Il diritto penale nel pensiero di Aldo Moro
Messaggio inviato all'on. Pino Pisicchio, Presidente della Commissione Giustizia della Camera, in occasione del convegno "Il diritto penale nel pensiero di Aldo Moro" che si è svolto a Montecitorio.
Caro Onorevole,
La ringrazio per il cortese invito ad intervenire al convegno "Il diritto penale nel pensiero di Aldo Moro", che avrà luogo il 9 maggio prossimo a Montecitorio.
Volentieri aderisco al Vostro invito di inviare ai partecipanti un pensiero sulla figura di Aldo Moro. L'attività accademica e il pensiero giuspenalistico di Moro, ai quali è forse mancata la dovuta attenzione, catalizzata dall'impegno politico che in definitiva determinò il suo sacrificio, hanno uno straordinario spessore.
I suoi studi furono permeati da quella stessa passione, profondità e chiarezza che contraddistinsero il suo impegno e la sua carriera politica, e ancora oggi conservano una freschezza e intensità straordinaria. Mi riferisco in particolare agli studi sulla capacità giuridica penale, sull'antigiuridicità penale, sulla unità e pluralità di reati, sulla subiettivazione della norma penale e a quelli, di estrema attualità, sulla exceptio veritatis.
Solo per fare un esempio, con riferimento al tema dei rapporti tra autore del fatto di reato e norma penale, sostenne con convinzione che non si può parlare di colpa penale e di giustificata applicazione della pena se non vi è la consapevolezza da parte dell'agente, non solo della sua condotta materiale, ma anche della carica di disvalore insita nella norma penale. Ovvero il principio del nulla poena sine culpa, che Moro sostenne con forza anche nei lavori preparatori dell'articolo 27 della nostra Costituzione.
Nell'esprimere il mio plauso all'iniziativa, invio a lei e a tutti i partecipanti al convegno un sentito ed affettuoso saluto, oltre all'augurio di buon lavoro.