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Il Presidente: Intervento in Assemblea

Cerimonia per il 137° Anniversario della Provincia di Roma

Discorso pronunciato a Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma, in occasione della cerimonia per il 137° Anniversario dell'istituzione della Provincia (1870-2007)

Autorità,
Signore e Signori,
con vivo piacere ho accolto l'invito del Presidente Gasbarra ad intervenire a questa celebrazione dell'Anniversario dell'istituzione della Provincia di Roma. Questo è un avvenimento particolare per una Provincia che, al tempo stesso, definirei, per altre ragioni, altrettanto particolare. Infatti, la prima peculiarità è che non sono molte le Istituzioni del nostro Stato unitario che possono vantare 137 anni di storia. Soprattutto che hanno, insieme, una così lunga vita e anche una chiara consapevolezza della necessità di aggiornamento e di modernizzazione delle proprie funzioni e dei propri compiti.

Ma questa è anche una Provincia speciale perché contiene nel suo ambito Roma, la città Capitale del nostro Paese, con tutta la sua storia e le sue funzioni nazionali e internazionali, anche come centro della Chiesa Cattolica universale. Ho ascoltato con interesse i contributi di coloro che sono intervenuti prima di me, i risultati che sono stati esposti, gli impegni che sono stati assunti per il futuro, le esigenze di riforma necessarie per rispondere meglio alle attese dei cittadini. La storia di questo Ente locale, di questa Amministrazione, è radicata e peculiare. Nel 1870 il territorio della Provincia di Roma coincideva, praticamente, con quasi tutto l'attuale Lazio. C'era la città di Roma, che aveva intorno una sterminata campagna e poi territori più lontani che non avevano ancora una identità, un volto definito.

Oggi il quadro è radicalmente cambiato, e non solo perché sono nate nel tempo altre 4 Province, ma perché quei territori e quei borghi di allora sono cresciuti e divenuti altrettante città, perché dal 1970 si è costituita la Regione Lazio, perché anche la città di Roma ha avuto una espansione enorme e si è trasformata. Roma, per la sua storia e il suo patrimonio culturale, è oggi una delle prime mete del turismo mondiale. E' diventata anche un centro di relazioni politiche, economiche, sociali e religiose di rilievo assolutamente primario. Ma anche in tutto il territorio provinciale si sono create numerose piccole città e comunità che svolgono funzioni fondamentali di integrazione e di servizio con l'area romana. Si tratta di fenomeni sociali ed economici emersi da alcuni anni, ai quali, però, è necessario ormai dare quelle risposte istituzionali adeguate.

Come ho avuto modo di evidenziare anche in altre recenti occasioni, il nostro Paese - per la ricchezza della sua storia, delle sue identità locali, per la complessità dei suoi territori - ha bisogno di una pluralità di Enti di governo locale. I Padri costituenti, consapevoli di tutto ciò, fissarono fra i principi fondamentali della forma Repubblicana la sua Unità e la sua pluralità insieme, come recita l'articolo 5 della Costituzione. L'articolo 114 poi attribuisce pari dignità istituzionale ai Comuni, alle Province, alle Città metropolitane, alle Regioni e allo Stato. Al terzo comma del medesimo articolo si prevede che Roma, capitale della Repubblica, sia disciplinata con un particolare ordinamento. L'impianto costituzionale è, dunque, chiaro e fissa i binari entro i quali sviluppare l'azione legislativa di riforma e di modernizzazione istituzionale.

Al Senato, presso la Commissione Affari Costituzionali, è in corso il lavoro legislativo per dare attuazione alla previsione costituzionale. Non spetta a me indicare le soluzioni che nel confronto parlamentare matureranno, ma certamente posso confermarvi il mio impegno perché questi provvedimenti, al termine della Sessione di bilancio, vedano la luce in tempi ragionevolmente brevi, in un confronto positivo fra maggioranza e opposizione, anche grazie all'apporto dei relatori designati su questi temi dai due schieramenti.

Quali che saranno le soluzioni legislative certamente la riforma dovrà vedere la trasformazione dell'attuale Provincia in un nuovo Organismo di governo dell'area vasta metropolitana, in sintonia con le nuove funzioni del Comune di Roma e il suo particolare statuto di città Capitale, e con funzioni e poteri più incisivi e penetranti nella programmazione e organizzazione del territorio, delle reti complesse di infrastrutture e di servizi. Deve essere altresì chiaro che questa riforma dovrà anche determinare una forte semplificazione di apparati e di Enti settoriali di varia natura allo scopo di assicurare una vera efficienza delle strutture istituzionali e amministrative e di realizzare una significativa diminuzione di costi.

C'è bisogno di maggior sobrietà della politica e di tutto l'insieme della vita pubblica e delle istituzioni. Ci sono problemi di costi eccessivi che devono essere ridotti e razionalizzati e di privilegi che devono essere eliminati. Ma soprattutto bisogna aver chiaro che il Paese ha avuto una significativa crescita democratica e che i cittadini si attendono Istituzioni veramente autorevoli ed efficienti, rappresentative e alte, ma non lontane o separate.

La politica ha un grande compito di fronte: quello di contribuire a mettere il mostro Paese nella condizione di affrontare le sfide poste dalle grandi trasformazioni sociali ed economiche del mondo. E' per questo che, fin dal primo giorno di Presidenza del Senato, mi sforzo di sollecitare maggioranza e opposizione ad esercitare quella responsabilità comune nell'equilibrio e nell'efficacia delle Istituzioni che è uno dei fattori competitivi più importanti nelle democrazie moderne e mature.

L'area di Roma è, insieme, una antenna eccezionale di queste trasformazioni, ma anche una porta dove molti di questi fenomeni transitano. E' per questo che il Vostro impegno, come Amministratori locali di questa realtà, è un compito molto più ampio e profondo di ciò che le stesse competenze formali prevedono. Il mio auspicio è che proprio questa che è la città Capitale, il cuore della vita politica e istituzionale, l'area di riferimento per tutto il Paese, sappia offrire un più significativo esempio di aggiornamento e di riforma dei propri ordinamenti e delle modalità di sostegno e di servizio per i cittadini.

Voi siete al servizio di una grande comunità locale, ma anche di tutta la nostra Nazione e di quanti, per molte ragioni, nel mondo, amano l'area romana, non solo per le sue bellezze storiche e artistiche, ma per la profondità della sua dimensione culturale e civile. Il mio augurio, in questo 137° anniversario, è che Voi possiate affrontare e vincere queste affascinanti sfide.