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Il Presidente: Intervento in Assemblea

"International Business Conference" della National Italian American Foundation

Autorità, Signore e Signori, desidero innanzitutto dare a tutti i presenti il mio caloroso benvenuto ed esprimere il più vivo apprezzamento per questa importante conferenza il cui tema riguarda il futuro dell'economia mondiale.

La NIAF, la vostra organizzazione, rappresenta gli oltre 20 milioni di cittadini italo-americani che vivono negli Stati Uniti e che hanno contribuito alla storia e al progresso di quella nazione. Generazioni di italo americani che risiedono stabilmente negli Stati Uniti ma che hanno portato con sé gli ideali, i valori, i principi, la cultura della nostra Italia, che mantengono vivi all'estero. La conferenza di oggi che si svolge in questa storica sala della Biblioteca del Senato, vede la presenza di giuristi ed economisti che si confrontano e si interrogano sul difficile momento che sta attraversando l'economia mondiale. Da sempre, infatti, questa autorevole organizzazione annovera tra le sue file economisti e giuristi di fama internazionale che già in passato, proprio in questa sala, si sono proficuamente incontrati con i colleghi italiani per dibattere su temi economici di alto profilo. Per fare fronte e riuscire a superare la crisi che l'economia mondiale sta attraversando, è indispensabile il contributo e il serio confronto di esperti del settore; occorrono soluzioni efficaci perché, nonostante gli incoraggianti segnali di ripresa dell'economia americana, i timori e le preoccupazioni determinate da questo periodo di grande instabilità si ripercuotono inevitabilmente a livello mondiale.

Il tracollo della Grecia, in soccorso della quale si è mossa la Comunità europea, è stato un forte campanello di allarme che ha indotto i paesi europei, Italia compresa, a varare urgenti ed inedite misure economiche a sostegno di quella Nazione, per evitare che gli effetti negativi possano refluire sugli altri Paesi dell'Europa ma anche sull'intero pianeta. In visita al Presidente Obama a Washington, alla fine dello scorso mese di maggio, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha ribadito che "Il sogno europeo non è sconfitto, né condannato a finire nel nulla..." e che "la stessa grande creazione della moneta unica non sta crollando....." Comunque, nella bufera economica finanziaria attuale - ha sottolineato il Presidente Napolitano - la situazione dell'Italia è ben diversa da quella della Grecia, "caso estremo", come da quella di altri Paesi dell'eurozona, anch'essi in difficoltà per il loro forte indebitamento pubblico. Diversa non solo perché più della metà delle obbligazioni di Stato è nelle mani di italiani, ma perché l'Italia ha un indebitamento delle famiglie e delle imprese di gran lunga inferiore a quella di quasi tutti gli altri Paesi e alla media europea. Di fronte all'emergenza l'Unione Europea si è trovata senza strumenti validi e meccanismi idonei per prevenire e risolvere la crisi. Ha anche esitato a adottare misure straordinarie per scongiurare l'insolvenza della Grecia e fermare i rischi di contagio e l'attacco all'euro.

Ma ora misure forti sono state adottate e il Governo italiano sta facendo la sua parte con l'approvazione dell'Europa, del Fondo monetario e della stessa Confindustria. Gli sforzi del Governo mirano soprattutto a ridimensionare la spesa pubblica, cresciuta di 90 miliardi negli ultimi cinque anni e che ormai assorbe il cinquanta per cento della ricchezza prodotta, con conseguenze assai dannose per lo sviluppo del Paese, generando mortificazione dello spirito imprenditoriale, distrazione di risorse ad uso clientelare, corruzione, assistenzialismo e diseguaglianza nella distribuzione delle risorse. A partire dal 2012 il debito pubblico dovrà essere ridotto, come imposto dalla Comunità Europea. L'economia mondiale, nell'interesse di tutti, ha bisogno di una svolta drastica. Con l'aiuto fondamentale di una finanza responsabile e trasparente le buone idee possono trasformarsi in sviluppo e posti di lavoro. Il problema sono le regole e i controlli. Regole valide per tutti, ispirate dagli interessi generali e non dai privilegi di pochi. La vostra conferenza, che tratta proprio questi temi di stringente attualità, fornirà certamente utili suggerimenti e spunti per ulteriori dibattiti, agevolando l'impegno di quanti, al di qua e al di là dell'Atlantico, operano per una economia che sia finalmente al servizio dell'umanità.

Grazie ancora, quindi, alla NIAF per aver organizzato questo importante incontro, e grazie a quanti hanno accettato di partecipare. Confido che i rapporti di collaborazione tra la grande Comunità italo americana e le istituzioni italiane continuino ad essere sempre più proficui. Sono convinto che, spronati dalle comuni origini, potremo trovare opportunità di collaborazione in molti campi, a cominciare da quello culturale. Ci incontreremo alla Vostra Convention annuale, nel prossimo ottobre. Sarà anche l'occasione per confrontarci sui risultati pratici di questa interessante conferenza di Roma.