In memoria di Beniamino Andreatta
Discorso pronunciato in Aula in apertura della seduta n. <a title="Il link apre in una nuova finestra" href="/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Resaula&leg=15&id=260639" rel="_blank">130</a>
Onorevoli colleghi, si è spento ieri, a Bologna, Beniamino Andreatta. A nome del Senato della Repubblica e mio personale, desidero quest'oggi rinnovare alla moglie Giana, ai figli e ai familiari il sincero e profondo cordoglio già espresso in un messaggio appena appreso della scomparsa.
Colpito da grave malore il 15 dicembre 1999 mentre seguiva, dal suo banco alla Camera, l'esame della legge finanziaria, non si è mai più ripreso e, da allora, era ricoverato all'Ospedale Sant'Orsola di Bologna, esemplarmente accudito dalla sua famiglia, circondato dall'affetto dei suoi cari, visitato dai suoi amici. Dopo sette anni ha dunque avuto termine questa silenziosa presenza.
L'Italia perde definitivamente un suo grande figlio; sono certo dell'intenso dolore provato da tutti coloro che, come tanti di noi qui presenti, hanno avuto la fortuna di conoscerlo e incrociarlo lungo il percorso della propria esperienza umana e politica. Più volte Ministro, a lungo parlamentare, eletto al Senato (dove ricoprì anche il ruolo di Presidente della Commissione bilancio) e poi alla Camera dei deputati, la sua personalità spicca nel panorama politico italiano sin da quando, giovane professore, collabora con Aldo Moro.
Nell'esercizio delle sue alte responsabilità di Governo al Bilancio, al Tesoro, agli Esteri e alla Difesa - solo per citarne alcune - si è costantemente contraddistinto per un rigore intellettuale e morale che si coniugava a una grande passione civile. Ha affrontato snodi non semplici, manifestando, accanto alla riconosciuta competenza, un costante e solido senso dello Stato e dell'interesse generale, sempre, anche quando decisioni e opinioni potevano costare l'impopolarità.
Brillante economista, studioso raffinato e dotato di originalità di pensiero, inesauribile fonte di proposte e approcci per affrontare in maniera moderna e volta al futuro i grandi problemi dell'economia, dello sviluppo e della finanza del nostro Paese e convinto sostenitore dell'Europa e del valore dell'unità dei popoli europei.
Beniamino Andreatta è stato anche una figura centrale nel panorama del cattolicesimo politico italiano che gli deve molto, come a poche altre personalità nella nostra storia. Maestro di tantissimi giovani, non solo nell'università, ma anche nella politica, aveva saputo, anche per questa strada, dare un'indicazione precisa e inequivoca: il futuro del Paese, di ogni Paese, è nelle mani dei giovani, a cui le generazioni che li hanno preceduti devono, con generosità, trasferire con le competenze la fiducia e la voglia di andare più avanti.
Credo sia giusto dedicare quanto prima una riflessione dell'Aula a Beniamino Andreatta, al suo forte impegno parlamentare e al grande contributo di pensiero che ha fornito all'Italia durante tutta la sua vita.
Vi invito ad osservare un minuto di raccoglimento.