Il Presidente: Intervento in Assemblea
Seconda Conferenza Nazionale sul Diabete, "L'indagine conoscitiva del Senato sul diabete"
Intervento del Presidente del Senato, Renato Schifani, in Sala Zuccari
Autorità, Signore e Signori,
sono lieto di partecipare all'apertura della Conferenza Nazionale sul Diabete, organizzata in occasione della Giornata Mondiale del Diabete, e desidero esprimere il mio vivo apprezzamento per questa importante iniziativa.
Ringrazio il Presidente della Commissione Sanità, Senatore Antonio Tomassini, e la Senatrice Emanuela Baio, per il loro impegno di sempre sui temi della salute e della centralità del paziente.
La data del 4 novembre celebra l'anniversario della nascita di Frederick Banting, al quale viene attribuita la scoperta dell'insulina nel pancreas.
La Giornata Mondiale del Diabete è stata istituita nel 1991 dalla Federazione Internazionale del diabete e dall'Organizzazione Mondiale della Sanità con il fine di prevenire la diffusione della malattia e di dare le necessarie informazioni.
Il Consorzio Diabete Italia, nato dalla collaborazione fra l'Associazione medici diabetologici e la Società Italiana di Diabetologia promuove da anni una campagna di comunicazione nelle piazze di molte città italiane dove medici e infermieri volontari distribuiscono materiale informativo ed effettuano gratuitamente uno screening della glicemia.
Informazione e prevenzione svolgono da sempre un ruolo vitale; mantenere il giusto livello di glucosio nel sangue è vitale, ma è anche un obiettivo difficile da raggiungere, anche a causa di abitudini alimentari errate e dell'eccessiva sedentarietà.
Dalla scoperta di Banting, con la successiva somministrazione dell'insulina ai malati, è stata messa a punto una terapia più elaborata, in cui si analizzano e si controllano i pasti, l'attività fisica, le analisi dei pazienti. In tempi recenti sono stati creati test appositi e "algoritmi" per variare il dosaggio di insulina a seconda del tipo di diabete.
Una malattia che fa la sua comparsa in modi e tempi diversi a seconda della tipologia. Il diabete di I tipo colpisce soggetti al di sotto dei 40 anni, con una particolare incidenza sui giovanissimi, è la patologia più frequente fra quelle rare, tanto che ogni anno si accertano in Italia 84 casi su ogni milione di persone e oggi, nel nostro Paese, ne sono affette circa 250.000 persone.
Il diabete di II tipo si manifesta invece dopo i 40 anni, ed è evidenziato da problemi di glicemia elevata e condizioni di soprappeso. E' in forte aumento sia nei Paesi avanzati sia in quelli che stanno progredendo sulla via dello sviluppo.
Si mangia di più ma si mangia peggio: le modifiche dell'alimentazione negli ultimi decenni hanno aumentato la diffusione della malattia. Basti pensare ai cibi spazzatura, contro i quali assistiamo a continue campagne di sensibilizzazione.
Ma sono responsabili dell'insorgere della malattia anche la sempre maggiore sedentarietà, l'utilizzo perenne dell'automobile, la mancanza di attività fisica, il tempo trascorso davanti al computer e alla televisione; in sintesi uno stile di vita sbagliato e dannoso, che causa anche peso in eccesso se non addirittura obesità, e che a volte si somma a una tendenza ereditaria.
I dati statistici sono chiarissimi, e preoccupanti. Oggi nel nostro Paese circa quattro milioni di persone soffrono di diabete: una percentuale del 9,2% degli italiani con previsioni non ottimiste, perché nel 2030 è stimato in cinque milioni l'aumento dei diabetici.
Fattori quali il consumo e l'abuso di alcool, di fumo o di zuccheri determinano un netto peggioramento della patologia con complicanze connesse alla durata della malattia e al livello di compenso metabolico e con esiti letali.
Il diabete è la quarta causa di morte nel mondo, riduce le aspettative di vita e determina malattie al sistema cardiovascolare, al rene, alla vista, al sistema nervoso.
Proprio per favorire il miglior approccio possibile, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha dettato le Linee Guida per i piani nazionali di prevenzione e per curare il diabete già in un Documento del 1991.
All'interno del Documento, un ruolo fondamentale è riservato alla prevenzione, indispensabile per evitare l'insorgere di questa patologia nei soggetti a rischio. Ogni piano anti-diabete, inoltre, deve rendere accessibili e condivisibili i mezzi di controllo e di cura per tutti i cittadini.
Occorre poi assicurare l'educazione dei pazienti affetti da diabete, soprattutto per mezzo dell'autocontrollo. Programmi sanitari intelligenti e efficaci, che riguardano ogni livello di assistenza, sono preziosi per ridurre fattori quali l'invalidità e la mortalità, ed ogni malato deve poter contare sin dall'inizio su una èquipe medico-diabetologica preparata, su una unità operativa di livello e nei casi più gravi sul centro antidiabete.
Il coordinamento fra il livello nazionale, quello regionale e quello locale è indispensabile, perché è evidente che un sistema di prevenzione e cura è tanto più efficiente quanto più è capace di interagire al suo interno. In questo senso l'informatica e Internet rivestono grande utilità.
Il testo firmato a Saint Vincent nell'ottobre 1989, sotto la guida dell'Oms e dell'Idf, dai rappresentanti dei governi, da ministri della Salute e associazioni di pazienti di tutta Europa, resta una pietra miliare della lotta al diabete. I punti in esso contenuti, quali l'elaborazione di programmi per individuare il diabete avvalendosi dell'autocura e dell'appoggio della comunità, la sensibilizzazione dei medici ma anche della popolazione, l'attuazione di misure efficaci per evitare complicanze, il monitoraggio delle procedure diagnostiche e terapeutiche grazie alla tecnologia, mantengono la loro grande attualità.
Siamo dinanzi ad indiscutibili progressi medici, terapeutici, normativi e legislativi; l'augurio è che la ricerca scientifica conduca nel tempo a scoperte e nuove tecnologie in grado di curare sempre meglio il diabete e assicurare durata di vita e condizioni sempre più accettabili.
Vi ringrazio e vi auguro buon lavoro.