Il Politecnico - La storia
Fondato a Milano nel 1839 da Carlo Cattaneo, iniziò le pubblicazioni il 1º gennaio 1839. Cattaneo, tra i principali redattori degli Annali universali di statistica, cui intendeva conferire un maggior rigore scientifico, in contrasto con il tono divulgativo e popolare del periodico, vide respingere la sua proposta dall'editore, Francesco Lampato, e decise quindi di acquistare e dirigere da sé una testata che aveva già ottenuto l'autorizzazione del governo del Lombardo-Veneto, Il Politecnico appunto. Va notato che per le collaborazioni dei redattori erano previsti regolari compensi sulla base di un'apposita "tariffa", il che conferisce all'iniziativa di Cattaneo una connotazione imprenditoriale oltre che eminentemente culturale. La pubblicazione dei volumi fu semestrale nel 1839 e annuale dal 1840 in poi, essendo la periodicità mensile risultata nel frattempo difficile da rispettare, dato il carattere multidisciplinare della rivista, non tanto per le parti redazionalmente meno impegnative come le notizie, molto brevi e ricavabili da vari canali d'informazione, o come le cosiddette riviste o recensioni di opere nuove, ma per i contributi di maggior spessore, ovvero le memorie originali, che richiedevano studi speciali nei più diversi ambiti disciplinari e tematici. Ben presto lo scrittoio dell'intellettuale milanese si trasformò in una fucina di idee e di articoli, convogliando gli apporti di figure come i naturalisti Giuseppe Balsamo Crivelli e Giorgio Jan, gli ingegneri Lombardini, Cadolini e Possenti, i medici Andrea Bianchi e Giovanni Polli, i filosofi e studiosi della politica Andrea Zambelli e Giuseppe Ferrari, il linguista Bernardino Biondelli, l'architetto Francesco Durelli. La rivista si interruppe nel 1844 a causa dei sopravvenuti impegni del fondatore, che fino a quel momento aveva svolto un ruolo essenziale nella redazione, e riprese il 1º novembre 1859, dopo l'annessione della Lombardia al Regno di Sardegna, proseguendo fino al 1869, anno della morte di Cattaneo. Il fondatore, comunque, aveva cessato di dirigerla nel 1862 per contrasti con l'editore Gino Daelli, anche se continuò a firmare articoli come collaboratore. Nel 1864 la proprietà della casa editrice fu rilevata dall'ingegnere alsaziano Ernest Stamm, che alla fine del 1865 la cedette a sua volta al finanziere Andrea Ponti. In ogni caso Il Politecnico, pur privo della forte presenza del Cattaneo, ne conservò l'impianto, mostrando di voler continuare a coniugare le scienze della natura e dell'uomo sul terreno delle possibili applicazioni pratiche. Sotto la direzione di Francesco Brioschi nel 1866 la testata assunse un nuovo sottotitolo ("Repertorio di studj letterari, scientifici e tecnici") e iniziò ad uscire in due distinte parti, letteraria e tecnica. La prima, guidata da Romualdo Bonfadini, si chiuse alla fine del 1868; la seconda si fuse nel 1869 con il "Giornale dell'ingegnere civile e meccanico", per dare vita al "Politecnico. Giornale dell'ingegnere architetto civile e industriale", che cessò definitivamente le pubblicazioni solo nel 1937.