7° vertice dei Presidenti dei Parlamenti dei Paesi del G20
Discorso pronunciato dal Presidente del Senato, Elisabetta Casellati, nell'Aula di Palazzo Madama
Presidente Fico,
Presidente Draghi,
Presidente Pelosi,
Presidente Pacheco,
Cari colleghi, Signore e Signori,
è per me un piacere e un onore darvi il benvenuto nell'Aula del Senato italiano per la sessione di apertura del Vertice dei Presidenti dei Parlamenti dei Paesi del G20, organizzata insieme al collega Roberto Fico, Presidente della Camera dei deputati, che voglio qui ringraziare per il suo impegno.
Con lui c'è stata una collaborazione perfetta. Come perfetta è stata la collaborazione con le delegazioni nazionali. Insieme abbiamo approfondito e definito, nelle scorse settimane, i documenti e i contenuti che formeranno il contributo dei Parlamenti, parallelo a quello del G20 dei Governi.
Sono particolarmente lieta che questo evento possa svolgersi in gran parte in presenza e che, dopo tanto tempo, oggi abbiamo la possibilità di incontrarci; sono certa che questo nostro scambio sarà concreto, proficuo e anche piacevole.
Ringrazio di cuore quindi tutti voi, cari colleghi, perché avete affrontato un viaggio, per molti non breve e saluto con gratitudine i colleghi che partecipano in videoconferenza al nostro incontro.
Le priorità della Presidenza italiana del G20 sono state declinate in tre parole: Persone, Pianeta e Prosperità, le ormai famose tre P. Noi abbiamo voluto aggiungere una quarta P, la lettera con cui inizia la parola Parlamenti, per sottolineare l'importanza del lavoro parlamentare e del dialogo fra legislatori e scommettere sul valore aggiunto del contributo che i parlamenti apportano al processo G20.
I paesi del G20 rappresentano il 60% della popolazione mondiale, l'80% della ricchezza globale e il 75% del commercio internazionale. Ma le convergenze maturate in seno al G20 contano, in realtà, per tutto il mondo. Questo pone anche a noi legislatori una grande responsabilità, perché i nostri Parlamenti costituiscono, ognuno nel solco della propria tradizione costituzionale, il serbatoio di rappresentanza, di democrazia e di dibattito su cui poggia l'impegno internazionale dei nostri governi.
Nell'ultimo anno e mezzo le assemblee e i servizi parlamentari hanno cercato - e trovato, nel pieno della pandemia - gli strumenti per non fermarsi mai. Abbiamo garantito la continuità del lavoro non soltanto legislativo, ma di controllo e vigilanza.
Sono certa che il Presidente Draghi, che saluto e ringrazio per essere qui con noi oggi, saprà valorizzare, in vista dell'ormai prossimo Vertice dei Capi di Stato e di Governo, gli orientamenti e le suggestioni che scaturiranno dal nostro dibattito.
Non vi è sfida globale - dallo sviluppo economico in termini di sostenibilità ambientale e umana, allo sviluppo sociale, dalla salvaguardia dell'ecosistema alla riduzione delle disuguaglianze - che non sia stata condizionata e aggravata dall'irrompere della pandemia nelle nostre vite e nelle nostre comunità. Abbiamo toccato da vicino i rischi del mondo interconnesso. La pandemia ha già rappresentato un tornante della storia e, rispetto all'inizio del 2020, cioè poco più di un anno e mezzo fa, possiamo dire che nulla è più come prima.
In molti paesi la fase dell'emergenza pandemica non è ancora superata e sono tante, troppe, le persone che continuano ad ammalarsi di Covid. Dall'inizio del 2020 si calcolano oltre 235 milioni di contagiati e quasi 5 milioni, purtroppo, di deceduti. Alla sofferenza di così tante persone e alle loro famiglie va in primo luogo il nostro pensiero e il nostro abbraccio.
Questi numeri sono impressionanti, ma si accompagnano tuttavia, ogni giorno di più, alla certezza che questa battaglia possiamo vincerla. Ci riusciremo grazie alle conquiste della ricerca scientifica, al progresso delle cure sanitarie e all'intensa attività vaccinale che procede a ritmo serrato in molte parti del mondo: sono già oltre 6 miliardi le dosi di vaccino inoculate.
Una corsa contro il tempo che non ammette incertezze o esitazioni. Dobbiamo dunque avere fiducia nella scienza e mobilitare tutte le energie possibili per garantire cure sanitarie e una copertura vaccinale capillare che raggiunga tutte le nazioni, anche le più povere e le meno avanzate. In uno sforzo di solidarietà che abbraccia tutti i Paesi. Ci incoraggiano, in questo slancio che non ha confini, le conclusioni del recente Vertice G20 della Salute di Roma: l'obiettivo di vaccinare il 40% della popolazione mondiale entro la fine dell'anno è raggiungibile.
La pandemia ha determinato anche un grande sconvolgimento della vita economica e sociale dei nostri paesi, colpendo il lavoro, l'impresa, la scuola, le relazioni sociali nel loro complesso, la salute mentale di ampie fasce della popolazione, penalizzando gli anziani e mettendo a rischio il futuro delle nuove generazioni. Ha colpito, permettetemi di sottolinearlo, in particolare le donne, che si sono trovate in prima linea in questa guerra. Sarebbe poi colpevole ignorare il malessere e gli effetti, anche di tipo politico, che il senso di precarietà e di insicurezza derivato dalla pandemia ha prodotto in molte società avanzate.
Oggi che abbiamo gli strumenti scientifici e sanitari per combattere questo virus devastante, dobbiamo ridefinire strategie, piani e strumenti concreti per promuovere la ripresa globale. L'impegno per rilanciare la crescita nei nostri paesi deve accompagnarsi alla capacità di definire un nuovo modello di sviluppo che metta al centro la persona umana e colga appieno le opportunità offerte dai progressi dell'innovazione: gli effetti benefici della rivoluzione digitale, un rapporto più armonico con l'ambiente, le risorse della conoscenza e della cultura.
La visione integrata delle tre priorità del G20 italiano - Persone, Pianeta, Prosperità - vogliamo cioè assumerla anche nei lavori di questo nostro Vertice, con il contributo dei colleghi presidenti e di esperti ed esponenti della società civile, della scienza e delle organizzazioni internazionali.
Cari colleghi, come sapete una Dichiarazione congiunta è stata oggetto di considerazione nelle settimane che precedono ed è stata migliorata e arricchita dal contributo di diverse delegazioni nazionali, che voglio fin d'ora ringraziare; sarà la traccia che lasceremo di questo nostro lavoro.
Solo vivificando e rafforzando gli strumenti del multilateralismo, a tutti i livelli e anche attraverso la cooperazione parlamentare, potremo affrontare con responsabilità e lungimiranza le enormi sfide che abbiamo di fronte.
È una grande prova per l'umanità. A indicarci la strada deve essere una prospettiva globale, l'obiettivo condiviso di un futuro migliore per noi e soprattutto per le prossime generazioni.
Permettetemi, a questo ultimo riguardo, di esprimere come Presidente del Senato italiano una nota di preoccupazione per la drammatica crisi afghana; un popolo che aveva goduto di venti anni di progresso sociale e di relativa pacificazione ripiomba nell'instabilità e nel caos. Le promesse di moderazione sono state subito smentite dai fatti. Rivolgo un pensiero particolare alle parlamentari afghane che in questi anni hanno lavorato per il progresso del loro paese. Per tutte le donne si preparano tempi duri. Non possiamo e non dobbiamo abbandonarle.
Grazie.