Rome Women 20 summit
Testo del discorso pronunciato dal Presidente del Senato, Elisabetta Casellati, al "Rome Women 20 summit"
Signor Ministro, Gentile Presidente e carissime amiche del G20 delle donne, è un grande piacere portare il saluto mio e del Senato della Repubblica al Vertice del G20 sulle donne. È questo un evento di grande importanza per il processo G20 e, nei tre giorni intensi di lavori che stanno per iniziare, le delegazioni convenute a Roma e quelle collegate in rete affronteranno temi decisivi per la condizione femminile; temi decisivi in un momento di grandi cambiamenti in cui è più che mai necessaria una "visione" innovativa e inclusiva per progettare il mondo post-pandemico.
Portare la questione delle donne e dell'uguaglianza di genere al centro dell'agenda politica internazionale è un obiettivo ambizioso che deve coinvolgere gli sforzi delle istituzioni, della politica e della società civile. Sono certa che gli orientamenti e le proposte che emergeranno da questa Conferenza saranno accolte dalla Presidenza italiana del G 20 e diventeranno parte integrante dei lavori del Vertice dei leader del prossimo ottobre. Se guardiamo alla storia femminile negli ultimi decenni ci troviamo di fronte a una sorta di Giano bifronte; un'entità a due facce in cui gli enormi progressi fatti in ogni campo dell'agire umano, dalle Istituzioni alle imprese, dal lavoro alla famiglia, si accompagnano a situazioni di disparità, di discriminazione, di violenza che le donne subiscono in ogni parte del mondo.
Ebbene, la consapevolezza dei successi e del rilievo sempre più crescente che le donne acquisiscono nelle società contemporanee non deve essere un punto di arrivo, ma uno stimolo a colmare i divari esistenti, che si allargano ulteriormente soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Sono ancora troppi i pregiudizi culturali e le barriere materiali e psicologiche che impediscono a tante donne di esprimere i loro talenti e di vedere riconosciuti i propri meriti. I dati raccolti dall'OCSE nelle principali economie del pianeta dimostrano che c'è ancora molto da fare per raggiungere la piena parità di genere. Nei percorsi di formazione e istruzione, nelle opportunità di lavoro e di impresa, nel godimento dei diritti fondamentali le disparità permangono.
E nelle istituzioni l'accesso delle donne alle cariche pubbliche, che pure ha visto un incremento negli anni recenti, soprattutto nelle società occidentali, è ancora lontano dal raggiungimento di un'equa rappresentanza di genere. La pandemia non ha fatto altro che aggravare la condizione delle donne, le quali hanno visto comprimersi ulteriormente i loro spazi e le loro opportunità. Hanno sostenuto il peso maggiore dello sconvolgimento della vita familiare, lavorativa e di relazione che l'emergenza Covid ha determinato un pò ovunque nel mondo. E le donne sono state anche in prima linea ad affrontare questa sfida, se si pensa che rappresentano circa i due terzi dei lavoratori nel settore della salute e circa il 90% di chi opera nel settore dell'assistenza alle persone.
Oggi che abbiamo gli strumenti scientifici e sanitari per combattere questo virus devastante, che fino a poco tempo fa era sconosciuto, e che le campagne vaccinali stanno proseguendo a ritmi serrati in tanti paesi del mondo, abbiamo l'opportunità di dare slancio alla ripresa economica e sociale dei nostri paesi; ma dobbiamo farlo includendo la prospettiva di genere nelle strategie e nei piani operativi post-pandemia.
È necessario dunque rafforzare l'idea che crescita, sviluppo sostenibile e parità di genere siano elementi inseparabili e indissolubili e che l'agenda femminile non sia una sfera "riservata", o che riguardi solo una categoria di persone da tutelare, ma un elemento trasversale a tutte le politiche.
Il lavoro che il Vertice porta avanti rappresenta un contributo fondamentale in questa direzione, con l'individuazione delle 3 priorità strategiche che vengono approfondite e ampliate di presidenza in presidenza: lavoro, imprenditorialità femminile e digitale. Nelle politiche sul lavoro va affrontato in primo luogo il gap salariale. In 18 paesi del G20, infatti, le donne continuano a essere pagate almeno il 15% in meno degli uomini; mentre a livello occupazionale solo il 55% delle donne è coinvolto nel mercato del lavoro, in confronto al 78% degli uomini.
Persistono nei paesi del G20 anche ostacoli formali e culturali all'avvio di attività imprenditoriali femminili che vanno assolutamente rimossi.
Le donne sono poi scarsamente rappresentate agli alti livelli delle industrie tecnologiche e hanno mediamente minori possibilità di accesso ad acquisire competenze digitali avanzate. Ritengo poi molto importante che, oltre a questi temi, la presidenza italiana abbia deciso di concentrare la sua attenzione anche sulla violenza contro donne e ragazze e sulla sostenibilità ambientale. La violenza contro le donne è una piaga globale che colpisce 1 donna su 3 nel mondo e assume forme diverse: può essere fisica, psicologica, sessuale, economica, lavorativa, digitale, e rappresenta una violazione dei diritti umani e uno dei principali ostacoli al raggiungimento dell'eguaglianza di genere.
Un fenomeno inaccettabile, che nel periodo della pandemia si è purtroppo aggravato, perché il lockdown ha in molti casi amplificato la tensione domestica e familiare in cui spesso tali eventi accadono. Non bastano naturalmente provvedimenti normativi per estirpare la violenza di genere, il sessismo e la discriminazione; c'è bisogno di una autentica svolta culturale e di politiche attive che rovescino gli stereotipi e promuovano un cambiamento profondo della percezione della donna e del rapporto tra i sessi. Anche i Parlamenti possono dare un apporto decisivo a questa battaglia.
Per questo in Senato abbiamo istituito la Commissione di inchiesta sul femminicidio e su ogni forma di violenza di genere che ha proprio il compito di monitorare e tenere alta l'attenzione della politica e dell'opinione pubblica sul fenomeno e proporre soluzioni normative per contrastarlo. È infine assai significativa l'attenzione che la presidenza italiana del G20 riserva ai temi dell'ambiente. Le donne subiscono in molti paesi del mondo le conseguenze negative dei cambiamenti climatici e degli squilibri ambientali, che colpiscono direttamente i loro diritti e la loro salute.
D'altra parte, proprio le donne possono trovare nell'economia verde e blu nuove opportunità di lavoro e di integrazione sociale. Risulta quindi di grande interesse promuovere un approccio di genere anche nella definizione di politiche attive per lo sviluppo sostenibile.
Care delegate, da prima donna eletta Presidente del Senato italiano ho l'onore di testimoniare il senso del percorso storico dell'emancipazione femminile e la consapevolezza che si tratti di una strada lunga, difficile, che può incontrare ostacoli e arretramenti, ma che ha un carattere storicamente irreversibile. Sono certa che grazie al vostro impegno, per il quale vi ringrazio, faremo un altro importante passo in avanti.