Discorso d'insediamento del Presidente Giuseppe Pasolini 2a Sessione (6 marzo-3 ottobre 1876)
Senato del Regno, tornata del 6 marzo 1876
Presidenza del Presidente Pasolini
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Discorso del nuovo Presidente
PRESIDENTE. Signori Senatori, miei colleghi.
Io mi apparecchiava a ritornare in mezzo a Voi e a prendere modesta parte ai vostri lavori, dai quali dolorose cagioni mi avevano per alcun tempo allontanato, quando una volontà alla quale mi è doveroso inchinarmi, mi chiamò a questo nobilissimo seggio. Invano tenterei dissimulare la trepidazione che mi viene dal sentimento, che le mie forze sono tanto impari all'ufficio che debbo esercitare.
A Voi però mi rivolgo, onorevoli Colleghi, e pieno l'animo dell'antica stima e fiducia in Voi, invoco non solamente la indulgenza vostra, ma ben anche il vostro favore ed aiuto.
Illustri uomini occuparono questo seggio, dei quali è viva in noi la memoria e la riverenza, vivissima dell'ultimo: è doloroso il non averlo più a dirigere i nostri lavori. Le sue virtù, i grandi servigi da lui resi alla patria lo facevano a tutti caro e rispettato.
Nella maravigliosa vicenda degli eventi che fecero dal Piemonte l'Italia una e indipendente, egli fu Consigliere al Magnanimo Re Carlo Alberto quando diede ai suoi popoli lo Statuto, del quale egli fu poscia interprete ed esecutore fedele come cittadino, come uomo politico, come Presidente del Consiglio di Stato. La sua divozione alla glorioso Dinastia di Savoia pareggiò il suo zelo nello attuare le libere istituzioni.
Di queste istituzioni principalissima presso tutti i popoli che si reggono a forma rappresentativa, è il Senato, la cui dignità, indipendenza ed efficacia dà vigore e saldezza a tutti gli ordini dello Stato; ed è necessario così allo splendore della Monarchia come al sicuro progresso della libertà civile.
E il Senato, mercè l'opera vostra, non verrà meno all'alta sua missione; perché nel cuore di tutti noi sta scolpito il sacro dovere di servire con tutte le forze il Re e la Patria.
(Applausi generali).
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