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Il Presidente: Intervento in Assemblea

Celebrazione del 60° anniversario dell'Alleanza Atlantica

Pochi giorni or sono, la NATO ha compiuto 60 anni e oggi, in quest'Aula, ne abbiamo ripercorso le origini, le tappe del processo di trasformazione, celebrando i traguardi raggiunti anche attraverso la voce di alcuni testimoni d'eccezione.
Ma abbiamo anche contribuito - e ringrazio le numerose delegazioni presenti e tutti gli intervenuti - alla riflessione sul futuro ruolo della NATO nelle nuove sfide che l'Alleanza ha dinanzi a sé, connesse al mutare del contesto di sicurezza e al delinearsi di un assetto mondiale multipolare, in cui emergono nuovi soggetti e attori che erodono il peso relativo degli Stati Uniti e degli alleati europei.
Non saremmo oggi qui riuniti se non fossimo animati dalla comune volontà di utilizzare al meglio la NATO come forum di dialogo politico e come strumento per tradurre le decisioni assunte a livello politico in azione concreta, nella convinzione della validità dello spirito dell'Alleanza transatlantica e della sua efficacia, nel mutare del tempo e delle sfide.

Sessanta anni. Un progetto concepito inizialmente come ventennale si è trasformato in un progetto di perdurante attualità. Qual è il motivo di questo successo?
Non sono solo i valori comuni su cui si fonda la solidarietà euro-atlantica, ma è soprattutto la costante trasformazione della NATO che rappresenta la sua forza: lo scenario di sicurezza è mutato, sono emerse nuove sfide, si sono aggiunti nuovi membri, l'approccio ai problemi locali è divenuto globale, la rete di sicurezza si è ampliata attraverso i partenariati.
Il vertice di Strasburgo-Kehl del 3-4 aprile scorso ha infatti ribadito l'indivisibilità della sicurezza euro-atlantica quale principio fondamentale dell'Alleanza. Una solida difesa collettiva delle popolazioni, dei territori e delle forze dell'Alleanza resta il proposito centrale e il primo compito di sicurezza, assecondando la lettura classica dell'art. 5 del Trattato di Washington come pietra angolare della sicurezza europea.

La NATO deve però fronteggiare nuove evenienze a seguito della trasformazione degli assetti mondiali e dell'emergere di nuove minacce - globali, diversificate e complesse - alla pace e alla stabilità.
E la NATO si è dimostrata in grado di farlo tramite la capacità di dispiegare forze in grado di condurre un'ampia gamma di operazioni e missioni sia all'interno che all'esterno del territorio dell'Alleanza, anche a distanza strategica, nonché tramite un approccio integrato alle crisi.
Essa agisce, inoltre, anche in sinergia con l'ONU e con altre organizzazioni internazionali dell'area euro-atlantica - quali UE, OSCE e il Consiglio d'Europa - che sono fondate su comuni visioni e convinzioni.
Molte cose sono cambiate da quando l'Alleanza è stata creata dai primi codici firmatari del trattato di Washington nel 1949.

L'Alleanza è sopravvissuta alla stessa guerra fredda e alla conquistata riunificazione della Germania. Alla fine degli anni '90 l'Alleanza ha rivolto la sua attenzione alla crisi nei Balcani (per la prima volta "fuori area"), che si è conclusa con la realizzazione di rapporti più forti con i paesi dell'Est europeo, attivando un processo che è culminato nell'ingresso di molti Stati dell'ex Patto di Varsavia nell'Alleanza dapprima nel 1999, poi nel 2004 e oggi con l'ingresso di Albania e Croazia.
Dopo gli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001 la NATO si è concentrata sulle nuove sfide asimmetriche e ha dispiegato truppe in Afghanistan e istruttori in Iraq.

Possiamo dunque affermare in sintesi che, con il dissolversi del Patto di Varsavia e il continuo mutare del contesto geopolitico, l'Alleanza ha assunto, in riposta alle nuove sfide che si sono nel frattempo profilate, nuove responsabilità, come quella di assicurare stabilità in aree a rischio di conflitti regionali ed etnici, di prevenire i rischi di recrudescenza del terrorismo internazionale e della proliferazione delle armi di distruzione di massa.
Inoltre, nel dicembre del 2002, con l'accordo Berlin Plus è stato creato un quadro per la cooperazione tra la NATO e l'UE, che consente all'UE di accedere alle capacità di pianificazione e conduzione delle operazioni della NATO.

Lo spirito dell'Alleanza risulta vivo e valido. Sono cambiati radicalmente gli scenari. Ma la logica della cooperazione transatlantica per la sicurezza è senza tempo. La necessità per l'Europa e l'America del Nord di affrontare le sfide alla sicurezza insieme rimane attuale oggi come 60 anni fa. La radice più solida della perdurante validità della NATO risiede nella forza vincente dei valori che accomunano i Paesi aderenti. La NATO è l'organizzazione di difesa comune dei Paesi che si riconoscono - per la stragrande maggioranza - nel modello di vita occidentale, basato sui diritti degli individui, sulla democrazia politica e sulla difesa della libertà dei mercati.
Le democrazie occidentali sono infatti state le prime a sviluppare i concetti di difesa dei diritti della persona e di garanzia della libertà individuale dei cittadini, anche di fronte all'eccessiva invadenza dello Stato.

Questo modello di democrazia e di difesa dei diritti dell'individuo è oggi sempre più largamente diffuso dopo il tramonto o quantomeno l'indebolimento dei cosiddetti regimi di democrazia popolare. Vi è anche una progressiva espansione del concetto di garanzia dei diritti della persona, ma alcuni decenni or sono difendere il pluralismo democratico e le libertà individuali ha rappresentato una sfida ardua da sostenere e in questo la NATO è stata un baluardo di civiltà insostituibile e un punto di riferimento essenziale per tutti gli uomini liberi.
La situazione di benessere diffuso dei paesi ad economia di mercato è oggi fin troppo chiara ed è testimoniata anche dall'enorme afflusso di immigrati verso queste aree e dall'accettazione di forti elementi di libera imprenditorialità anche nei sistemi che si richiamano al collettivismo, ma fino a pochi decenni fa l'economia di mercato ha dovuto essere difesa sia idealmente che militarmente dalle molte minacce che la insidiavano.

Oggi dunque la democrazia politica e l'economia di mercato godono di sufficiente forza e credibilità, ma la NATO resta uno scudo insostituibile a difesa di valori per loro natura molto fragili e delicati, proprio perché generatori di ricchezza, di benessere e di stabilità sulla base di istituzioni non coercitive.
Ciò non toglie che alla centralità del legame tra Paesi dell'area occidentale si affianchi il dialogo politico con numerosi paesi partner in tutto il mondo in grado di contribuire a dare una risposta globale a sfide globali. Negli ultimi quindici anni la NATO ha infatti avviato partenariati con stati di regioni prossime al perimetro dell'Alleanza - Asia centrale, Nord Africa e Medio Oriente - per promuovere il dialogo e la cooperazione e accrescere così la sicurezza e la stabilità dell'Europa e del suo vicinato.

Le sfide di oggi dell'Alleanza sono la stabilizzazione dell'Afghanistan, il dialogo e la cooperazione con la Russia, le nuove minacce più volte richiamate.
Sull'Afghanistan il vertice alsaziano, ha riaffermato che la sicurezza comune euro-atlantica è legata strettamente alla stabilità e alla sicurezza dell'Afghanistan e della regione e ha ribadito l'impegno alleato a lungo termine, nel quadro della missione ISAF e in stretta collaborazione con il governo afgano, a sostenere il processo di democratizzazione e ricostruzione dell'Afghanistan, definito priorità essenziale per l'Alleanza.
Restano ancora sfide importanti da affrontare, in tema di garanzia della sicurezza, governabilità, ricostruzione e sviluppo, lotta alla corruzione e al narcotraffico di fronte alle quali la NATO avrà compiti primari dell'addestramento delle forze armate e di polizia afgane, dell'impegno a garantire la sicurezza del prossimo processo elettorale, della promozione di un maggior dialogo con i paesi confinanti e primo fra tutti il Pakistan, per favorire il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo, democrazia, rispetto dei diritti umani promossi dal governo afgano.

Riprenderanno entro giugno 2009 i delicati rapporti con la Russia, come ha deciso il vertice alsaziano.
Viene, dunque, riaffermato l'impegno alleato per un partenariato con la Russia concepito come strategico e volto a promuovere la sicurezza nell'area euro-atlantica.
Riprende così il dialogo politico già sviluppatosi dal vertice di Pratica di Mare (maggio 2002), che il conflitto russo-georgiano dell'agosto 2008 aveva interrotto; perchè la Russia è un importante partner e vicino per la NATO, sulla base di interessi comuni.
Alle sfide alla sicurezza nel medio periodo tenterà di rispondere il nuovo Concetto strategico, che potrebbe essere adottato nel vertice del 2010, individuando i grandi temi prioritari, i possibili scenari di sicurezza e le correlate capacità, tradizionali e complementari, che mettano in grado l'Alleanza di assolvere, accanto alla tradizionale funzione, anche quelle che potrebbero dimostrarsi necessarie come la sicurezza energetica, la sicurezza marittima, la difesa antimissile.

Il coinvolgimento dei decisori politici - e dunque di tutti noi oggi qui riuniti - è fondamentale per lo sviluppo del nuovo Concetto strategico e per il raggiungimento degli obiettivi politici e militari dell'Alleanza.
In particolare, i parlamentari delle delegazioni NATO sono da considerare protagonisti primari per comunicare il ruolo, le missioni e gli obiettivi della NATO ai cittadini dei paesi membri.
Ancora oggi la NATO, anche se non ha più il ruolo che possedeva all'epoca della guerra fredda, essendo mutato lo scacchiere internazionale, riveste importanza decisiva nei rapporti tra Stati, perché continua ad essere egualmente garanzia di equilibrio e di pace e sicurezza internazionale.
Ne sono anche testimonianza le attuali missioni in alcune parti del mondo che, sotto l'egida dell'Alleanza, assicurano il ripristino della democrazia in alcuni territori fatti oggetto di gravi turbative della loro indipendenza e della libertà di quei singoli cittadini.

La NATO ha protetto i diritti fondamentali umani, civili e politici della nostra generazione.
E ha consentito il mantenimento degli stessi valori alle nuove generazioni, che spesso non conoscono la storia di quegli eventi.
Credo, allora, che proprio con la celebrazione del sessantesimo anniversario, anche i giovani debbano partecipare con piena consapevolezza a questo importante evento; questo si può fare attraverso la conoscenza di quello che la NATO è stata, di quello che ancora oggi rappresenta.
Creiamo, quindi le condizioni perché ciò accada.
Facciamo in modo che questa occasione si trasformi in impegno da parte del Senato, ma anche da parte della NATO per una campagna ai giovani di conoscenza dei valori e del significato che il Trattato dell'Alleanza Atlantica racchiude.
Perché la conoscenza della storia è presupposto indispensabile per la comprensione degli eventi che accadono.

Consentitemi, infine, una riflessione ed un auspicio, in un contesto, quello di oggi, dove si discute di pace e di volontà di appianare i conflitti tra Stati e di lanciare un messaggio di speranza.
La delicata questione medio orientale deve trovare una soluzione stabile e condivisa alle tensioni che segnano questa straordinaria terra, culla di civiltà.
Mi auguro che da parte di tutti si intensifichino gli sforzi affinché si possa pervenire ad una soluzione politica che consenta il sorgere di due Stati e due popoli, nel rispetto delle essenziali esigenze di sicurezza di Israele.
Ringrazio tutti voi per la vostra partecipazione a questo importante incontro che sicuramente costituisce momento di sintesi e di arricchimento della nostra cultura euro atlantica, testimonianza di difesa dei valori di libertà, indipendenza e autonomia dei suoi Stati membri.