Presentazione del Primo bilancio di sostenibilità sociale del settore della distribuzione moderna organizzata
Intervento del Presidente del Senato, Renato Schifani, presso la Sala Zuccari
Autorità, Signore e Signori,
saluto il Presidente Giovanni Cobolli Gigli, i rappresentanti di Federdistribuzione e tutti i presenti. La presentazione in Senato del "Primo bilancio di sostenibilità sociale del settore della distribuzione moderna organizzata" consente di avviare un proficuo confronto con il mondo delle Istituzioni su tematiche di assoluto rilievo che devono essere adeguatamente valorizzate per perseguire con maggior efficacia l'interesse generale.
Desidero ringraziare altresì i membri della Commissione Industria dei due rami del Parlamento che, in questa legislatura, hanno dedicato, e continuano a dedicare la loro attenzione ad aspetti essenziali che sono stati oggetto di diversi provvedimenti: dal decreto sulle liberalizzazioni, al decreto crescita e sviluppo in corso di esame.
Il rapporto di Federdistribuzione è occasione non solo per conoscere le varie iniziative realizzate in campo sociale dalle aziende associate, ma anche per alcune riflessioni sul ruolo chiave delle imprese di questo settore in Italia che è quello di creare crescita e sviluppo, con sguardo attento alle esigenze e alla realizzazione delle richieste e delle aspettative del consumatore.
Le potenzialità delle vostre aziende sono un patrimonio di grande valore, ancor più in questo momento di crisi economica, che richiede senso di responsabilità, solidarietà, progetti e idee che guardino alla realizzazione dell'interesse e delle necessità dei nostri cittadini.
Come ho avuto modo di sottolineare in altre occasioni, bisogna che il Paese si muova lungo tre direttrici fondamentali: proseguire l'attività, già intrapresa, di semplificazione normativa e di semplificazione della burocrazia; completare, con coraggio, le riforme a favore della concorrenza; affrontare il problema dei ritardati pagamenti alle imprese da parte della Pubblica amministrazione.
Sulla semplificazione della burocrazia, il cammino da intraprendere, per colmare il divario che ci separa dagli altri grandi Paesi europei, e' ancora lungo, ma potrà essere accelerato puntando con forza, ad esempio, sulla digitalizzazione della pubblica amministrazione.
Un'operazione, questa, già presente nel decreto sviluppo, che consentirà alle imprese di dialogare in tempo reale con le diverse amministrazioni dello Stato, evitando alle aziende duplicazione di informazioni e richieste, attraverso la creazione di un'unica banca dati accessibile a tutte le amministrazioni pubbliche.
In merito alla concorrenza, si dovrà proseguire con vigore nelle riforme pro-concorrenziali che hanno già visto nel decreto sulle liberalizzazioni un primo significativo momento di discontinuità con il passato.
Da un lato sarà necessario approvare ulteriori normative che consentano di intervenire in quei settori tradizionalmente più chiusi alla libera concorrenza e dall'altro si dovrà vigilare affinché le Regioni diano piena attuazione alle disposizioni nazionali così da non vanificare gli intenti del Parlamento.
E' questo un tema affrontato in diverse occasioni anche dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato e sul quale deve essere prestata la massima attenzione.
Dobbiamo fare in modo, nello spirito del principio costituzionale della leale collaborazione tra Stato e Regioni, che le imprese che intendono investire in Italia non siano frenate da un numero eccessivo di leggi e di adempimenti tali da disincentivare iniziative e progetti.
Da ultimo ritorno su un tema su cui ho avuto modo di scrivere nei giorni scorsi su un autorevole quotidiano. Lo Stato deve, così come ormai previsto dalle direttive europee, pagare le imprese in tempi certi. E' un problema che richiede risposte immediate, adeguate e concrete.
La creazione di un apposito fondo di garanzia, ad esempio, che il Governo potrebbe utilizzare per fare fronte alle necessità, delle che vantano dei crediti nei confronti della Pubblica amministrazione.
Siamo consapevoli che le difficili condizioni economiche delle aziende possono essere la causa di dichiarazione di fallimento con conseguenze negative anche sull'occupazione e sulla perdita di posti di lavoro e con costi sociali a tutti noti.
Il Parlamento deve farsi carico di queste problematiche per restituire serenità a chi investe e instaura rapporti contrattuali con la Pubblica Amministrazione.
La crescita del Paese è divenuta una priorità alla quale dobbiamo tendere per tornare ad essere una nazione competitiva all'interno dei nostri confini e con gli altri Paesi. Sono certo che il dibattito di oggi saprà fornire idee e spunti preziosi per le decisioni che il legislatore sarà chiamato ad assumere.
A voi tutti auguro buon lavoro.