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Il Presidente: Intervento in Assemblea

«Vi spiego le parole difficili della crisi»

Intervista pubblicata dal settimanale "Chi"

di Giulia Cerasoli

sarà davvero colpa dello spread, se non arriviamo a fine mese? E che cos'è questa Imu, che ci piomba addosso, dopo che avevano tolto l'Ici sulla prima casa? I nostri figli troveranno lavoro, al di là di tutte le discussioni su mobilità transitoria, articolo 18 e contratti atipici? Sommersi dai neologismi e dai tecnicismi dell'era dei tecnici, i cittadini vorrebbero capirci qualcosa e sapere se saranno in grado di
mantenere la famiglia senza dover impegnare pure la camicia. Per far luce sul vero significato di queste parole, che rimbalzano
da tv e giornali, abbiamo chiesto alla seconda carica dello Stato, il presidente del Senato Renato Schifani, di vestire per un giorno i panni del divulgatore. Sfida che ha accettato, mettendosi in gioco in prima persona.

Domanda. Presidente, viene il sospetto che una terminologia così complessa nasconda una realtà difficile da far digerire ai cittadini.
Risposta. «Certamente questi termini ostici offrono l'impressione di uno scollamento, di un allontanamento della politica dalla realtà più concreta. Ma la tendenza deriva dal fatto che siamo di fronte a problematiche completamente nuove. Sicuramente stampa e tv hanno un grande
compito nel semplificare questa materia, per farla capire a tutti».

D. Ci spieghi se, con questa riforma del lavoro, le aziende assumeranno i nostri figli più facilmente.
R. «La speranza è che questa riforma del lavoro rafforzi la flessibilità in entrata. La formazione avverrà sempre più con una forma di apprendistato, che però non dovrà alimentare il precariato e puntare alla stabilizzazione. L'apprendistato sarà positivo, se professionalizzerà sempre più i giovani, che, diventando più bravi, saranno alla fine assunti».

D. Dov'è il rischio in tutto ciò?
R. «Che ci siano troppi vincoli per le imprese. Non bisogna scoraggiarle, ma incentivarle a prendere giovani da formare. Solo così si creeranno nuovi posti di lavoro per i nostri ragazzi».

D. Era proprio necessario passare dall'Ici all'Imu?
R. «Questa è una semplificazione. Si sommano varie imposte in una sola».

D. Ma questi "esodati" chi sono e che fine faranno?
R. «Questo è un problema serio e insieme un caso kafkiano. Coloro che hanno stipulato degli accordi contrattuali con le regole vigenti e fino a questo momento pensavano di ricevere la pensione a breve, ora, con le regole cambiate, si trovano invece fuori dal lavoro e a distanza
di anni dalla pensione... Occorre intervenire subito, perché lo Stato deve tutelare le regole e la buona fede».

D. Senta, davvero la nostra vita dipende dallo spread?
R. «In parte sì, perché lo spread è il termometro della credibilità della nostra economia. Questa situazione è figlia della speculazione. Dopo avere fatto una serie di scelte coraggiose e onerose per i cittadini, dovremmo essere fuori dal contagio, ma, attenzione, sono i mercati e non
l'Europa a determinare tutto ciò».

D. Insomma, i mercati sono il nostro nemico numero uno?
R. «Sì, gli speculatori e i mercati sono i padroni di tutto».

D. Dove abbiamo sbagliato? Anzi, dove avete sbagliato?
R. «Non c'è un errore da parte nostra. All'inizio tutto è nato dalla bolla americana, che ha scatenato la crisi. Poi anche l'Europa ha mostrato la sua debolezza, perché stenta a risalire con crescita e sviluppo. Mentre negli Usa, che sono un Paese federale, è più facile che l'economia
riparta in fretta».

D. Chi sono gli speculatori?
R. «Ci sono sempre stati. Sono proprietari di grandi ricchezze, che vivono a spese della debolezza degli altri».

D. Quindi, mentre noi stiamo qui a fare sacrifici per cercare di uscire dalla crisi, c'è qualcuno che si arricchisce in maniera esponenziale...
R. «E la legge dei mercati. Il nostro debito pubblico è aumentato e ci siamo trovati, davanti a questo scenario nuovo e difficile, a dover gestire l'emergenza».

Grazie, presidente.