L'impegno del Notariato per la ripresa del Paese
Intervento del Presidente del Senato, Renato Schifani, a Napoli, Teatro San Carlo
Autorità, Signore e Signori,
saluto il Ministro della Giustizia Paola Severino, il Presidente del Consiglio Nazionale del Notariato Giancarlo Laurini, il Presidente della Cassa Nazionale del Notariato Paolo Pedrazzoli e tutti i presenti.
Quest'anno il Notariato pone all'attenzione dell'opinione pubblica e della politica un tema di grande attualità: la ripresa del Paese.
Il congresso di oggi conferma che l'attenzione del Notariato è rivolta all'interesse generale dell'Italia, prima ancora che al suo specifico ambito.
Un atteggiamento che dovremmo tutti adottare per contribuire ad allontanare la crisi economica che stiamo vivendo.
Un Paese diviso, o comunque ripiegato nella difesa dei propri interessi corporativi o settoriali, avrebbe difficoltà a risollevarsi.
Mi felicito poi per la scelta di Napoli come sede di questo congresso; una città ove il Notariato ha grande prestigio e tradizione oltre che sede di un ateneo di grande autorevolezza, e di una antica scuola giuridica di alta reputazione.
Il nucleo essenziale dell'attività notarile resta la documentazione degli atti giuridici e l'attribuzione a essi della "pubblica fede".
Il notaio non si limita a fornire un consiglio o un mero parere, ma deve indirizzare le parti ad adottare atti conformi alla loro volontà e, allo stesso tempo, rispettosi dei limiti stabiliti dall'ordinamento.
La rilevanza dell'attività notarile può quindi cogliersi solo se viene analizzata nel contesto di una società complessa e non con la superficialità dei luoghi comuni.
Intesa in questo senso, l'attività notarile è in piena sintonia con l'economia di mercato e ne agevola il corretto funzionamento che è racchiuso nella tutela delle posizioni giuridiche che il Notariato e le istituzioni pubbliche svolgono all'unisono.
Collegare il Notariato unicamente alla tradizione, significa non comprendere la realtà di una professione che sta affrontando una crisi economica molto difficile.
E qui sono necessarie delle considerazioni di ordine generale.
I nostri mali economici hanno radici profonde che possono riassumersi negli squilibri del bilancio, nell'insufficienza delle infrastrutture, nell'ancora inadeguato livello dei servizi pubblici generali, nel basso livello della concorrenza in molti settori strategici, nel pesante carico fiscale.
Per questo, la produttività del lavoro e del capitale ristagnano.
Le Istituzioni e i pubblici poteri devono dunque compiere ogni sforzo per rendere il Paese un territorio più accogliente per l'impresa e per gli investimenti.
E occorre accettare la sfida dell'internazionalizzazione e dell'innovazione.
Per rimuovere le cause che frenano lo sviluppo nel nostro Paese dobbiamo intraprendere modifiche strutturali; e dobbiamo avere la capacità di sconfiggere interessi economici e sociali di parte che non giovano al bene dell'Italia.
Bisogna intervenire su regole e modalità operative, per ripristinare le condizioni che permettano all'Italia di ritrovare la via di uno sviluppo economico sostenuto; è la premessa necessaria per valorizzare la cultura, la storia, le capacità di professionisti e imprenditori di cui il Paese è generosamente dotato.
Davanti alle sfide della globalizzazione, la politica italiana deve abbandonare ogni provincialismo e darsi una visione lungimirante del proprio ruolo nel futuro.
L'unità europea, in questo senso, rappresenta, se non la soluzione, certamente la chiave di lettura di tutti i processi di riforma.
L'impegno al pareggio di bilancio approvato recentemente dal Parlamento con legge costituzionale, rappresenta la consapevolezza di realizzare questa esigenza epocale.
Nel prossimo futuro, in Europa bisognerà creare le condizioni per una vera realtà federale capace di avere una dimensione politica e una concreta strategia di riforme strutturali.
La distanza tra la gente e la politica nasce dallo stato di disagio e dai tanti problemi che gli italiani devono affrontare nella vita quotidiana e ai quali è doveroso e giusto dare risposte rapide ed efficaci.
Gli scioperi e le agitazioni ai quali abbiamo assistito anche ieri e che purtroppo cominciano a verificarsi con frequenza crescente, rappresentano il segnale di una insoddisfazione e di difficoltà economiche di fronte alla quali non possiamo e non dobbiamo restare insensibili.
Se da un lato dobbiamo entrare a pieno titolo in Europa diminuendo il debito pubblico, dall'altro abbiamo il preciso dovere di intervenire a difesa e in favore delle esigenze della nostra gente.
Non possiamo consentire che la disoccupazione, che ha raggiunto ormai alti livelli, diventi veicolo di reazione sociale.
Lo Stato deve rispondere alla domanda di lavoro che viene dai cittadini, perché questo è il vero ed autentico significato della parola crescita.
Ed è questo che ci viene chiesto: un compito al quale la politica non deve abdicare, se desidera tornare ad avere quel ruolo che oggi pare essere messo in discussione.
Occorre quindi che vengano adottate politiche di rilancio economico e produttivo che diano nuove opportunità di sviluppo, con ulteriori alleggerimenti fiscali alle imprese che consentano la ripresa dell'occupazione.
Se la politica riuscirà in questo intento, potremo dire che avrà assolto al suo ruolo principale che è quello di essere al servizio e a difesa degli interessi della comunità.
Molte delle tesi che il notariato fa sue da tempo, rappresentano oggi le premesse per il rilancio dello sviluppo interno.
In primo luogo, occorre impedire che la semplificazione amministrativa sia come la tela di Penelope, per cui da una parte si semplifica mentre dall'altra si introducono regole che aggravano gli oneri burocratici.
In secondo luogo, va reso sempre effettivo il principio secondo cui ogni procedimento amministrativo va chiuso in tempi certi.
Il tempo costituisce, infatti, una variabile fondamentale nel calcolo economico e nella scelta per avviare o meno un nuovo investimento.
In alcuni casi, l'attuazione del principio di sussidiarietà in senso orizzontale, può consentire di promuovere l'iniziativa privata in settori finora dominati dall'intervento pubblico.
Va rivista poi l'attuale struttura del titolo V della Costituzione.
Non si tratta, ovviamente, né di restaurare un improbabile centralismo statale, né di disconoscere il ruolo dei territori con le loro peculiari vocazioni.
La presenza del Notariato italiano, deve proseguire nella via di quel binomio di tradizione e di innovazione, che è il metodo che gli ha permesso di essere al passo con i tempi.
La realtà notarile italiana evidenzia, infatti, un costante aggiornamento professionale e scientifico, senza il quale non sarebbe materialmente possibile attribuire certezza e sicurezza ai negozi giuridici.
Nella sua evoluzione più recente, il notariato - in chiave sempre più europea - ha saputo dire la sua, con la consueta discrezione, sui grandi temi della modernità.
Penso, tra i tanti, all'avvio nello scorso settembre del progetto EUFides, che facilita le transazioni immobiliari transfrontaliere nell'Unione europea, dando concretezza al principio della certezza del diritto e che è un risultato di una cooperazione rafforzata nel settore immobiliare tra i notai d'Europa, resa possibile utilizzando le più moderne tecnologie.
Penso poi alla Rete europea dei Registri dei testamenti, che continua a crescere.
Il notariato dimostra quindi che il mondo delle professioni è in grado di giocare un ruolo di protagonista nella sfida per l'innovazione del Paese.
Il vostro contatto quotidiano con la cittadinanza vi consente di percepire prima di altri le esigenze della collettività: si tratta di un patrimonio di esperienza prezioso per il legislatore e il governo.
Senza il Notaio, la pubblica fede viene messa in pericolo, e senza la pubblica fede gli istituti del diritto rischiano di perdere efficacia.
Le istituzioni vi chiedono già tanto: essere esattori dello Stato ma anche garanti del diritto, imprenditori e sentinelle rispetto alle violazioni di ordine penale.
Un carico di adempimenti già gravoso al quale si aggiunge quello di individuare il denaro della criminalità.
Evasione fiscale, corruzione e traffici illeciti incidono nella misura di quasi un terzo della nostra economia.
Rintracciare questo flusso illegale è la sfida del nuovo millennio; ed è una priorità assoluta.
Gli adempimenti della normativa di contrasto al riciclaggio devono essere tenuti sempre in massima evidenza.
Le istituzioni e le Professioni devono insieme vigilare su questi flussi illeciti, continuando a vigilare sulla giustizia in primo luogo, indissolubilmente legata alla sicurezza giuridica preventiva, garanzia di pace e di progresso sociale.
La vostra presenza rafforza l'immagine, ancora viva nel mondo, della nostra Nazione come culla del diritto.
L'Italia è orgogliosa dei suoi notai.
A voi tutti i miei auguri di buon lavoro per un Congresso che arricchisca la Nazione con la vostra cultura giuridica e il vostro rigore professionale.