Cerimonia di consegna dei premi "Guido Dorso" XXXI Edizione
Cerimonia di consegna dei premi "Guido Dorso" XXXI Edizione
Autorità, Signore e Signori, rivolgo il mio saluto ai rappresentanti dell'Associazione Guido Dorso, che organizza questa importante manifestazione con grande attenzione e meritato successo e a tutti i presenti.
Con la cerimonia di oggi prosegue la collaborazione pluridecennale fra il Senato e l'Associazione. Guido Dorso è stato un insigne meridionalista, un politico di qualità, un convinto antifascista, ma soprattutto un uomo mosso dalla passione di avviare "un processo democratico per superare le insufficienze del Mezzogiorno", come lo definì Rossi Doria. La formazione di ogni politico meridionale è rimasta legata al sogno dorsiano dei "cento uomini di acciaio" che avrebbero dovuto risollevare le sorti del Meridione. La sua opera, "La rivoluzione meridionale", rilegge la storia d'Italia, indica la strada da percorrere e si iscrive in quel filone culturale e politico che si nutre dell'altra rivoluzione, quella liberale di Gobetti, e nel quale il rinnovamento del Paese era il frutto di un necessario affermarsi di una nuova classe dirigente dotata di specchiata moralità e rigorosa competenza professionale.
Dopo una breve collaborazione con "Il Secolo d'Italia" nel 1915 e la chiamata alle armi nella Prima Guerra Mondiale, Dorso diresse il settimanale " Corriere dell'Irpinia", con articoli e interventi di severa e intransigente critica del regime fascista. Iscrittosi al Partito d'Azione, ebbe come stella polare la formazione della classe dirigente meridionale. La sua prematura scomparsa nel 1947 interruppe la battaglia appassionata e convinta di un uomo che credeva nella politica e nel Sud e privò il nostro Paese di un autorevole intellettuale politico. Molti dei suoi valori, molte delle sue idee sono ancor oggi attuali e condivisibili. Non si può, infatti, ignorare l'importanza che il Meridione riveste all'interno del Sistema Paese, né che la battaglia per la modernizzazione del Sud è quella per la modernizzazione dell'Italia.
La lezione di Dorso non ha il sapore di una vaga aspirazione al rinnovamento della classe dirigente, ma indica con lucida consapevolezza la saldatura tra sistema politico, ordinamento istituzionale, azione amministrativa e rinascita del Paese: "Se per distruggere lo Stato storico", scrisse nel luglio del 1945, "e sostituirlo con strutture istituzionali nuove è indispensabile rinnovare la classe politica italiana, questa esigenza di rinnovamento è addirittura capitale per il mezzogiorno, perché noi dobbiamo non solo rimuovere gli ostacoli istituzionali, ma anche impedire che attraverso la crisi sopravvivano le premesse storico-economiche che costituiscono le essenze delle Questioni meridionali". Se sostituiamo le "strutture istituzionali" con la parola "federalismo fiscale", le osservazioni di Dorso acquistano tutta la loro stringente attualità.
Occorre allora investire nella creazione di una classe dirigente preparata, moderna, consapevole e rigorosa. Certo molto è stato fatto, dal tempo di Dorso, tuttavia non possiamo dimenticare che le regioni del Mezzogiorno in cui vivono un terzo degli italiani producono solo un quarto del prodotto nazionale lordo. Il dato è dunque ancora quello di un drammatico divario tra il nord e il sud, che è rimasto sostanzialmente immutato negli ultimi trent'anni. Lo sviluppo del Mezzogiorno è un'esigenza inderogabile; qui sono concentrate in modo maggiore che nel settentrione risorse materiali, e soprattutto umane, sottoutilizzate, da cui dipende il rilancio dell'economia, e non solo, del nostro Paese. I nostri giovani, al Sud come al Nord, hanno una solida preparazione scolastica e universitaria, che permette loro di non sfigurare con quella dei loro coetanei dell'Europa. Ma, in termini di occupazione, la situazione resta ancora complessa e molto forte lo squilibrio tra le due aree della Penisola. Il Sistema infrastrutturale del Sud richiede urgenti e necessari interventi. Più volte abbiamo parlato di strade, autostrade, ferrovie, alta velocità, sistemi aeroportuali sottolineando che l'Italia non può e non deve essere tagliata in due, ma "messa in rete" in tutta la sua estensione.
Per posizionamento geografico, per vocazione storica millenaria, la nostra Penisola è un ponte di comunicazione per il Mediterraneo, fra il Nord e il Sud del mondo. E' la grande piattaforma ideale che, se adeguatamente valorizzata, sarà in grado di portare formazione, lavoro, sviluppo, cultura e pace in aree meno sviluppate. Il Paese non potrà riprendere in modo efficace la via della crescita e dello sviluppo senza il Sud. Oggi più che mai, alla vigilia della celebrazione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, è prezioso l'insegnamento di Guido Dorso, per una svolta vera nell'azione e nella formazione della classe dirigente meridionale. Ricordare l'Unità d'Italia significa anche costruire oggi unità nel Paese. Le regioni del Sud sono di fronte ad una sfida vera: sapere riconoscere, trattenere, coltivare, accrescere i protagonismi nuovi di una rinnovata e lungimirante classe dirigente. La Politica è chiamata a scegliere tra la continuazione fine a se stessa di modelli consolidati o l'innovazione, il rinnovamento, l'apertura vera ad una stagione nuova. Un tempo di novità e rinascita può essere scandito se la politica si farà cultura dei diritti e dei doveri contro il costume delle scorciatoie e delle furbizie; se saprà costruire una politica sana sull'etica della giustizia e della responsabilità.
Una nuova generazione di giovani amministratori è il salto di qualità necessario per uscire dalle vecchie logiche polverose di palazzo. Alcune cose, certo, sono state fatte, ma resta ancora molto da fare. E' indispensabile preparare e selezionare accuratamente la futura classe dirigente, investire in formazione e innovazione, valorizzando merito e talento. Il Premio Dorso si muove da sempre in questa direzione anche "segnalando alla pubblica opinione il lavoro di giovani studiosi e ricercatori dell'area meridionale del nostro Paese".
L'impegno del Senato e mio personale è anche quello di essere in continuo contatto e dialogo con i giovani, con quella che sarà la futura classe dirigente dell'Italia. E' giusto premiare i migliori, i più meritevoli, i più preparati e valorizzare quanti entrano nell'eccellenza. Voi che oggi ricevete questo importante riconoscimento, con il vostro vissuto e la vostra attività, avete saputo trasmettere ai giovani i principi di un corretto meridionalismo; a voi rivolgo il mio saluto e l'augurio più cordiale.