Il Lampione - La storia
Il Lampione, con sottotitolo Giornale per tutti, nasce nel vivo della battaglia patriottica del 1848, durante la prima guerra di indipendenza, e si presenta come giornale politico-satirico. Già dal titolo si evince l'intento del foglio, ovvero quello di illuminare soprattutto il popolo consentendo ad esso di vederci chiaro nella selva dei programmi politici, delle opinioni e delle speranze che si diffondono nel 1848 in Italia e in Europa. Tra i giornali che a Firenze "si moltiplicano come funghi" Il Lampione "vuole stare acceso anche di giorno a dispetto del sole, perché pare che il sole faccia poco lume, attesi certi nuvoloni vestiti di nero che vanno e vengono da un paese all'altro per farsi dei complimenti e ricevere visite". La pubblicazione del giornale fu possibile grazie ad un decreto sulla libertà di stampa ottenuto dai liberal-democratici il 6 maggio 1847. Il Lampione. Giornale per tutti veniva pubblicato tutti i giorni eccetto "quelli che succedono feste d'intiero precetto"; aveva diffusione, oltre che a Firenze, a Livorno, Lucca, Prato e Siena, come viene riportato nella nota inerente la distribuzione della prima pagina di ogni numero. Dato il carattere politico-ideologico acceso del periodico, venne probabilmente accusato di essere "sovversivo" e in una Giustificazione apparsa alla fine del n. 14 del 28 luglio 1848 si difende affermando: "Han detto che il Lampione è un giornale sovversivo (...) sovversivo un foglio che è per tutti, e munito del bollo rispettabile dello stato?...un foglio che dice sempre la verità, che professa le massime inconcusse d'Italianità, d'Indipendenza, di Libertà. Un foglio che presta i suoi servigi a ogni persona, ai letterati e agli artisti, agli scienziati e ai professori di musica, ai Brachierai e ai fabbricanti d'Armi per la Guardia civica, ai parrucchieri ed ai Legali, ai Maestri di ballo ed alle Cameriere (...) ai Cavalieri e ai Cocchieri, ai Fornaj ed ai Capitani in Ritiro, alla sinagoga e allo stato maggiore dell'esercito, alle servette ed alla Guardia, e persino al Ministero, se mai si risolvesse a farci veder chiaro... un foglio di tal fatta può chiamarsi sovversivo?" La presenza di vignette satiriche e di illustrazioni probabilmente favorì la diffusione del periodico, infatti in un avviso del n. 99 del 8 novembre 1848 i redattori, "animati dal successo ottenuto costantemente (...) e desiderosi di corrispondere sempre più alle simpatie del pubblico", decisero di aggiungere "eleganti caricature, vignette, ritratti, fregi. Tutto questo senza veruno accrescimento di prezzo". Con la sconfitta di Carlo Alberto a Novara il 22-23 marzo 1849 e con la successiva restaurazione del potere del Granduca Leopoldo II in Toscana e le sue politiche restrittive in materia di libertà di stampa e non solo, il foglio dovette cessare le pubblicazioni.