Logo del Senato della Repubblica Italiana
Il Presidente: Intervento in Assemblea

Conferenza nazionale "Il ruolo dell'università nel contrasto alla violenza di genere"

Testo del discorso pronunciato dal Presidente del Senato Elisabetta Casellati

Buongiorno a tutte,
sono molto felice di portare il mio saluto a questa importante iniziativa promossa dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul femminicidio.

Oggi celebriamo i dieci anni della Convenzione di Istanbul. Un trattato che ha segnato un fondamentale cambiamento giuridico e culturale nella definizione della violenza di genere. E che ha promosso un approccio globale al problema, incentrato sulla prevenzione e sulla protezione delle vittime.
A dieci anni dall'adozione della Convenzione, è doveroso fare un bilancio sui risultati raggiunti.
Il bilancio sui numeri rivela ancora oggi per troppe donne una realtà quotidiana fatta di discriminazione, solitudine e dolore.

Solo in Italia, una donna ogni tre giorni è vittima di femminicidio. Per 9 donne su dieci, l'assassino non ha bisogno di bussare alla porta perché ha già le chiavi di casa. Per 7 donne su dieci ha il volto di un marito, un compagno, un fidanzato. Oltre duemila sono gli orfani di madri che non ci sono più.
I numeri di questa mattanza domestica ci restituiscono l'immagine di una società impotente di liberare le donne dal loro inferno privato.

Un inferno reso ancora più spettrale dalla pandemia, che ha trasformato la casa in una prigione senza via di fuga.

Di fronte a questo drammatico bilancio, ritengo lungimirante la scelta della Commissione di riunire oggi attorno ad uno stesso tavolo virtuale gli alleati strategici delle donne.
Istituzioni, comunità internazionale e Università. Proprio le Università, che sono incubatori di innovazione e cambiamento culturale, possono svolgere un contributo determinante, come il progetto U.Ni.Re. ha dimostrato.
Perché la lotta alla violenza di genere deve essere combattuta con le armi del diritto, della legalità e della giustizia.

Ma prima ancora va affrontata con la forza della cultura.
Una cultura più forte dell'indifferenza, dell'intolleranza, dell'ignoranza dettata dal pregiudizio. Una cultura che possa restituire a ciascuna donna il diritto ad essere pienamente libera, pienamente se stessa".