Martedì 13 gennaio 2009, alle ore 15, nei locali della Libreria - Centro di informazione del Senato si è svolto un incontro tra le classi seconda, quarta e quinta della sezione D dell'Istituto tecnico per geometri "Oscar D'Agostino" di Avellino e i senatori Chiti e Bodega, rispettivamente Vice Presidente del Senato e Vice Presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato. L'incontro si inserisce in una serie di iniziative dell'Ufficio comunicazione istituzionale del Senato volte a celebrare il sessantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, aderendo alla campagna dell'ONU "Conosci i tuoi diritti".
Il senatore Chiti ha illustrato l'importanza, a sessant'anni dalla sua approvazione, della Dichiarazione universale dei diritti umani, non solo per la parte che finora è stata attuata, ma anche e soprattutto per la parte che ancora deve esserlo, proprio perché nella Dichiarazione è stato formalizzato il riconoscimento della dignità e del valore della persona umana. E' per tale ragione, infatti, che oggi si può chiedere - come fa ad esempio Amnesty International, da ultimo, nel Rapporto del 2008 sullo stato dei diritti umani - il superamento delle numerose violazioni ancora presenti in molti Paesi del mondo o la modifica delle leggi discriminatorie nei confronti di donne, immigrati e minoranze o, ancora, l'abolizione della tortura e delle detenzioni arbitrarie. Ed è sempre per la piena attuazione - anche in una prospettiva evolutiva - dei principi della Dichiarazione universale che l'Italia ha promosso il concreto funzionamento della Corte penale internazionale per i crimini contro l'umanità o più recentemente, nel dicembre 2007, si è impegnata per l'approvazione da parte dell'Assemblea generale dell'ONU della risoluzione per la moratoria universale della pena di morte. Nonostante questi positivi risultati, purtroppo ancora molto resta da fare. Soprattutto bisogna affermare con forza che anche le cause più condivisibili non possono giustificare l'uso di mezzi terroristici o, come nel caso del diritto all'esistenza dello Stato d'Israele, il ricorso a metodi di guerra non proporzionati, tali da recare ingiustificate sofferenze alla popolazione civile. E' pertanto auspicabile che anche nei cittadini e negli studenti si sviluppi pienamente il senso del rispetto degli altri, della messa a bando di ogni forma di violenza e intolleranza e magari della dedizione di una parte della propria esistenza alla partecipazione alla vita pubblica.
Il senatore Bodega, nel condividere appieno la precedente introduzione, ha sottolineato la necessità di un approccio concreto all'attuazione dei principi della Dichiarazione universale. Essa, infatti, che pure ha risentito fortemente delle riflessioni di grandi filosofi, primo fra tutti Jacques Maritain, è scaturita ed è stata accolta dalla comunità internazionale all'indomani della seconda guerra mondiale, soprattutto quale mezzo per ristabilire il rispetto della dignità umana. E in effetti, nei 30 articoli che lo compongono, il documento rappresenta un vero codice etico e un inno alla libertà, frutto della storia e dell'evoluzione dell'Occidente, circostanza questa che spiega come mai in altre parti del mondo l'implementazione della Dichiarazione incontri tante difficoltà, anche sotto il profilo dei costumi culturali e sociali. Nonostante ciò tuttavia situazioni di violazione dei diritti umani possono presentarsi non solo all'estero, ma anche in Italia ed occorre quindi essere sempre vigilanti, senza dare per scontate le conquiste acquisite. A questo fine il Senato ha costituito anche nell'attuale legislatura la Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani. I compiti e le funzioni della Commissione, costituita con voto unanime e insediata proprio il giorno del sessantesimo anniversario della Dichiarazione universale, il 10 dicembre 2008, sono dunque quello di monitorare le eventuali violazioni dei diritti umani sia in Italia che all'estero, anche attraverso verifiche dirette e sopralluoghi, e poi di formulare delle proposte, soprattutto al Ministro degli affari esteri, appunto connotate da concretezza e senso di equilibrio.
La professoressa Nazzaro, che insieme ai docenti Capriglione e Caggiano ha accompagnato gli alunni delle tre classi, ha spiegato che l'odierno incontro è il frutto di un percorso di formazione didattica sulla legalità, basato sul raffronto tra la Dichiarazione universale e la Costituzione italiana, che ha coinvolto anche alcuni detenuti della casa circondariale di Avellino.
Gli studenti hanno quindi indirizzato ai senatori Chiti e Bodega alcune domande in ordine al fondamento dell'istituto dell'immunità parlamentare, al caso di Eluana Englaro e all'intervento delle forze dell'ordine durante alcune manifestazioni studentesche svolte pacificamente. I senatori presenti hanno invitato gli studenti a riflettere sulla complessità di tali questioni, perché si tratta nel primo caso della tutela del delicato equilibrio tra la magistratura e il Parlamento, mentre nel secondo caso emergono il diritto di ciascuno a poter terminare con dignità la propria vita, la difficile valutazione se l'alimentazione e l'idratazione con sondino possano essere considerate o meno accanimento terapeutico e, nel contempo, l'esistenza di un vuoto normativo a causa della mancanza nel nostro Paese di una legge sul "testamento biologico". Nel terzo caso infine, partendo dall'assunto che sia la Dichiarazione universale sia la Costituzione italiana garantiscono la libera manifestazione dei convincimenti di ciascuno, purché espressa in modo pacifico e non violento, talvolta si pone l'esigenza di garantire l'ordine pubblico o di tutelare luoghi ritenuti particolarmente sensibili.
Successivamente a tale incontro, le classi hanno assistito ad una seduta dell'Assemblea di Palazzo Madama.