Dalla parte delle donne. Il ruolo fondamentale dei centri antiviolenza
Intervento del Presidente Casellati, in occasione dell'incontro in Sala Zuccari, tenuto dalla Commissione Femminicidio, per la Giornata per l'eliminazione della violenza contro le donne
Buongiorno a tutti.
Desidero ringraziare il Presidente Valente e tutti i membri della Commissione per l'importante lavoro svolto. Saluto il Presidente del Consiglio e il Ministro Bonetti che parteciperanno al dibattito.
Mi limito a brevi considerazioni sul significato della missione comune che oggi ci unisce.
Vorrei che quest'anno la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne non fosse solo un momento di riflessione, ma un impegno concreto ad immedesimarsi per capire e per agire.
Immedesimarsi nel senso di violazione, di solitudine, di vergogna, che segna il destino di tante, troppe, donne il tutto il mondo. Immedesimarsi in quella condizione di abbandono, marginalizzazione, discriminazione che inibisce il loro autentico potenziale.
La storia di questa giornata parla del sacrificio di donne che hanno pagato con la propria vita la fedeltà a sé stesse. Non c'è nulla che spaventi di più della forza, del coraggio, delle capacità multiformi di una donna. Troppo spesso, per comodità, debolezza, vigliaccheria, opportunismo, chi ha paura delle donne finisce per relegarle ai margini.
Un sottile e perverso gioco dove la violenza fisica si accompagna a quella psicologica ed emotiva.
La violenza contro le donne ci riguarda tutti. Siamo tutti insieme vittime di una degenerazione che offende i diritti umani e mortifica una crescita sociale costruita faticosamente in decenni di lotta contro le diseguaglianze e le discriminazioni.
Ma di questa degenerazione siamo tutti involontari complici nella misura in cui non sappiamo offrire alle donne - alle donne violate, maltrattate, offese, abbandonate, dimenticate - reali opportunità di tutela e di affermazione personale.
Il contrasto alla violenza sulle donne parte da qui. Da quelle prospettive di autonomia morale ed indipendenza materiale che sono l'arma più potente contro ogni forma di martirio al femminile. Armi che si costruiscono lottando contro stereotipi e penalizzazioni, battendosi affinché nessuna emergenza, neanche una pandemia di portata globale, possa segnare un arretramento di fronte al cammino di emancipazione femminile.
Questo è l'impegno comune che oggi dobbiamo insieme rinnovare. Un impegno che parte dal ruolo delle istituzioni e dal sistema di tutele sociali e penali, ma che al contempo chiama in causa ciascuno di noi. Perché ognuno di noi, come padre o madre, fratello o sorella, amico o amica, può fare davvero molto perché ogni donna possa godere del diritto più grande: quello ad essere libera, ad essere semplicemente donna.
Grazie e buon lavoro a tutti.