«Ventuno anni fa veniva ucciso Massimo D'Antona, accademico e giuslavorista. Uomo colto e studioso sensibile, volle innovare il mondo del lavoro e proprio per questo finì vittima di una violenza brutale che puntava a legittimare con l'ideologia un progetto criminale. Il ricordo del suo sacrificio è un dovere morale, ma anche l'occasione per ribadire la più ferma e netta condanna al terrorismo e all'uso della violenza nella lotta politica».
Lo ha dichiarato il Presidente del Senato Elisabetta Casellati ricordando l'assassinio commesso dalle Nuove Brigate Rosse il 20 maggio del 1999.