Candidatura Unesco di Padova Urbs Picta
Discorso pronunciato all'Università di Padova
Autorità,
signore e signori,
è con vero piacere e con personale orgoglio che porto il mio saluto e quello del Senato della Repubblica in apertura dei lavori dell'importante e prestigioso incontro di oggi.
Ad un anno dall'ufficializzazione della candidatura di "Padova Urbs Picta" nella Lista del Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco, ritengo giusto ed opportuno questo momento di aggiornamento di un progetto che è destinato a dare lustro a Padova, al Veneto, all'Italia intera.
Vorrei quindi ringraziare il Club per l'Unesco di Padova e il Club Rotary Padova Est per questa iniziativa, oltre ovviamente a tutti gli autorevoli relatori, i rappresentanti delle istituzioni e i cittadini presenti.
Una candidatura nella lista del patrimonio mondiale Unesco è molto di più di un riconoscimento di qualità.
È la conferma di un impegno di salvaguardia e di valorizzazione compiuto da tutti i soggetti coinvolti; è un punto di partenza grazie al quale è possibile costruire una strategia internazionale di tutela, fruizione, approfondimento, promozione e marketing territoriale.
Per il secondo anno consecutivo il Veneto ha l'opportunità di vedersi riconosciuta una propria eccellenza territoriale a livello mondiale.
Lo scorso anno gioimmo tutti insieme per l'iscrizione del sito "Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene": un paesaggio culturale di straordinario fascino e straordinaria attrazione.
Con "Padova Urbs Picta" sarà quindi possibile consolidare la leadership italiana che - con i 55 siti iscritti, pari solo alla Cina -, è il più bel riconoscimento per le nostre unicità naturali, architettoniche, archeologiche, storiche e urbanistiche.
Per questa città - per la nostra città -, la candidatura sancita lo scorso gennaio dalla Commissione nazionale Unesco e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali rappresenta un'opportunità veramente straordinaria.
Padova entrerebbe infatti nel ristretto novero delle città con più di un sito iscritto, potendo già contare su "L'orto botanico" entrato a far parte dei patrimoni mondiali riconosciuti nel 1997.
Un'opportunità che potrà e dovrà essere colta grazie alla scelta di un percorso pittorico che - lo dico senza alcuna volontà retorica -, non ha eguali nella storia, non ha eguali al mondo.
La città dipinta è infatti una dimostrazione di eccellenza ed unicità resa immortale da Giotto e dagli impareggiabili artisti che nel XIV secolo trassero dal maestro stimolo e ispirazione.
La Cappella degli Scrovegni, la Chiesa dei santi Filippo e Giacomo agli Eremitani, il Palazzo della Ragione, la Cappella della Reggia Carrarese, il Battistero della Cattedrale, la Basilica e il convento del Santo, l'Oratorio di San Giorgio e l'Oratorio di San Michele: raccontare questi luoghi significa raccontare la nostra storia, la nostra identità; significa onorare i talenti che hanno reso l'Italia conosciuta e amata in tutto il mondo, in ogni epoca.
Basta approfondire i criteri evidenziati nel dossier di candidatura per rendersi conto che "Padova Urbs Picta" rappresenta:
- un esempio straordinario del genio creativo dell'uomo
- il continuo interscambio di valori umani e culturali tra i protagonisti delle arti, delle scienze, della letteratura;
- la testimonianza concreta di quel passaggio fondamentale della storia dell'arte che vede il rinnovamento tecnico della tradizione antica dell'affresco da parte di Giotto;
- l'Eccezionale Valore Universale nella diversa e complementare articolazione delle sue componenti;
- una manifesta ed impareggiabile autenticità;
- la certezza di protezione e tutela.
Per ottenere l'iscrizione nella più prestigiosa lista dell'Unesco tutto ciò però non è sufficiente.
C'è bisogno di impegno, visione e coesione.
Istituzioni pubbliche, mondo accademico, tessuto produttivo ed economico, associazionismo, terzo settore: ciascuno è chiamato a fare la sua parte.
Ma è proprio questo uno dei punti di forza di questa meravigliosa idea: uno sforzo che ha visto in prima linea il Comune di Padova - ente capofila della candidatura - insieme all'Accademia Galileiana di Scienze, Lettere ed Arti, alla Delegazione Pontificia, alla Diocesi di Padova, alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio e all'Università degli Studi di Padova.
Il buon esito di una candidatura - come ci ha insegnato del resto la recente iscrizione delle colline del Prosecco - dipende infatti dalla completezza e dalla qualità del dossier presentato, dall'efficacia e dalla lungimiranza dei principi e delle pratiche alla base del Piano di gestione, dalla forza di un territorio di porsi come protagonista di politiche sostenibili, virtuose, condivise.
Tutti aspetti che in questo caso viaggiano nella stessa direzione.
Se Padova è uno scrigno di ineguagliabile valore, di bellezza assoluta e di fascino senza tempo, la forza delle sue istituzioni pubbliche, sociali, culturali ed economiche ne ha sancito il ruolo di protagonista del presente e del futuro.
Un ruolo che può e deve renderci orgogliosi di essere cittadini di questa città, di questa Regione, di questa Nazione.
E allora, tutti insieme, rimbocchiamoci le maniche - una cosa che i Veneti sanno fare da sempre benissimo - e costruiamo il futuro delle prossime generazioni all'insegna della bellezza, della storia, della cultura.