Premio ISPI 2018
Discorso pronunciato nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, in occasione della cerimonia di consegna del Premio a Staffan de Mistura
Presidente Massolo,
Autorità, signore e signori,
è con un sentimento di profonda gratitudine che porto oggi il saluto mio personale e del Senato della Repubblica in occasione del premio annuale che l'Ispi conferisce in ricordo dell'ambasciatore Boris Biancheri.
Un sentimento che ha ragioni diverse e tutte rientranti nell'azione a sostegno del radicamento e del miglioramento dell'immagine dell'Italia nel mondo, elementi fondanti di questo ambìto riconoscimento e della stessa mission dell'Istituto.
La prima riflessione che mi consentirete è quindi proprio sulla figura di Boris Biancheri, diplomatico, scrittore, intellettuale a tutto tondo.
A partire dalla metà del secolo scorso Biancheri ha rappresentato il nostro Paese negli scenari più importanti nel panorama internazionale, conferendo prestigio e autorevolezza alle istituzioni nazionali.
Saluto con particolare piacere la signora Biancheri, che è stata al fianco di un uomo che ha saputo coniugare la migliore tradizione diplomatica italiana con una modernità di vedute e di linguaggio che ne ha scandito l'altrettanto feconda attività letteraria.
Il suo contributo al dibattito politico, con un focus sempre presente sulle evoluzioni degli scenari globali, ne ha infatti caratterizzato il percorso anche successivamente agli incarichi diplomatici. Il lungo e prezioso impegno come presidente, tanto dell'Ispi quanto dell'agenzia Ansa, ha inciso in maniera decisiva sullo studio e sull'approfondimento delle principali questioni all'ordine del giorno nell'agenda nazionale e internazionale.
Il suo testimone, oggi autorevolmente ed emblematicamente raccolto dal Presidente Massolo, rappresenta la migliore dimostrazione di come questo Istituto possa e debba svolgere un ruolo centrale nell'analisi e nella divulgazione delle principali evoluzioni geo-politiche internazionali.
La nuova politica americana, il ruolo dell'Unione europea, la paventata guerra dei dazi, l'attualità dell'Alleanza Atlantica, e ancora Cina, Russia, Medioriente: sono solo alcuni degli argomenti trattati nell'ultima relazione annuale dell'Ispi, una vera e propria opera di decodificazione delle dinamiche in atto.
Uno strumento che offre a tutti, attraverso il proprio portale e le numerose pubblicazioni, la possibilità di conoscere cosa succede nel mondo, capirne le reali motivazioni e metterle in relazione ad altri fattori, egualmente rilevanti, magari solo in apparenza scollegati gli uni dagli altri.
È inoltre un'opportunità rara per poter valutare e comparare la politica estera italiana, in una prospettiva evidentemente non solo di breve periodo, e soprattutto non avulsa dagli interessi nazionali, a partire dal commercio internazionale, dalle esportazioni, dalla ricerca scientifica e dall'approvvigionamento energetico.
Se è oggettivamente riconosciuto che per le politiche estere degli Stati si sta profilando una nuova fase delle relazioni, compresa una discussione quanto mai pregnante sull'effettività e sulle prospettive del multilateralismo, assume ancora maggior rilievo l'opera di chi, in tempo reale, mette a diposizione delle classi dirigenti, attuali e future, spunti ed elementi di riflessione.
Un'operosità, quella da tutti riconosciuta all'Ispi, che vede inoltre uno spazio decisivo riservato alla formazione. Un'offerta sempre più ampia e qualificata, che prevede numerosi corsi e master rivolti ai giovani, agli studenti, ai professionisti e alle imprese, attraverso una qualificata e diversificata rete di docenti e analisti.
In una società sempre più globale, cambiano rapidamente le esigenze dei singoli Paesi, delle organizzazioni internazionali, dei cittadini.
Le sfide dei prossimi anni saranno per certi versi giocate in mare aperto, rispetto al superamento di alcuni steccati o perimetri tradizionali, in particolare rispetto al protagonismo sempre più evidente dei soggetti privati, a partire dalle relazioni industriali, economiche e finanziarie.
Un fenomeno che l'era digitale pone in diretta correlazione con aspetti che possono assumere dimensioni tali da incidere sugli aspetti fondanti delle liberal-democrazie.
Penso alla concentrazione dei saperi informatici, del controllo delle conoscenze necessarie per la sperimentazione e l'accesso all'industria 4.0, alla sicurezza cibernetica e alla trasparenza e tracciabilità dei profili social.
Tutti temi che chiamano direttamente in causa le Istituzioni
e che richiedono inevitabilmente una trattazione sovra-nazionale, anche per individuare una regolamentazione coerente con i processi innovativi in atto.
Se la pace mondiale, il perseguimento del benessere dei popoli e il dialogo come fondamentale via di risoluzione delle controversie restano le stelle polari della nostra azione, gli strumenti e le iniziative per perseguire tali obiettivi sono al centro di un ampio dibattito che può e deve vederci protagonisti.
Dal rafforzamento politico della comune casa europea all'attenzione agli organismi regionali, l'Italia sarà chiamata a svolgere un ruolo decisivo.
In una logica di competitività sempre più rivolta alle macro-aree, appare fuori da qualsiasi realistica valutazione l'idea di singoli Paesi europei in grado di reggere autonomamente il confronto in mare aperto contro i giganti tecnologici privati e i giganti geografici.
Esiste una sottodimensione evidente, che deve spingere la classe politica europea a trovare nuove forme di collaborazione comunitaria, sapendo che le sinergie nei settori della competitività e della sicurezza non possono essere disgiunte da una nuova, convinta e sostanziale unità politica e culturale.
Sono questi i fattori determinanti per fare dell'Unione il protagonista di cui c'è una crescente necessità, anche all'interno delle organizzazioni internazionali, dove tanti auspicano la possibilità che l'Europa possa esprimersi con una sola voce, pur parlando e conoscendo molte lingue.
All'interno di questo quadro l'Italia può continuare a svolgere un ruolo di prestigio e di attenzione nei confronti dei capisaldi che storicamente sono alla base delle nostre politiche.
Penso ad esempio alle attività nell'ambito dell'Assemblea parlamentare euromediterranea che, a 20 anni dalla Dichiarazione di Barcellona che istituì l'iniziale Partenariato, vedrà in questa città l'insediamento del nuovo Segretariato permanente dell'Assemblea parlamentare dell'Unione per il Mediterraneo.
Una significativa parte delle sfide cruciali per il nostro continente sono poi quelle che vengono dal Sud oltre i deserti, dal cuore del continente africano da un lato e dall'Oriente dall'altro; ed è evidente che senza un dialogo di tutte le parti a nord e a sud del Mediterraneo, a tali sfide sarà comunque impossibile dare una risposta vera ed efficace.
É nel destino del nostro mar Mediterraneo, un mare interno piccolo rispetto alle distese oceaniche, essere il luogo ove si incontrano tre continenti: Europa, Africa e Asia, che hanno fatto da scenario della storia universale.
Ed è proprio in questo contesto che si è svolta tanta parte dell'azione strategica e diplomatica affidata al destinatario del riconoscimento Ispi, Staffan De Mistura.
Già inviato speciale dell'ONU per la Siria, e protagonista di missioni internazionali che lo hanno visto ricoprire ruoli di vertice in tutte le aree più controverse del pianeta: dall'Afghanistan all'Iraq, dal Ruanda alla Somalia e ai Balcani.
Quella di De Mistura può senz'altro essere definita una vita al servizio della pace, con un percorso professionale che è partito dall'impegno per il Programma alimentare mondiale ed è proseguito con crescenti responsabilità nell'ambito delle agenzie delle Nazioni Unite.
Il suo prestigio personale e la sua unanimemente riconosciuta capacità di perseguire il dialogo tra i popoli, hanno dato lustro e prestigio all'Italia nel mondo.
Una figura di primo piano che, oltre alla incessante attività diplomatica, ha dato prova di sé anche servendo il Paese con l'assunzione di responsabilità governative.
Al Presidente Massolo il compito di illustrare le motivazioni alla base dell'assegnazione di un premio che lo scorso anno vide protagonista l'ex Ministro degli Esteri - e in quel momento Presidente del Consiglio - Paolo Gentiloni.
Nella sua prima edizione questo riconoscimento fu invece assegnato al Presidente Giorgio Napolitano, al quale mando i miei saluti, anche nella sua veste di Presidente onorario dell'Ispi, con un augurio di pronta guarigione.
Grazie a tutti