Pubblicato il 2 ottobre 2014, nella seduta n. 323
FUCKSIA , SIMEONI , TAVERNA , MORRA , BUCCARELLA , VACCIANO , DONNO , FATTORI , GAETTI , SERRA , CATALFO , MOLINARI , SANTANGELO - Al Ministro della salute. -
Premesso che a quanto risulta agli interroganti:
il Ministero della salute ha ufficializzato l'incarico di due nuovi direttori generali: Renato Botti per la programmazione sanitaria, e Ranieri Guerra all'area della prevenzione. Il primo è l'ex direttore generale dell'ospedale "San Raffaele" di Milano, già subcommissario regionale per il Lazio. Il secondo è stato consigliere scientifico d'ambasciata a Washington, nonché ex direttore delle relazioni esterne dell'Istituto superiore di sanità;
gli incarichi, della durata di 3 anni, sono stati conferiti dal Consiglio dei ministri del 9 settembre 2014 e diventano operativi dalla data di registrazione dei provvedimenti del Consiglio dei ministri;
i 12 direttori di prima fascia in organico al Ministero, risultavano incandidabili in quanto coinvolti nella rotazione degli incarichi, in ragione della riorganizzazione delle figure apicali del dicastero disposta dal Ministro;
vi era necessità di procedere "con urgenza" a una ricognizione estesa ai 111 dirigenti di seconda fascia, e anche fuori le mura del Ministero, come prevede l'art. 6 del decreto legislativo n. 165 del 2001, dove migliaia di dirigenti sanitari operanti nel pubblico e nel privato avrebbero potuto legittimamente aspirare al ruolo e avanzare candidature;
per l'accesso alle 2 cariche, il decreto legislativo n. 165 del 2001 prescrive la procedura a evidenza pubblica;
la Corte dei Conti ha più volte ribadito che "il profilo pubblicistico della procedura di interpello per il conferimento di incarichi dirigenziali assegna a tale procedura garanzia di tutela del buon andamento, dell'imparzialità e della trasparenza finalizzate al perseguimento dell'interesse pubblico e all'efficacia dell'azione amministrativa". In particolare, la Corte, sez. centrale di controllo, con sentenza n. 3 del 2013, sul punto è stata chiarissima: "il conferimento degli incarichi dirigenziali deve avvenire con una procedura di natura concorsuale previa pubblicità dei posti vacanti e predeterminazione dei criteri di valutazione. Si tratta di un sistema che assicura la contemporanea soddisfazione delle esigenze di trasparenza, non discriminazione e buona amministrazione, all'interno del quale i diritti e le aspirazioni del dipendente convivono con le esigenze dell'amministrazione. Sull'ineludibilità delle regole di pubblicità e di concorsualità nel conferimento degli incarichi dirigenziali quali limiti alla discrezionalità dell'amministrazione nella selezione dei posti vacanti da assegnare, a garanzia e bilanciamento delle aspettative degli interessati con i principi suddetti, si è già espressa questa Sezione Centrale Controllo sugli atti di governo con deliberazione n. - 9 -SSCELG\21\2010\PREV del 21 ottobre 2010, con motivazioni dalle quali il Collegio non intende discostarsi";
secondo quanto riportato da "ilFattoQuotidiano", l'avviso di concorso è stato inviato via e-mail solo alle Direzioni generali e pubblicato in un ramo nascosto e difficilmente raggiungibile del sito ministeriale, con il passaggio attraverso numerosi step: area "ministero e ministro", quindi sezione "amministrazione trasparente", quindi link "dirigenti" e a seguire "posti di funzioni disponibili";
il tempo utile per presentare le candidature è stato limitato ad una sola settimana;
tali elementi hanno contribuito in modo determinante a limitare fortemente il numero delle candidature presentate;
inoltre tra i requisiti richiesti nell'interpello precedente con cui fu selezionato il direttore uscente Francesco Bevere, laureato in medicina, non vi era un solo requisito specifico che potesse in qualche modo determinare un pregiudizio alle possibili candidature e generare esclusioni preventive. Si richiedeva infatti soltanto una generica "esperienza nel campo della programmazione, organizzazione e gestione dei servizi sanitari ovvero di dirigenza generale o apicale presso aziende sanitarie, fondazioni e amministrazioni pubbliche con attribuzioni sanitarie", tanto che l'interpello fu fermato dalla Corte dei Conti per "eccesso di genericità";
per contro nel caso dei due incarichi, pur in presenza di una procedura formalmente corretta, i bandi utilizzati non solo presentavano un dettaglio di requisiti tale da renderli criticabili per eccesso di specificità, ma si conformavano esattamente ai profili curriculari dei due vincitori;
tale evidenza veniva rilevata dal sito di informazione "ilFattoQuotidiano", che ha esaminato il bando e osservato come i requisiti richiesti fossero difficilmente adattabili a persone diverse da Renato Botti e Ranieri Guerra: a seguito di tale rilievo, il giornalista Thomas Mackinson riferisce del deposito, mentre il concorso era ancora aperto, di una scrittura con la previsione dell'esito presso un notaio. Il giorno della nomina, mentre a Roma veniva ufficializzato il risultato, con tanto di firma del Presidente del Consiglio, a Milano veniva aperto il plico bollinato il 1° agosto 2014, che conteneva, proprio i nomi di Botti e Guerra;
con riferimento alla nomina di direttore generale della programmazione sanitaria, i requisiti professionali indicati dal Ministro a base della procedura erano assolutamente specifici e clamorosamente aderenti al curriculum di Renato Botti: titolo di economista, requisito che da solo escludeva 3 quarti del personale dirigente del Ministero, "comprovata esperienza nella direzione di strutture organizzative complesse", "esperienza in istituzioni operanti in ambito sanitario, con particolare riferimento alla qualità dei servizi e alla collaborazione/integrazione pubblico e privato", esperienza nel settore della telemedicina, "comprovata esperienza anche di tipo operativo in materia di risanamento, riequilibrio economico-finanziario e riorganizzazione del sistema sanitario regionale";
Botti: è economista, è stato dal 1997 al 2002 direttore generale dell'Assessorato per la sanità della Regione Lombardia, è stato presidente del Gruppo Merceologico Sanità di Assolombarda, membro della commissione sanità di Confindustria e direttore generale della fondazione "Centro San Raffaele del Monte Tabor" a Milano, vanta un'esperienza dentro il consiglio di amministrazione di Molmed Spa e Telbios Spa, società partecipate dalla controllata Science-Park Raf e da primari gruppi industriali e finanziari italiani nel campo delle biotecnologie e della telemedicina e teleassistenza, è stato subcommissario regionale per il Lazio;
quanto alla nomina di direttore generale dell'area prevenzione, il bando richiedeva "comprovata esperienza professionale in istituzioni di sanità pubblica nazionali, europee e internazionali e nella gestione di progetti di cooperazione sanitaria nei Paesi in via di sviluppo". Tale requisito rispecchiava, perfettamente, il profilo professionale di Ranieri Guerra, che tra le altre cose è stato direttore sanitario presso l'Agenzia dell'Onu per i Profughi palestinesi (UNRWA);
valutato inoltre il costo maggiorato derivante dall'arruolamento di dirigenti esterni, stimato in oltre 260.000 euro all'anno, contro il solo differenziale stipendiale che avrebbe richiesto l'incarico ad un dirigente interno, stimato in un ordine compreso tra circa 100.000 euro lordi fino a 225.000 euro;
considerato che:
risulta agli interroganti la circostanza secondo la quale risorse funzionalmente dipendenti dal Ministero, attualmente dislocati in altri incarichi e in possesso di tutti i requisiti e delle competenze per ricoprire i ruoli oggetto del bando, erano disponibili al rientro in sede, ma non sono stati minimamente tenuti in considerazione;
pochi giorni prima dell'ufficializzazione delle nomine, la stessa Unione nazionale dei dirigenti di Stato (UNADIS) aveva espresso il proprio malumore con una lettera rivolta al Ministro in indirizzo in cui si leggeva «Siamo spettatori di una surreale passerella a favore di "soggetti esterni" che provengono da aziende private e da enti di ricerca che mancano dei requisiti di professionalità posseduti invece dai colleghi dirigenti che operano da anni e con valutazioni positive e potrebbero essere impiegati valorizzando le risorse interne e a costo zero»,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti riportati;
quali siano le ragioni per le quali la "procedura di interpello" per i ruoli di direttore generale della programmazione e della prevenzione abbia previsto dei requisiti tanto specifici da indurre il fondato sospetto che non sarebbero stati i requisiti a determinare il miglior candidato, ma il contrario, come se i nomi dei soggetti vincitori fossero già stati decisi;
perché si sia provveduto alla nomina di soggetti esterni anziché di risorse interne, soluzione che avrebbe comportato costi di gran lunga inferiori rispetto a quelli che l'amministrazione dovrà sostenere per gli incarichi attribuiti ad esterni.