Sul 21° anniversario della tragedia di Ustica
(Seduta n. 8 del 27 giugno 2001)
(Si leva in piedi e con lui tutta l'Assemblea). Onorevoli senatori, consentitemi di esprimere alcune parole non di circostanza.
Come voi sapete, ventuno anni fa, esattamente la sera del 27 giugno 1980, nella zona di Ustica precipitò un aereo DC-9 della compagnia Itavia in volo da Bologna a Palermo. Fu una tragedia di proporzioni impressionanti: morirono 81 persone, di cui 12 bambini.
Le cause di questa tragedia sono purtroppo ancora controverse nell'opinione pubblica, nella stampa e anche tra coloro che si sono occupati della questione, benché un provvedimento del giudice istruttore competente parli esplicitamente di incidente occorso a seguito di azione militare di intercettamento.
In questo 21° anniversario ritengo di dover esprimere il senso, mio personale ma certamente dell'Aula tutta, di umana pietà per le vittime, sentimenti di cordoglio per le famiglie, per i parenti coinvolti nella tragedia, ma soprattutto l'auspicio che si arrivi finalmente ad un rigoroso accertamento dei fatti tale da offrire una verità condivisa, e cioè accettata, non controversa, non lacerante.
A questa opera di ricerca della verità condivisa il Parlamento italiano ha dato il suo contributo con la Commissione stragi e contribuisce anche la magistratura con provvedimenti già presi e con un dibattimento che è ancora in corso presso il tribunale di Roma.
Tuttavia, è probabile che elementi per arrivare alla verità condivisa siano ancora nella disponibilità di individui, di autorità, di amministrazioni o di Governi. Perciò esprimo l'auspicio, un fermo auspicio, che tutti costoro offrano, nelle forme proprie di ciascuno, la massima collaborazione affinché quegli elementi utili e rilevanti che ancora non fossero stati resi disponibili lo divengano rapidamente perché sia fatto il massimo di luce.
Questa mattina ho ricevuto una delegazione composta da associazioni dei parenti delle vittime e da altre associazioni interessate al perseguimento della verità, le quali mi hanno consegnato un appello. Ho espresso loro sia i miei sentimenti di cordoglio, sia l'auspicio nel senso che ho appena indicato.
Sono certo, con ciò, di esprimere il pensiero unanime di tutti i senatori. Vi ringrazio.