Auguri alla stampa parlamentare
Discorso pronunciato dal Presidente del Senato, Pietro Grasso, a Palazzo Giustiniani
Cari giornalisti, cari colleghi,
sono davvero felice di essere con voi a Palazzo Giustiniani per il tradizionale incontro con la Stampa Parlamentare, per gli auguri reciproci e per tracciare, sulla base delle riflessioni del presidente dell'Associazione Sergio Amici - che ringrazio - un bilancio dell'anno che volge al termine.
Iniziamo dalla cronaca. Il Senato ha appena concluso l'iter delle norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento, un provvedimento a lungo atteso che ha generato un ampio e acceso dibattito, sia tra le forze politiche che nell'opinione pubblica.
E' stata affrontata una lunga e appassionata discussione, l'Aula ha deliberato e approvato una legge che incide profondamente sulla vita dei cittadini. Ciascun gruppo parlamentare e ciascun senatore ha espresso con forza i propri convincimenti, e ogni posizione merita il più profondo rispetto, nella consapevolezza che quando si esaminano tematiche così dense di significati, di dolore e di speranza, a guidarci devono essere la reciprocità e l'ascolto.
Mi hanno molto colpito le parole della lettera di Michele Gesualdi che ho ricevuto alcune settimane fa, e stamattina ho incontrato sua figlia Sandra. Pur nella diversità delle opinioni, di fronte a noi dobbiamo tener presente la vita reale delle persone, i loro bisogni, le loro sofferenze, le loro aspettative. Possiamo dire di aver assolto al nostro compito quando, in coscienza, decidiamo secondo criteri di responsabilità, cercando tutti insieme la strada di maggior condivisione possibile anche sulle questioni più divisive.
La riforma del Regolamento ha visto collaborare positivamente le diverse forze politiche, che hanno all'unanimità dato mandato al relatore per la discussione in Aula. La prossima settimana ci vedrà impegnati nella valutazione degli emendamenti presentati, con l'obiettivo di arrivare ad un risultato condiviso e nell'interesse di tutti.
Lei ha citato alcuni dei provvedimenti importanti che saranno rimandati alla prossima Legislatura: la riforma della diffamazione, l'abolizione del carcere per i giornalisti e le norme per fermare le querele temerarie. Anche i più recenti casi di cronaca hanno evidenziato come la vostra attività sia spesso sottoposta a inaccettabili intimidazioni e intollerabili pressioni: a risultarne più fragili non sono solo i singoli cronisti minacciati e più in generale l'intera categoria, ma tutto il nostro Paese, perché il vostro lavoro è essenziale per il buon andamento delle Istituzioni. Una democrazia sana e forte ha infatti più che mai bisogno di penne e tastiere libere, capaci di accendere i riflettori laddove si nascondono inefficienze, corruzione, malaffare e di dare ai cittadini l'opportunità di maturare al meglio i propri convincimenti. In questi cinque anni avremmo dovuto - e potuto - agire anche sul piano legislativo per colmare le lacune del nostro sistema di regole e protezioni a maggior tutela del giornalismo. In ogni occasione di incontro con la stampa parlamentare non ho mai dimenticato di richiamare tutte le forze politiche ad una seria assunzione di responsabilità su questi temi. Purtroppo senza esiti positivi.
Presidente Amici,
ci avviciniamo al momento nel quale i cittadini saranno chiamati alle urne per eleggere il futuro Parlamento. Non entro nel merito delle prospettive della prossima Legislatura ma credo sia opportuno riflettere su almeno due questioni. La prima è connessa all'esercizio del diritto di voto. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un aumento dell'astensionismo, un aumento che segnala da un lato la disaffezione di una parte sempre più consistente della popolazione verso la politica e dall'altra la difficoltà dei partiti e dei movimenti di dare rappresentanza ai bisogni e alle speranze dei cittadini. Non votare significa rinunciare ad incidere sul proprio futuro e su quello del Paese: per questo mi auguro che possa invertirsi la tendenza delle ultime consultazioni elettorali.
Una seconda considerazione attiene invece ai toni e allo stile che ciascuna forza politica adotterà nella imminente competizione elettorale. Su questo tema mi limiterò a richiamare le riflessioni che feci nel gennaio 2016. In quella occasione osservai che un dibattito feroce e improntato allo scontro non avrebbe aiutato i cittadini a formarsi un giudizio consapevole sul merito delle proposte in campo e che l'uso di toni esasperati avrebbe piuttosto determinato un'ulteriore crisi di legittimazione delle istituzioni e della funzione stessa della politica. Le parole di allora mi sembrano utili anche per la futura campagna elettorale: mi auguro dunque che lo stile e gli atteggiamenti saranno misurati e rispettosi, pur nella diversità delle opinioni e nella radicale differenza dei programmi che ciascuna forza politica proporrà ai cittadini. Se si saprà costruire un dibattito senza strumentalizzazioni e incentrato sui contenuti avremo una campagna elettorale appassionata ma leale. D'altro canto soffiare sulla paura, delegittimare gli avversari e alimentare la rabbia e la sfiducia - sentimenti diffusi e ben delineati nel Rapporto Censis da lei citato - non può che rendere tutto il nostro Paese, a prescindere da chi raccoglierà il maggior numero dei consensi, più fragile e diviso.
Presidente Amici,
condivido pienamente le parole del Presidente Mattarella da lei citate. Io credo che la chiave del futuro sarà nella determinazione a procedere con solidarietà e coesione. Il cuore dell'Europa sono i suoi cittadini, l'attenzione dell'Unione europea deve concentrarsi sulle loro necessità, sulle difficoltà da superare e sui sogni da realizzare. Pertanto l'obiettivo prioritario è il rafforzamento democratico dell'Unione, in modo da consegnare ai nostri figli e ai nostri nipoti, che sono e si sentono dalla nascita cittadini europei, un'Europa più giusta e influente sul piano internazionale.
Presidente Amici, non ho intenzione in questa sede di fare alcun cenno al mio futuro. Mi limito a ricordare che, già in occasione della prima cerimonia del Ventaglio nel luglio 2013, rivendicai la possibilità di poter esprimere la mia opinione sui temi del dibattito politico senza che nessuno potesse temere o ipotizzare una parzialità nell'esercizio delle mie funzioni di Presidente. Valeva allora, è valso nel corso di questi anni e vale ancora di più ora che la Legislatura volge al termine.
Prima di concludere consentitemi di ricordare che domenica 17 si terrà il tradizionale concerto natalizio di beneficenza, giunto quest'anno alla XXI edizione. Ancora una volta l'Aula di Palazzo Madama si aprirà alla cultura, all'arte, alla musica, alla solidarietà: è un'iniziativa di cui siamo molto orgogliosi e che speriamo possa come sempre avere un grande successo.
Il Parlamento fa parte della storia e della cultura del nostro Paese. Riconoscerne la centralità non è vuota retorica ma riconoscimento della democrazia come rappresentanza e del potere politico come servizio per i cittadini, soprattutto i più deboli e indifesi. È quindi possibile e doveroso coniugare tradizione e innovazione, rendendo solide le basi della convivenza civile anche attraverso la piena legittimazione delle Istituzioni democratiche e lo sviluppo di efficienti e sempre più efficaci modalità di decisione pubblica, che siano sempre coerenti con il tracciato fissato dalla nostra Costituzione. Si stanno per aprire le celebrazioni per il settantesimo anniversario della Costituzione italiana che proprio qui, a palazzo Giustiniani, è stata firmata il 27 dicembre 1947. Democrazia, Costituzione, solidarietà sono e restano i principi che dobbiamo trasmettere alle future generazioni, il perimetro dentro il quale, senza distinzioni di appartenenza, ciascuno possa sentirsi parte della stessa comunità.
Proprio per questo, nel corso della XVII Legislatura abbiamo rafforzato il legame tra i cittadini e questa Istituzione aprendo le porte di Palazzo Madama e Palazzo Giustiniani, organizzando mostre gratuite e sostenendo i bandi di concorso per le iniziative a cui hanno partecipato le scuole. Circa 300 mila cittadini, ci cui 150 mila giovani studentesse e studenti, hanno visitato i Palazzi, partecipato alle tante occasioni di incontro e assistito dalle tribune ai lavori dell'Aula.
In questi cinque anni come presidente ho potuto apprezzare la dedizione, la professionalità e correttezza che tutti i giornalisti dell'Associazione Stampa Parlamentare hanno profuso nel raccontare la vita quotidiana del Senato e le attività di questa Istituzione ai cittadini, informandoli con equilibrio e tempestività.
Sin dal principio abbiamo costruito un rapporto di grande rispetto e assoluta cooperazione che è cresciuto di anno in anno e attraverso il quale abbiamo determinato una felice collaborazione: grazie davvero.
Un sincero e sentito ringraziamento va infine al Segretario Generale Elisabetta Serafin, ai due Vice Segretari Generali, Federico Toniato e Alfonso Sandomenico, al nostro Ufficio Stampa e a tutto il personale dell'Amministrazione del Senato. In questi anni avete saputo mantenere intatta la straordinaria storia e tradizione di questa Istituzione, traghettandola con successo nella modernità e aprendola a migliaia e migliaia di cittadini che hanno potuto apprezzarne la bellezza e conoscerne le funzioni e le iniziative. È un impegno del quale dovete essere fieri e i cui risultati sono confermati dall'altissimo gradimento che questa Istituzione riscuote nel cuore degli italiani.
Grazie di cuore a tutti.