Relazione annuale 2017 dell'Autorità Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza
Intervento alla presentazione in Sala Koch
Buongiorno e benvenuti al Senato.
Rivolgo il mio saluto all'Autorità Garante per l'infanzia e l'adolescenza, Filomena Albano, a tutti i presenti, alla moderatrice di questo incontro, Elisa Anzaldo, e all'attore Alessio Boni che ci accompagnerà nel corso di questa mattina con la lettura di alcuni brani.
Saluto affettuosamente e stringo in un ideale abbraccio le ragazze e i ragazzi che sono con noi oggi, ai quali è dedicato questo momento di incontro e di conoscenza.
La presentazione del rapporto annuale sull'attività del Garante non è solo un rito istituzionale. È un'occasione per mettere in luce le tante iniziative svolte dall'Autorità, ma soprattutto per evidenziare tematiche e criticità che si riscontrano quotidianamente nell'affermazione dei minori - o meglio dovremmo dire delle persone di minore età - quali soggetti di diritto a pieno titolo.
Da un punto di vista normativo, molto si è fatto in questi anni nell'interesse esclusivo dell'infanzia e dell'adolescenza. A partire ovviamente dalla Convenzione sui Diritti del fanciullo approvata nel 1989 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, per dar seguito alla quale l'Italia, nel 2011, ha istituito, con un atto del Parlamento, proprio l'Autorità garante.
Convenzione che è quindi la pietra miliare per la tutela delle bambine e dei bambini, in quanto portatori e titolari di tutti i diritti civili riconosciuti all'uomo. In particolar modo il diritto di espressione, di partecipazione, di considerazione, di ascolto.
In essa sono contenuti i principi-guida per il lavoro del Garante, ma anche quei fondamenti dai quali deve trarre ispirazione l'intervento del legislatore.
Sulla rotta tracciata dalla Convenzione, sono state quindi segnate tappe giuridiche molto importanti a tutela dell'infanzia e dell'adolescenza.
Vorrei ricordare con voi in particolar modo un momento che potremmo definire storico sia da un punto di vista dell'attività legislativa, sia da un punto di vista giuridico: l'approvazione della legge in materia di filiazione.
Una legge, alla quale ho lavorato da Sottosegretario alla Giustizia, che - per raggiungere una 'effettiva' uguaglianza giuridica - ha superato l'odiosa distinzione tra figli naturali, illegittimi o adottivi considerandoli semplicemente "figli", a prescindere dalla situazione dalla quale siano nati. Un provvedimento di civiltà che riguarda tutti noi: genitori, figli, nonni.
L'istituzione dell'Autorità, che è terza e indipendente, ha poi certamente offerto nuovi impulsi e stimoli per rendere più efficace, mirata e al passo con i tempi l'iniziativa legislativa in questo delicato settore.
Mi fa particolarmente piacere sottolineare, in proposito, l'importanza del ruolo del Garante e soprattutto lo spirito di forte collaborazione istituzionale che si è creato in questi anni e che ha consentito di raggiungere importanti obiettivi legislativi anche in considerazione di mutamenti sociali, culturali e tecnologici irreversibili che vedono i soggetti di minore età esposti e direttamente coinvolti.
Mi riferisco in particolare alla approvazione della recentissima legge sul cyberbullismo, un fenomeno preoccupante, che sfrutta le potenzialità della rete internet amplificandone gli effetti.
Il web è una risorsa straordinaria. Consente di fare cose inimmaginabili per le generazioni passate. Spazio e tempo sono diventati, grazie a internet, variabili indipendenti. Anche molti diritti fissati nella Convenzione di New York possono trovare, attraverso la rete, un loro compimento. Demonizzarla, quindi, non serve. Ma tutti noi abbiamo il dovere di controllarne gli effetti e di gestire le potenzialità dei nuovi strumenti tecnologici a tutela dei più deboli.
Per questo la legge sul cyberbullismo, al fine di contrastare il fenomeno, prevede non a caso un coinvolgimento attivo di tutti i soggetti istituzionali, comprese ovviamente le scuole, senza dimenticare il decisivo ruolo dei genitori.
Il Garante, dal suo canto, diventa grazie a questa legge componente e, direi, parte critica necessaria del tavolo tecnico istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri con lo scopo non solo di gestire il fenomeno del cyberbullismo, ma più in generale di affrontare il tema della tutela dei bambini e dei ragazzi nel complesso mondo della comunicazione digitale.
Il compito del Garante ma, ripeto, di tutti i soggetti coinvolti, è quello di rendere visibili fenomeno latenti.
O, potremmo meglio dire, di rendere visibili quelle ragazze e quei ragazzi che trovano un rifugio nei nuovi mezzi di comunicazione perché incapaci o impossibilitati ad affrontare i propri disagi nel mondo reale.
È un tema questo a me particolarmente caro e ringrazio il Garante per il supplemento di attenzione che vorrà dedicare a questa problematica.
Auspico quindi una continuità di dialogo istituzionale tra il Parlamento - e il Senato in particolare - e il Garante. Come è noto, il nuovo governo è ormai nella legittimità dei suoi poteri e a breve si potrà procedere alla composizione delle Commissioni parlamentari, prima interfaccia di ascolto, di confronto e di proposta dell'Autorità attraverso il prezioso atto delle audizioni.
Le vostre competenze, i poteri di segnalazione che la legge vi ha attribuito, le informazioni alle quali avete accesso sono strumenti fondamentali per il legislatore per meglio garantire la tutela dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. Istanze e bisogni dei quali il Garante si fa portavoce ma che nelle aule parlamentari devono trovare risposte compiute.
Da avvocato esperta di diritto di famiglia sono consapevole di quanto ancora ci sia da fare in questo ambito.
Auspico, ad esempio, che in questa legislatura si possa finalmente affrontare e portare alla approvazione un provvedimento che istituisca il Tribunale della famiglia.
È infatti quanto mai indispensabile, soprattutto in considerazione dei mutamenti sociali in atto, delle nuove tipologie di famiglia che si stanno costituendo, che vi sia un elevato grado di specializzazione della magistratura chiamata ad assumere decisioni delicate che incidono in maniera sensibile sui soggetti più deboli.
Un intervento normativo che vada in questa direzione potrà rendere più efficace la tutela della famiglia e il riconoscimento dei diritti delle persone che ne fanno parte.
La capacità di ascolto, che deve caratterizzare il Garante ma che chiama in causa tutti noi, è quindi una pre condizione a garanzia del benessere dei minori.
Quella capacità che, consentitemi di dirlo con sincera franchezza, avete dimostrato di avere, ad esempio, con il brillante esperimento illustrato al Salone del libro di Torino e che ho trovato veramente istruttivo.
Avete chiesto a migliaia di alunni delle scuole primarie italiane di riscrivere la Convenzione di New York. Le loro risposte sincere, istintive, semplici e proprio per questo spiazzanti, fanno riflettere.
Quali diritti vogliono vedere affermati i bambini?
Primo su tutti: il diritto al 'tempo'. Tempo per stare con i genitori, per giocare e anche per essere 'lasciati soli a sognare'.
E poi il diritto ad essere coccolati, protetti, rispettati piuttosto che ad avere, in ogni gelateria, di ogni città del mondo, il proprio gusto preferito. Risposte spontanee e naturali, ma che rimandano ad una realtà mai banale.
C'è un mondo da scoprire dietro ogni parola, ogni singolo gesto di un bambino o di un adolescente.
Cari ragazzi, il vostro è un modo intuitivo di comunicare che non necessita di spiegazioni.
È un dono, una fortuna la vostra, che nessuno ha il diritto di negare.
A noi il compito di ascoltarvi, di capirvi.
Iniziando a ricordarci dei bambini che siamo stati.
Buon lavoro