Il Presidente: Intervento in Assemblea
Sulla scomparsa di Antonio Giolitti
Onorevoli colleghi, si è spento ieri a Roma, all'età di novantacinque anni, Antonio Giolitti. È scomparso un Padre della nostra Costituzione, nonché un protagonista di primo piano della politica economica dell'Italia repubblicana. Fondamentale, per la sua formazione politica, l'esperienza della Guerra di Liberazione, nella quale fu tra i fondatori delle Brigate Garibaldi e partecipò alla lotta partigiana in Piemonte. Egli stesso si descrisse, in una lettera a Vittorio Foa, come "un intellettuale che si è trovato suo malgrado a far politica per colpa della Resistenza".
Alla fine della guerra, Giolitti entrò nel Governo Parri come Sottosegretario agli esteri, e nel 1946 fu eletto all'Assemblea Costituente. Dopo l'invasione sovietica dell'Ungheria abbandonò il Partito comunista per aderire al Partito socialista, nelle cui liste fu eletto alla Camera dei deputati in tutte le successive Legislature dal 1957 al 1976. Più volte ministro del Bilancio nei Governi guidati da Moro, Rumor e Colombo, fu uno dei principali ispiratori della politica di programmazione economica seguita in quegli anni dal nostro Paese. Dal 1977 al 1985 fu inoltre membro della Commissione dell'allora Comunità Economica Europea, dapprima come Commissario per le relazioni esterne e successivamente come Commissario per la politica regionale ed il coordinamento dei fondi comunitari. Nel 1985 lasciò il Partito socialista ed in occasione delle elezioni per la X Legislatura divenne membro della nostra Assemblea come indipendente nelle liste del Partito comunista italiano. Al termine della Legislatura, nel 1992, lasciò la politica attiva, ma l'impronta lasciata dalla sua levatura intellettuale e dalla profonda coerenza di idee e d'azione al servizio del Paese - nella lunga esperienza parlamentare e nell'espletamento dei numerosi incarichi di governo, in sede nazionale ed europea - colloca a buon diritto Antonio Giolitti fra i padri nobili della nostra democrazia. Invito pertanto l'Assemblea ad osservare, nella sua memoria, un minuto di raccoglimento.
Alla fine della guerra, Giolitti entrò nel Governo Parri come Sottosegretario agli esteri, e nel 1946 fu eletto all'Assemblea Costituente. Dopo l'invasione sovietica dell'Ungheria abbandonò il Partito comunista per aderire al Partito socialista, nelle cui liste fu eletto alla Camera dei deputati in tutte le successive Legislature dal 1957 al 1976. Più volte ministro del Bilancio nei Governi guidati da Moro, Rumor e Colombo, fu uno dei principali ispiratori della politica di programmazione economica seguita in quegli anni dal nostro Paese. Dal 1977 al 1985 fu inoltre membro della Commissione dell'allora Comunità Economica Europea, dapprima come Commissario per le relazioni esterne e successivamente come Commissario per la politica regionale ed il coordinamento dei fondi comunitari. Nel 1985 lasciò il Partito socialista ed in occasione delle elezioni per la X Legislatura divenne membro della nostra Assemblea come indipendente nelle liste del Partito comunista italiano. Al termine della Legislatura, nel 1992, lasciò la politica attiva, ma l'impronta lasciata dalla sua levatura intellettuale e dalla profonda coerenza di idee e d'azione al servizio del Paese - nella lunga esperienza parlamentare e nell'espletamento dei numerosi incarichi di governo, in sede nazionale ed europea - colloca a buon diritto Antonio Giolitti fra i padri nobili della nostra democrazia. Invito pertanto l'Assemblea ad osservare, nella sua memoria, un minuto di raccoglimento.