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Il Presidente: Intervento in Assemblea

Cerimonia inaugurale dell’Anno Giudiziario Tributario 2022

Intervento del Presidente Casellati, in Sala Zuccari

Presidente Leone,
Vice Presidente Mandelli,
Ministro Cartabia,
Sottosegretario Guerra,
Presidente Carlino,
Parlamentari,
Autorità,
Gentili consiglieri e gentili ospiti,
desidero rivolgervi il mio benvenuto in Senato in occasione della Cerimonia inaugurale dell'Anno Giudiziario Tributario 2022.
In questa fase storica che vede la riforma della giustizia, e nello specifico della giustizia tributaria, al centro dell'agenda politica e legislativa, apprezzo molto la scelta del Consiglio di presidenza di questa giurisdizione speciale di rinnovare il legame con l'Istituzione parlamentare per l'illustrazione della consueta Relazione annuale.
La riforma della giustizia tributaria è infatti inclusa tra gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza da realizzare entro la fine del 2022.

E proprio il Parlamento, insieme al Governo, sarà chiamato a dare attuazione a tale obiettivo.
Con una valutazione a mio giudizio molto appropriata, si sta ipotizzando di ricorrere al procedimento legislativo ordinario, anziché ad una legge delega, per realizzare la riforma. D'altronde le Commissioni parlamentari in Senato stanno discutendo la materia fin dal dicembre 2019.

La preferenza per lo strumento della legge ordinaria rappresenta una scelta di metodo tutt'altro che irrilevante, sul cui valore istituzionale mi sembra importante soffermarsi. Al centro di tale opzione vi è infatti non solo il rispetto delle impellenti scadenze imposte dall'Unione europea, ma anche l'esigenza di dare voce al Parlamento sul riordino di un settore specializzato del sistema giudiziario che per importanza e complessità della materia trattata richiede massima trasparenza e partecipazione democratica.
La giustizia tributaria tocca interessi strategici dei cittadini che invocano un bilanciamento tra i valori costituzionali riconosciuti dall'articolo 53 della Costituzione.

Da un lato, il principio per cui tutti devono concorrere alle pubbliche spese in ragione della capacità contributiva. Dall'altro lato, il diritto del cittadino alla "giusta imposta", un concetto di difficile definizione, che la Costituzione riferisce alla progressività del sistema tributario, ma che sostanzialmente significa il diritto del cittadino di comprendere quanto deve pagare in relazione alla utilità pubblica conseguita.

È evidente che le controversie tributarie nascono dallo sbilanciamento tra questi due valori. Uno sbilanciamento che spesso ha una matrice legislativa legata all'estrema complessità della normativa fiscale, alla sua scarsa chiarezza e volatilità, ai dubbi interpretativi derivanti dalla sovrapposizione cronologica delle fonti del diritto.
In questa prospettiva, è essenziale riflettere sulla sfida della semplificazione della legislazione tributaria, che oltre a promuovere sul piano sostanziale la "buona" regolazione dei tributi favorisce sul piano procedurale il corretto funzionamento della giustizia tributaria.

Una codificazione di settore di questa normativa può contribuire in maniera significativa a ridurre il contenzioso, e quindi ad abbattere i tempi della giustizia tributaria.
La ragionevole durata dei procedimenti è d'altronde una delle garanzie connaturate al principio del giusto processo che non può non rappresentare il fondamentale parametro costituzionale di riferimento anche per la giustizia tributaria. La specialità del rito non può prescindere da queste garanzie, che sono essenziali per rimettere al centro il contribuente, tutelando il suo irrinunciabile diritto di difesa.

Tale obiettivo di giustizia ha anche un valore economico tutt'altro che sottostimabile.
La giustizia tributaria tratta cause per importi pari all'1% del PIL e assorbe quindi energie produttive consistenti che rischiano di essere vanificate a causa dell'incertezza dei tempi di definizione dei procedimenti.
Liberare queste risorse, attirare investimenti e in generale dare fiducia agli operatori economici riducendo il volume e la durata del contenzioso tributario è l'obiettivo che oggi è al centro del dibattito.

In definitiva, una giustizia tributaria che funziona bene e garantisce tempi certi di decisione a cittadini e aziende può diventare un fattore strutturale di crescita economica.
Questo è in linea con gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Il PNNR prevede infatti per la giustizia tributaria traguardi qualitativi, come la riforma del quadro giuridico per rendere più efficace l'applicazione della legislazione tributaria, e insieme obiettivi quantitativi. Mi riferisco in particolare all'obiettivo di giugno 2026 della riduzione del tempo medio atteso di definizione dei procedimenti civili, inclusi quelli tributari, del 40% rispetto ai dati 2019.

Un altro fattore necessario per una riforma organica della giustizia tributaria è quello che l'anno scorso ho definito dell'identikit del giudice tributario, che riguarda i profili della competenza, esclusività e terzietà.
Professionalità e indipendenza dei giudici sono i pilastri su cui è costruita la nostra magistratura, garanzie indefettibili che nel disegno costituzionale sostengono l'intero apparato giurisdizionale.
Su queste garanzie deve essere costruita anche la figura del giudice tributario. Per questo oggi si dibatte molto su un modello di magistratura tributaria professionalmente specializzata e a tempo pieno.

Dare valore al profilo del giudice tributario, rafforzare le sue garanzie e prerogative sono prospettive prioritarie per promuovere la qualità della giurisprudenza tributaria e renderne più funzionale la relativa "macchina".
In conclusione, voglio rinnovare un sincero ringraziamento al Presidente Leone, al Consiglio di Presidenza, ai magistrati tributari delle Commissioni provinciali e regionali e ai giudici della Sezione tributaria della Cassazione che anche nel corso dell'emergenza pandemica hanno dimostrato una elevata capacità di adattamento.

Avete saputo affrontare nuove e vecchie sfide con flessibilità e pragmatismo, dimostrando che davvero vi è la voglia e la capacità di ripensare in un'ottica più competitiva e moderna il sistema di giustizia tributaria.
Ringrazio il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro della Giustizia e tutti i relatori per il loro contributo al dibattito odierno.

L'auspicio è che la politica, che oggi è chiamata definire le future traiettorie della giustizia tributaria, sappia ascoltare con grande attenzione la voce degli operatori del settore e dei contribuenti. Perché solo partendo da queste voci "dal basso" potremo capire come interpretare i traguardi e gli obiettivi del PNRR per costruire una giustizia tributaria realmente vicina ai bisogni di certezza tributaria di cittadini e aziende.

Vi ringrazio.