Visita ufficiale del Presidente del Senato in Romania
Intervento del Presidente Grasso pronunciato di fronte alle Camere rumere riunite in sessione plenaria
Signor Presidente del Senato,
Onorevoli Colleghi,
permettetemi innanzitutto di ringraziare il Senato della Repubblica di Romania e il Presidente Crin Antonescu. È per me un grande onore essere qui oggi ed è con viva emozione che prendo la parola in quest'aula, tempio della democrazia ed espressione della sovranità del popolo amico della Romania.
Italia e Romania sono unite da legami tanto stretti quanto antichi. Le origini dei rapporti culturali e delle relazioni economiche tra i nostri Paesi si perdono nei secoli. Condividiamo ideali e valori comuni, emersi in occasione dei moti rivoluzionari del 1848. Italiani e romeni si sono sostenuti reciprocamente nelle lotte per l'unità nazionale. I patrioti romeni e quelli italiani, primo tra tutti Giuseppe Mazzini, combatterono insieme per la libertà dei nostri popoli, con un sentimento di solidarietà e di vicinanza profondo e sincero che arriva fino ai giorni nostri.
Oggi i romeni sono la comunità straniera più numerosa in Italia. Essi partecipano attivamente alla vita economica, e contribuiscono in modo significativo al benessere del nostro Paese. L'adesione della Romania all'Unione Europea nel 2007, di cui l'Italia è stata grande sostenitrice, segna un ulteriore rafforzamento dei nostri rapporti e apre importanti, nuove prospettive di cooperazione. La Romania è al fianco dell'Italia per sostenere una soluzione condivisa e solidale all'interno dell'Unione all'emergenza migratoria nel Mediterraneo e partecipa attivamente alle operazioni della missione Frontex. L'Italia per parte sua continua ad incoraggiare l'ingresso della Romania nell'area Schengen.
Il mio Paese sta attraversando una fase molto complessa di riforme economiche e istituzionali. La settimana scorsa il Senato ha approvato la legge di stabilità e il disegno di legge di bilancio che si prefiggono di affrontare il difficilissimo contesto per l'economia nazionale ed europea confermando in pieno il gravoso impegno di rispettare i vincoli europei. Il Governo ha anche avviato un percorso di revisione costituzionale, per adeguare il processo decisionale interno agli sviluppi del processo di integrazione europea ed alle sfide della globalizzazione. A tal fine, è in discussione anche una riforma del nostro bicameralismo perfetto, con una possibile riconfigurazione delle funzioni del Senato che taluno vorrebbe persino cancellare. Personalmente sono fermamente convinto della perdurante validità del bicameralismo, che garantisce il governo della complessità e che consente una maggiore riflessione sulle scelte legislative più importanti. Credo che si possa e si debba attualizzare il sistema bicamerale perfetto, ad esempio distribuendo diversamente i compiti fra le due camere. Ma aumentare la qualità della democrazia, e il tasso di efficienza delle istituzioni, passa per un rafforzamento, non invece per una diminuzione della loro legittimazione.
Oggi più che mai la costruzione europea è a un punto di svolta, è sotto assedio. Deve fronteggiare questioni epocali, come la crisi economica e finanziaria, le migrazioni generate da conflitti, instabilità e povertà. Ed è minacciata da nazionalismi, populismi e sentimenti di disaffezione e di sfiducia nei confronti di un progetto che a volte viene percepito come lontano dagli ideali iniziali ed incapace di garantire benessere e futuro dei cittadini.
L'Italia si prepara ad assumere la Presidenza di turno del Consiglio dell'Unione europea nel secondo semestre del prossimo anno, cruciale perché segnerà l'avvio della nuova legislatura europea e l'adozione di una agenda per i successivi cinque anni. Affronteremo questo impegno nella profonda convinzione che insieme siamo più forti, che serve più Europa e più "unione".
Cari colleghi, io credo che la migliore garanzia per il futuro dell'Unione Europea sia proprio nei sinceri legami di amicizia che uniscono i nostri Paesi, nella condivisione di valori, principi, aspirazioni e speranze. Le nostre comuni radici oggi ci vincolano a un comune destino. E sono convinto che insieme sapremo realizzare pienamente il sogno europeo, facendo del nostro un continente di pace, benessere e diritti.
Grazie.