storia locale italiana, ormai giunta ad assumere un particolare rilievo nel quadro della sua precipua fisionomia. In seguito all'acquisizione, si è proseguito nell'acquisto di opere relative alla storia di Istria e Dalmazia, dando vita ad un fondo dalmata tuttora aperto, costituito da un nucleo riconoscibile intitolato ai due studiosi dalmati e da testi ulteriori che ne arricchiscono ed integrano la raccolta.
La vocazione localistica che ha connotato la Biblioteca fin dal momento della sua costituzione e la successiva politica di acquisizioni di cui si ricordano, per organicità e quantità, le accessioni risalenti alla direzione di Antonio Martini (1881-1904), di Fortunato Pintor (1904-1929) e di Corrado Chelazzi (1929-1941), hanno dato vita ad una raccolta unica e di grande pregio, tanto sul piano bibliografico quanto su quello bibliologico, in particolare per quanto riguarda le edizioni dall'inizio del Cinquecento alla fine dell'Ottocento, sulla cui base si è voluto costituire uno specifico fondo autonomo: circa 1200 volumi caratterizzati da particolare pregio tipografico, ricco apparato iconografico e notevole valore documentario come fonti storiche.
A completamento e supporto scientifico del Fondo antico di storia locale la Biblioteca acquisisce monografie generali e speciali dedicate alla storia locale italiana, tentando di garantire il maggior grado possibile di "copertura" bibliografica nei confronti di un ambito disciplinare verso il quale l'interesse storiografico negli ultimi decenni si è significativamente accresciuto e per il quale intende porsi come punto di riferimento e luogo privilegiato di conservazione e di studio. Oltre che nei cataloghi storico ed informatico della Biblioteca, è possibile recuperare le informazioni bibliografiche relative alle suddette acquisizioni correnti, attraverso la banca dati specializzata Il Comune e la storia , che censisce anche gli articoli di argomento storico, localistico e statutario pubblicati dai periodici locali posseduti dalla Biblioteca.

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