Palazzo di Giustizia di Trento, cerimonia di intitolazione della sala "Giudice Rosario Livatino"
L'intervento del Presidente del Senato, Elisabetta Casellati
Autorità, Signore e Signori,
Rivolgo il mio saluto e il mio ringraziamento alla Presidente della Corte d'Appello, dott.ssa Gloria Servetti, e al Procuratore Generale, dott. Giovanni Ilarda, per aver organizzato questa cerimonia che per me ha grande valore e significato.
L'inaugurazione e l'intitolazione della Sala riunioni del Pubblico Ministero al giudice Rosario Livatino e la scopertura di una targa in onore dei magistrati caduti in difesa della democrazia, costituiscono un momento prezioso nell'ambito della mia visita istituzionale in questi territori.
Questa occasione, infatti, ci consente di rendere viva, attuale e forte la memoria di tutti i servitori dello Stato che hanno testimoniato con il sacrificio della loro stessa esistenza i valori di giustizia e libertà, fondamento della nostra convivenza civile.
Una memoria che non è solo rievocazione di un passato doloroso, ma che ci apre, nella fecondità dei suoi significati, al presente e al futuro.
Le storie di queste donne e di questi uomini, anche nel loro drammatico epilogo, ci consegnano un messaggio di speranza.
La speranza di una giustizia che si faccia carico realmente delle istanze di ogni cittadino, del suo bisogno di tutela dei diritti fondamentali, della sua necessità di sentire le Istituzioni vicine soprattutto nei momenti di solitudine e di difficoltà.
Proprio in questa capacità di dare riscontro alla domanda di giustizia, in questa concreta prossimità alle esigenze di ogni persona, risiede infatti la legittimazione sociale della giurisdizione.
Una legittimazione che passa anzitutto attraverso la credibilità delle Istituzioni giudiziarie nei loro rapporti con i territori sui quali operano.
Proprio sotto questo profilo gli uffici che voi rappresentate costituiscono, a livello nazionale, un riferimento e un esempio.
Basta infatti osservare i dati sull'andamento della giustizia nella Corte d'Appello di Trento e Bolzano per comprendere come si sia in presenza di realtà giudiziarie in grado di fornire risposte tempestive, adeguate e qualitativamente elevate in un territorio ad alta complessità sociale ed economica.
Anche il mondo giudiziario costituisce dunque una eccellenza.
Una delle eccellenze che ho potuto conoscere e apprezzare nel corso della mia visita a Bolzano e a Trento: dalla storia prestigiosa della Federazione della Cooperazione Trentina, alla vitalità creativa delle professioni e delle categorie produttive e commerciali delle provincie autonome di Bolzano e di Trento.
Una giustizia di qualità, quella che voi amministrate quotidianamente, che sa stare al passo con i tempi.
Penso alla capacità di mantenere costante nel tempo l'equilibrio tra flussi di procedimenti giudiziari in entrata e in uscita e di garantire tempi di definizione dei procedimenti sempre adeguati rispetto agli standard europei.
Penso ancora alla capacità di innovazione del sistema giudiziario che siete stati in grado di dimostrare in tutti gli uffici del Distretto:
dalla elaborazione e sperimentazione di prassi virtuose in settori particolarmente delicati quali, ad esempio, le procedure concorsuali ed esecutive,
alla costituzione di uffici destinati a rendere più efficiente la trattazione dei processi e a rendere più prevedibili le decisioni giudiziarie, anche attraverso una maggiore omogeneità della giurisprudenza distrettuale.
In altre parole, una creatività progettuale che, pur dovendo fare i conti con la cronica insufficienza di risorse ed in particolare di carenze assai significative di personale amministrativo, vi ha consentito di raggiungere e garantire nel tempo straordinari risultati.
Tutto ciò è stato ed è possibile grazie anche a sinergie positive e efficaci che gli uffici giudiziari hanno saputo immaginare e realizzare nel tempo con gli altri operatori della giustizia, con le Istituzioni locali e con la società tutta.
Vorrei ricordare sotto questo profilo la collaborazione con l'Avvocatura non solo nella condivisione di momenti formativi comuni, ma anche nella elaborazione e attuazione di progetti organizzativi.
Una cooperazione tra magistrati, avvocati e personale amministrativo che negli uffici giudiziari di questo distretto rappresenta la cifra caratterizzante dell'agire quotidiano.
Di particolare rilievo risulta anche il virtuoso rapporto di intesa tra uffici giudiziari e Università, nella consapevolezza che non esiste soluzione organizzativa o progetto innovativo che possano dare buona prova di sé, se non supportati da una solida e costante attività di formazione e aggiornamento.
Ugualmente fondamentale si rivela la costante cooperazione con le Istituzioni locali.
Un dialogo che si traduce nella concreta realizzazione di un servizio giudiziario adeguato alle aspettative dei cittadini.
Del resto, proprio la Sala riunioni che oggi inauguriamo è espressione di questa proficua collaborazione.
Attrezzata con infrastrutture tecnologiche di ultima generazione è stata realizzata dalla Regione Trentino Alto Adige - Sud Tirol e dalla Provincia Autonoma di Trento.
Ciò è stato possibile grazie a una intelligente e lungimirante attuazione delle norme previste dallo Statuto di Autonomia.
Ma è anche una felice sintesi della comune capacità di visione che unisce tutti i rappresentanti delle Istituzioni di questo territorio.
Una capacità che si alimenta anche grazie al dialogo sempre aperto con la collettività.
La giustizia e le Istituzioni tutte non possono infatti che trarre beneficio dall'apertura alla società e alle formazioni che in essa operano creativamente.
In queste relazioni si definiscono un nuovo ruolo del giudice e le nuove responsabilità delle Istituzioni.
Come infatti ci ricorda Rosario Livatino, in uno dei suoi più noti e profetici contributi:
"il ruolo del giudice non può sfuggire al cammino della storia: tanto egli che il servizio da lui reso devono essere partecipi di un processo di adeguamento...oggi, nelle società a crescente complessità e soggettività, come sono tutte le società occidentali mature, è sempre più difficile sapere e far accettare i concetti di giusto e ingiusto ed è sempre più difficile individuare e rendere accessibili gli strumenti per ottenere giusta protezione".
Se proprio queste dunque sono le sfide che viviamo, voi Tutti costituite un esempio di come le Istituzioni possano e debbano vivere la complessità attuale, innovando e intraprendendo nella fedeltà ai valori e agli ideali della Costituzione Repubblicana.