Francesco De Martino e il suo tempo
Discorso pronunciato in Sala Zuccari al convegno in occasione del centenario dalla nascita di Francesco De Martino
Autorità,
Signore e Signori,
il Senato della Repubblica, circa un anno fa, ha accolto con piacere la proposta di alcune importanti Fondazioni culturali e del Senatore Giorgio Benvenuto di promuovere una occasione di ricordo, di riflessione, intorno alla figura e all'opera di Francesco De Martino.
Oggi siamo giunti allo svolgimento di questa iniziativa che è stata preparata con molta cura e che si tiene nel Centenario dalla nascita di questa illustre personalità.
Non spetta a me percorrere tutte le molteplici fasi dell'impegno di quest'uomo politico che ha dato un contributo davvero rilevante alla fondazione della nostra vita democratica repubblicana e all'emancipazione sociale e civile di fasce importanti della popolazione del Paese.
Tanti e autorevoli sono gli interventi previsti nel vostro Convegno.
Tuttavia, consentitemi di fare poche, brevi, sottolineature su di una figura che lungo il mio precedente impegno sindacale ho avuto anche modo di conoscere direttamente e di apprezzare.
Francesco De Martino fu, anzitutto, un giurista e uno storico.
I suoi studi giuridici non furono mai improntati a profili astratti o speculativi, ma sempre profondamente radicati nella relazione fra la giurisdizione e la storia della civiltà umana, fra le istituzioni e i processi culturali ed economici.
La sua attenzione alla storia e al diritto romano rappresentano un patrimonio fondamentale per la conoscenza scientifica.
De Martino portò sempre, nel suo impegno politico, questo approccio positivo e razionale, di studioso che padroneggiava dati storici, economici e giuridici.
Antifascista, fin da giovanissimo, partecipò alla Resistenza e al Partito d'Azione.
Uomo di sinistra, De Martino nel 1947 aderì al Partito Socialista Italiano e si collocò sulle posizioni di Lelio Basso.
Entrò alla Camera dei Deputati nel 1948 dove rimase per otto Legislature, fino al 1983, quando fu eletto al Senato, a Napoli, come candidato comune del Partito Socialista e di quello Comunista.
Fu, a lungo, un meridionalista politico, ovvero una di quelle figure che fece della battaglia per il riscatto del Mezzogiorno un impegno profondo e organico.
Un impegno intellettuale, civile e politico insieme.
Con Giorgio Amendola e Mario Alicata partecipò al Movimento per la Rinascita del Mezzogiorno e, nel 1954, divenne Direttore della Rivista "Cronache meridionali", alla quale collaboravano anche Gerardo Chiaromonte e Giorgio Napolitano.
Per De Martino il problema del Mezzogiorno non era una questione settoriale, ma poteva trovare soluzione solo nel quadro di una nuova politica nazionale dello Stato italiano.
Negli anni Cinquanta fu nettamente all'opposizione, ma, in seguito all'evoluzione delle posizioni politiche dell'area comunista e socialista - dopo la morte di Stalin e i fatti di Ungheria - De Martino, insieme a Riccardo Lombardi, si avvicinò alla collaborazione con Nenni e alla preparazione della svolta di centro-sinistra.
Nel 1962, come Vice Segretario del Partito Socialista, pronunciò alla Camera la dichiarazione di voto - con l'appoggio esterno - al primo Governo di centro-sinistra.
I punti politico-programmatici che De Martino richiamò costituivano la base di quella grande stagione riformista: la nazionalizzazione dell'energia elettrica, il concreto avvio dell'esperienza delle Regioni, lo Statuto dei lavoratori.
Oggi ricordiamo Francesco De Martino e il suo tempo.
E quello fu un tempo davvero straordinario e fondamentale per la vita e la crescita democratica della Repubblica.
De Martino poi divenne Segretario politico del suo Partito per molte stagioni intense della vita pubblica del Paese.
Nel 1991 fu nominato Senatore a vita, per i suoi altissimi meriti nel campo civile, letterario e scientifico.
Nell'aprile del 1992, come Senatore anziano, fu alla presidenza della seduta inaugurale della XI Legislatura, ed ebbe modo di tracciare un breve bilancio dell' esperienza politica repubblicana.
Nell'invitare tutti a rileggere quell'intervento vorrei solo ricordare le sue parole all'Assemblea per invitare tutti ad assumersi "le massime responsabilità per intraprendere la difficilissima opera di rinnovamento della democrazia.....anche ristabilendo la supremazia dei valori morali nell'esercizio del potere politico".
Erano gli anni nei quali si apriva la lunga transizione della nostra vita politica e istituzionale, verso un assetto insieme più efficiente e più partecipato, in grado di rispondere alle attese dei nostri cittadini in uno scenario globale sempre più denso di sfide complesse e ricche di positività da cogliere.
Il pensiero e l'opera di Francesco De Martino costituiscono un bagaglio importante, anche in questa nostra stagione politica, e la riflessione di questo Convegno sicuramente offrirà un contributo utile per gli impegni rilevanti che abbiamo di fronte.
Ringrazio gli organizzatori di questo incontro e auguro buon lavoro.