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Il Presidente: Intervento in Assemblea

Ruolo della Donna nello Sviluppo dei Paesi Arabi

Autorità, Signore e Signori,
ringrazio e saluto il Segretario Generale del Consiglio di Cooperazione dei Paesi Arabi del Golfo e la Vice presidente del Senato per avere promosso questa giornata di riflessione sul ruolo della donna, e voi tutti per essere qui oggi. Ritengo particolarmente significativo che il Consiglio di Cooperazione dei Paesi Arabi del Golfo abbia scelto l'Italia, e Roma in particolare, per queste quattro giornate dedicate al consolidamento dei rapporti con l'Europa. Ed è importante che questi incontri diano rilievo anche al dialogo religioso, culturale e umano e non siano dedicati solo all'aspetto imprenditoriale e agli scambi commerciali tra le due aree, una realtà su cui da tempo opera il mondo imprenditoriale italiano con la piccola e media impresa.

In un contesto così ampio di dibattito, è giusto affrontare il ruolo delle donne nello sviluppo dei Paesi del Golfo. Sono intervenute oggi in Senato prestigiose relatrici, che hanno trattato i diversi aspetti delle attività al femminile, nella famiglia, nello sviluppo sostenibile della società, nell'economia, nell'istruzione, nella politica e le istituzioni, e all'interno delle due grandi realtà politiche e geografiche dell'Italia, dell'Europa e dei Paesi Arabi del Golfo. Il confronto è stato aperto e produttivo; c'è davvero bisogno di dialogo e di conoscenza per superare pregiudizi, affrontare difficoltà di comprensione reciproca e lavorare per uno sviluppo comune.

Da noi in Occidente l'affermazione delle donne nella società è maturata durante un lungo percorso storico e culturale, e solo nel ventesimo Secolo la "questione femminile" è giunta prepotentemente alla ribalta. Lo sviluppo economico e sociale di interi continenti passa attraverso la compiuta realizzazione delle donne. Il loro accesso all'istruzione e al lavoro sono fondamentali per garantire il benessere economico del mondo. Istruzione e formazione contribuiscono infatti, in modo decisivo, a dare una risposta alla crescenti sfide socio- economiche e demografiche che i nostri Paesi devono affrontare e rappresentano una importante via d'uscita dalla attuale crisi.

I ruoli e le responsabilità che le nostre società hanno affidato da sempre alle donne sono la famiglia, la casa, la cura dei figli. Ma oggi assistiamo giustamente ad un diverso protagonismo al femminile: nell'impresa, nella politica, nelle università. Una richiesta forte di riconoscimento non solo sociale ma politico e individuale che a volte mette in discussione ruoli tradizionali e limitanti delle donne. Non sempre siamo aperti a recepire queste esigenze, ma sarebbe un errore persistere a credere che uno sviluppo umano equilibrato possa essere raggiunto in qualunque parte del mondo senza l'impegno e le idee della popolazione femminile.

C'è inoltre un doloroso fenomeno che dobbiamo impegnarci a combattere sul piano normativo, culturale e sociale: la violenza contro le donne. Proprio a Roma, nel mese di settembre scorso, si è tenuta all'interno dei lavori del G8 la Conferenza contro la violenza sulle donne, voluta dal Ministro italiano delle Pari Opportunità. E' stato un segnale importante, da cui è emerso un impegno comune a intervenire con proposte concrete per contribuire alle soluzioni di questo delicato, complesso e drammatico problema.

La nostra storia, la nostra cultura sono diverse, ma ci accomuna la consapevolezza che nella lotta contro la violenza sulle donne e nel percorso per consentire ad esse l'accesso all'istruzione, risiede il benessere delle nostre famiglie e dei nostri Paesi. Una società, un popolo, che non siano consapevoli di queste fondamentali esigenze e non si attivino per rimuovere gli ostacoli per il raggiungimento dell'obiettivo di porre la donna in posizione di piena parità in ogni settore della vita civile, rischiano di perdere ogni occasione di vero sviluppo e crescita del proprio Paese.

Vi auguro un buon proseguimento dei lavori, e sono certo che da queste giornate emergeranno nuove idee di lavoro comune.