Inaugurazione Salone del Libro
Discorso pronunciato alla cerimonia di apertura del trentunesimo Salone internazionale del Libro di Torino
Autorità, gentili ospiti
è con grande piacere ed estremo interesse che partecipo oggi all'inaugurazione del trentunesimo Salone internazionale del Libro di Torino, un prestigioso appuntamento che ogni anno dà lustro non solo alla città di Torino, che così magnificamente lo ospita, ma al nostro Paese tutto.
Il Salone del Libro si presenta, per chi lo visita per la prima volta, al pari di chi annualmente ne esplora ogni angolo alla ricerca dei propri autori preferiti, come un vero e proprio spazio di confronto, dove le idee circolano e maturano, alimentandosi del pensiero e della riflessione di ognuno.
Qui il libro diventa un veicolo per un dialogo aperto tra gli autori e i loro lettori, tra ingegni e universi culturali, talvolta simili in altri casi lontani, ma accomunati dal desiderio di nutrire il proprio spirito.
Desidero sottolineare come questo programma sia reso ancor più stimolante dalla presenza di prestigiosi autori e pensatori provenienti dalla vicina Francia, Paese Ospite dell'edizione 2018, la cui collaborazione darà senza dubbio un prezioso contributo al successo di questo evento.
Basta scorrere il programma, attraverso i numerosi convegni, gli appuntamenti culturali, gli incontri, i dibattiti, gli spettacoli che lo arricchiscono di giorno in giorno, per rendersene conto. È una vera e propria "festa" della conoscenza, e del libro che in tutte le sue forme ne è tramite.
Si tratta di un'occasione unica per apprezzare il contributo che piccoli, medi, grandi e nuovi editori danno congiuntamente alla crescita culturale dell'Italia, tenendo vivi, a volte con innegabile fatica, l'operosa filiera del libro e l'universo che la popola.
È doveroso sottolineare, proprio in questa sede, che cultura significa per il nostro Paese opportunità di sviluppo e di competitività, e che il mondo del libro, erede di una secolare tradizione ma capace di proiettarsi nel futuro, è una componente essenziale di questo processo.
Ritengo inoltre doveroso dedicare un pensiero anche alle biblioteche italiane e agli addetti del settore che con dedizione e grande professionalità si adoperano quotidianamente per preservare il nostro ineguagliabile patrimonio librario e documentario. Essi permettono a migliaia di persone di fruirne ogni giorno per accrescere il proprio bagaglio di conoscenze e, nel caso dei più giovani, costruire il proprio futuro. I bibliotecari, custodi del nostro sapere, saranno presenti in questi giorni con iniziative e progetti dedicati ai libri, ma anche alla promozione della lettura come momento essenziale della crescita dell'individuo fin dalla più tenera età.
Ma c'è di più. È straordinario come ogni anno questo Salone sappia trasformarsi da grande manifestazione editoriale a luogo di sostanziale riflessione su interrogativi che riguardano la vita di ciascuno. Autorevoli personalità del mondo della cultura, intellettuali, scrittori e letterati, filosofi e scienziati, ma anche registi, musicisti, attori, artisti, sono chiamati non solo a presentare le proprie opere ma soprattutto a prestare il loro sapere, la ricchezza dell'esperienza, la capacità di osservare il mondo, per ragionare insieme sul tema scelto come filo conduttore del Salone.
Quello di quest'anno, "Un giorno tutto questo", e le cinque domande in cui è declinato, parlano di futuro. E quindi, voglio sottolinearlo, delle sfide che dovremo affrontare per costruirlo solido e fondato su valori di libertà e giustizia, su quei princìpi che rappresentano oggi, e dovranno continuare a forgiare domani, la nostra identità culturale in Italia, in Europa e oltre i suoi confini.
Quando si parla di futuro, necessariamente, occorre sapersi rivolgere ai più giovani, che della cultura e della conoscenza condivisa devono saper fare il più grande tesoro. A loro il Salone si rivolge con numerosi appuntamenti, anche dedicati ai più piccoli; sono certa che tra gli oltre 150.000 visitatori attesi, vi saranno molti giovani, pronti a cogliere le opportunità di dialogo e di condivisione che questa manifestazione può offrire loro.
Troppo spesso si parla del loro disinteresse per la conoscenza, per l'informazione o, ancor più radicalmente, per la comprensione ragionata del mondo che li circonda. Ma sta a noi, e lo dico in primo luogo a nome dell'Istituzione che ho l'onore di rappresentare, stimolare la loro curiosità di esplorare nuove strade e itinerari culturali diversi, di mettersi in gioco e verificare le proprie idee attraverso il confronto, di porsi nuove domande e in tal modo elevarsi come individui e contribuire al progresso della comunità umana cui appartengono.
Con serietà e rigore, oltre che con senso di responsabilità, sta alle Istituzioni tutte far comprendere loro come l'istruzione, il sapere e i libri siano a questo fine alleati importanti, "un'arma potente per cambiare il mondo", per usare le efficacissime parole della loro coetanea Malàla, che per sostenere il diritto all'istruzione di tutti e in tutti i Paesi, ha dovuto battersi con coraggio e passione.
Il Salone rappresenta in tal senso un'occasione preziosa per stabilire un contatto diretto con i ragazzi e gli studenti, e promuovere tra le giovani generazioni i princìpi fondamentali così chiaramente declinati dalla nostra Carta costituzionale. Un testo di cui quest'anno celebriamo il settantesimo anniversario dall'entrata in vigore, nel 1948, dopo anni tormentati di guerra, di limitazione delle libertà personali, di soppressione dei diritti essenziali.
Non posso quindi che apprezzare il fatto che, durante queste prossime giornate, molti saranno gli incontri dedicati alla Costituzione.
Anche il Senato, presente al Salone insieme al Ministero dell'Istruzione, prenderà parte ai numerosi incontri programmati con scuole di ogni ordine e grado per approfondirne la conoscenza con i giovani, anche illustrando loro le nuove collane editoriali nate per diffondere, con un linguaggio fruibile a tutti i cittadini, temi storici, culturali e istituzionali di rilievo.
Sarà un'opportunità per riflettere insieme su come, immancabilmente, e per ciascuno di noi, a ogni diritto corrisponda sempre un dovere, e per comprendere come solo su questo equilibrio possano fondarsi società realmente mature e democratiche.
Di tradizione e di progresso, di impegno e di rispetto delle regole, di consapevolezza e di libertà dobbiamo ragionare qui al Salone del Libro come in ogni altra occasione pubblica e privata.
Perché su questo è fondata la nostra Repubblica, e perché di questo parla nel presente, e parlerà nel futuro, il "libro" della nostra Costituzione.
Grazie a tutti e... buona lettura.