Il Presidente: Intervento in Assemblea
Seduta straordinaria dell'Aula con i "Testimoni dei diritti"
Intervento del Presidente del Senato, Renato Schifani nella seduta straordinaria volta a promuovere nelle nuove generazioni le tematiche legate ai diritti umani e ad attribuire ai partecipanti il ruolo di 'Testimoni dei Diritti umani'
Cari studenti,
se per me fu una grande emozione fare ingresso in quest'Aula per la prima volta, posso immaginare cosa significhi per voi sedere nei banchi dove si votano le leggi per tutti i cittadini, e dove hanno svolto il loro mandato illustri senatori protagonisti della storia d'Italia.
Anche per noi Senatori questa è un'occasione particolare: possiamo venire in contatto con la vostra generazione, ascoltare le vostre esigenze, aspettative, istanze. Il vostro entusiasmo, la vostra serietà e volontà di approfondire e di fare, mi incoraggia a proseguire con sempre maggiore tenacia ed energia nel mio compito istituzionale.
Questa iniziativa, «Testimoni dei diritti», giunta al suo quarto anno, è occasione per arricchire il vostro bagaglio da portare sempre con voi nel progredire della vostra vita, per aiutarvi ad essere cittadini responsabili, osservanti delle leggi, rispettosi delle regole.
Considero queste manifestazioni, il modo migliore per consentire a tutti voi di essere vicini alle Istituzioni.
Lo state facendo cari ragazzi, anche utilizzando il sito del Senato che abbiamo creato per voi e che in forma sempre crescente è stato arricchito dai vostri interventi e dalle vostre idee.
Ma veniamo ora al vostro lavoro e al vostro studio: il 10 dicembre 1948, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvava la Dichiarazione universale dei Diritti dell'uomo, per lasciarsi alle spalle la devastazione morale, più forte ancora di quella materiale, che la seconda guerra mondiale aveva provocato.
Ma veniamo ora al vostro lavoro e al vostro studio: il 10 dicembre 1948, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvava la Dichiarazione universale dei Diritti dell'uomo, per lasciarsi alle spalle la devastazione morale, più forte ancora di quella materiale, che la seconda guerra mondiale aveva provocato.
Per la prima volta la comunità internazionale affermava, come principio cardine, la dignità inviolabile dell'uomo.
Alla Dichiarazione Universale si sono ispirati trattati internazionali, ed ai suoi principi molte Costituzioni.
Il tema dei diritti umani riveste oggi un ruolo fondamentale nella politica tra Stati ed in campo internazionale.
Sono diritti codificati con lo scopo di proteggere le prerogative dell'uomo, la sua dignità, la sua condizione civile e sociale.
Se la Dichiarazione Universale è frutto di più ideologie, punto di incontro e di raccordo di concezioni diverse dell'uomo e della società, è tuttavia in grado di parlare a miliardi di persone di religione, cultura, tradizioni sociali, istituzionali e politiche diverse.
E' il decalogo che ha avuto il merito di costituire uno dei fattori di unificazione dell'umanità.
Leggendoli, questi principi possono apparire ovvi a noi che viviamo in una società avanzata, ma non sempre lo sono in molti Paesi del mondo ed è ancora purtroppo lunga la strada da percorrere perché trovino piena e completa attuazione.
Leggendoli, questi principi possono apparire ovvi a noi che viviamo in una società avanzata, ma non sempre lo sono in molti Paesi del mondo ed è ancora purtroppo lunga la strada da percorrere perché trovino piena e completa attuazione.
Questo voi lo avete compreso; avete trattato con passione argomenti non semplici, e non vi siete limitati ad un'analisi solo teorica ma avete ricercato se, nei luoghi dove vivete, questi diritti siano rispettati e osservati concretamente, formulando interessanti proposte per superare eventuali inosservanze e discriminazioni. Lo avete fatto con la guida preziosa dei vostri docenti, che saluto e ai quali va tutta la mia ammirazione e il mio plauso.
Episodi anche recenti dimostrano che molto si è fatto ma, anche nella nostra splendida Italia, dove non dovrebbero esistere diffidenze e differenze, ogni tanto aleggia lo spettro dell'omofobia e del razzismo.
Così come rigurgiti di violenza e intolleranza possono mettere in pericolo il nostro quieto vivere.
Così come rigurgiti di violenza e intolleranza possono mettere in pericolo il nostro quieto vivere.
Sono episodi di illegalità che ci invitano a riflettere. E' indispensabile, per voi giovani, che vi facciate alfieri della battaglia della legalità, rifiutando e condannando ogni forma di criminalità, prima fra tutti quella organizzata.
A volte è più semplice percorrere facili scorciatoie, ma nel lungo tragitto della vita, che vi auguro piena di soddisfazioni e di successi, non bisogna mai abbandonare la strada maestra.
La legalità deve accompagnarvi in ogni momento della vostra esistenza.
Deve essere faro e guida del vostro vivere quotidiano, delle vostre azioni, delle vostre scelte.
Vivere la legalità costituisce un valore civico e morale irrinunciabile e di esempio anche per coloro i quali ne sono ai margini.
Sono certo che il vostro impegno di "testimoni" dei diritti proseguirà oltre la cerimonia di oggi e vi porterà a crescere con sempre maggiore consapevolezza e con la voglia di fare e di fare bene.
Credere nelle Istituzioni e nei concetti di rispetto, onestà, trasparenza, impegno di studio oggi e lavorativo domani, deve essere per tutti voi una priorità assoluta.
Credere nelle Istituzioni e nei concetti di rispetto, onestà, trasparenza, impegno di studio oggi e lavorativo domani, deve essere per tutti voi una priorità assoluta.
Confido e spero in voi nuove generazioni e come uomo delle Istituzioni mi impegnerò per assicurarvi un futuro, quel futuro che noi siamo riusciti a realizzare grazie ai sacrifici e agli insegnamenti dei nostri genitori e che oggi, a causa della crisi economica, sembra essersi appannato.
Abbiamo il dovere di consegnare a ciascuno di voi un domani limpido e cristallino, e senza affanni economici.
In questa direzione vanno i recenti provvedimenti finanziari approvati dal Parlamento che tutti dobbiamo sapere accettare e onorare.
Così come è importante riuscire a risvegliare in tutti gli italiani il rispetto per la politica, troppo spesso negli ultimi tempi piagata da fatti inaccettabili.
Ma il vento dell'antipolitica danneggia tutti, perché indebolisce i pilastri della nostra democrazia. I partiti sono essenziali: attraverso le idee e i programmi da ciascuno di loro espresse, si crea la dialettica e si costruisce la vita del nostro Paese. Ogni cittadino si riconosce nei progetti di un partito e vota i candidati affinché li realizzino e lo facciano al meglio.
Oggi, però, si è creata una distanza tra i cittadini - soprattutto tra i giovani - e la politica. Occorre recuperare credibilità e fiducia.
Oggi, però, si è creata una distanza tra i cittadini - soprattutto tra i giovani - e la politica. Occorre recuperare credibilità e fiducia.
Lo deve fare il Parlamento con un percorso veloce che veda, a mio parere, la riduzione dei finanziamenti pubblici ai partiti, pur mantenendo criteri di equità che assicurino alla politica di attuare le proprie legittime iniziative.
Il Parlamento deve fissare regole e principi affinché il denaro pubblico venga utilizzato solo per fini elettorali e politici.
Esclusivamente per questo.
Bisogna proseguire con ferma, decisa volontà e con velocità anche sulla strada delle grandi riforme, in particolare di quelle costituzionali, perché il compito del Parlamento e degli eletti che lo compongono, è quello di assicurare la modernizzazione del Paese, per garantire l'affidabilità dell'Italia non solo di fronte all'Europa, ma a tutto il panorama internazionale.
La politica, così facendo, potrà ritrovare il consenso e sarà nuovamente legittimata agli occhi degli elettori che sapranno meglio comprendere ed accettare le scelte difficili e le rinunce alle quali sono stati chiamati.
Un nuovo patto tra cittadini, partiti e Istituzioni garantirà a tutti voi un futuro sereno.