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Il Presidente: Intervento in Assemblea

Cerimonia di consegna del "Premio Nenni - Seconda edizione"

Intervento del Presidente del Senato, Pietro Grasso, nella Sala degli Atti parlamentari

Autorità, cari amici, caro Don Palmiro,
sono davvero molto lieto di aprire questa cerimonia di conferimento del premio Nenni, giunto alla seconda edizione, nella suggestiva cornice della Biblioteca del Senato, un luogo intriso di storia e cultura.
Vorrei innanzitutto ringraziare Giorgio Benvenuto, Presidente della Fondazione Nenni, insieme a tutti coloro che, con passione e impegno, hanno dato vita alla iniziativa di questo riconoscimento, "di buona politica, democrazia e pace", che viene conferito a coloro che si distinguono per qualità morali umane e politiche nel perseguimento del bene comune, nella difesa dei deboli, nella salvaguardia dell'ambiente. E' anche una bella occasione per ricordare Pietro Nenni, grande statista, giornalista e scrittore, uno dei padri fondatori della Repubblica. La sua vicenda umana e politica è lo specchio del Novecento italiano e delle grandi trasformazioni politiche e sociali che si vissero in quei decenni. Seppe sempre rimanere fedele a se stesso, sia durante il fascismo come durante l'egemonia comunista nella politica della sinistra italiana, fino alla svolta del Congresso socialista del 1957.

Ho ricordi personali molto vivi degli appassionanti comizi di Pietro Nenni, cui mi portava mio padre, che ne ammirava il tratto morale: erano i primissimi anni 60, io ero intorno ai 15 anni e Nenni era segretario del Partito Socialista. Ho memoria di un episodio in particolare: Palermo, il palco dinanzi l'ingresso del famoso teatro Massimo nell'omonima piazza. Nenni, con la sua grande capacità oratoria, arringava la folla alla lotta contro il potere dei ricchi, contro coloro che sfruttavano i lavoratori, prospettando una nuova società socialista che avrebbe abolito le diseguaglianze sociali. Parlava con tono sommesso con un crescendo incalzante che si concluse al grido che i socialisti non si sarebbero mai venduti, accompagnato dal continuo agitare del basco che era solito portare sul capo, mentre la folla esplodeva in una fragorosa ovazione. Ne rimasi suggestionato al punto da pensare che nella mia vita non avrei potuto fare a meno di lottare per la libertà, l'eguaglianza e la giustizia.

Memorabile il suo ultimo atto politico, il 20 giugno 1979, quando presiedette in qualità di decano la prima seduta del Senato dell'VIII legislatura ed esortò i parlamentari e non rimanere indifferenti davanti ai problemi dello sviluppo e pose con forza il valore della responsabilità collettiva. Il suo pensiero mantiene del tutto intatta la sua forza morale e ideale, anche grazie all'istituzione di questo premio da parte della Fondazione Nenni.
Oggi questo speciale riconoscimento verrà conferito a una persona altrettanto speciale: Don Palmiro Prisutto, parroco di Augusta. Don Palmiro, la ringrazio di essere qui con noi. Lei è diventato negli anni un punto di riferimento per la sua comunità, martoriata dall'inquinamento del polo petrolchimico, il più grande di Europa. Purtroppo quello che negli anni '50 ha rappresentato un forte fattore di crescita economica e sociale, oggi si rivela causa di un terribile inquinamento ambientale: falde idriche infiltrate, anomalie negli alimenti, deformazioni nei pesci e tanti, troppi casi di patologie tumorali nella popolazione. E lei, caro Don Palmiro, tiene senza sosta questa triste, drammatica contabilità: elencando i nomi delle persone morte di tumore. Una situazione che non può rimanere un problema di coscienza personale, è una questione che riguarda proprio quella coscienza collettiva tanto cara a Nenni.

Finalmente dopo anni e anni di stallo, qualcosa si sta muovendo, qualcosa sta cambiando. Proprio oggi l'Aula del Senato ha al suo esame il disegno di legge sui cosiddetti ecoreati, che, prevedendo strumenti giuridici sinora carenti, risponde ad una insopprimibile esigenza di giustizia e di tutela dell'ambiente che alta si leva da tutto il Paese, da nord a sud. In questo momento il pensiero non può non andare a tutti coloro, vittime e familiari, che hanno tanto sofferto e che soffrono. E' purtroppo troppo tardi per alcuni, ma ho piena fiducia che almeno le nuove generazioni potranno vedere i risultati di questa azione. Pertanto, auspico che il provvedimento legislativo possa essere rapidamente approvato in via definitiva, così che finalmente l'Italia sia dotata di norme per punire chi inquina l'ambiente, deturpa la bellezza della nostra terra, minaccia la nostra salute e ruba il futuro alle giovani generazioni.
Grazie.