Pubblicato il 21 gennaio 2025, nella seduta n. 264
PAROLI, GASPARRI, ROSSO, ZANETTIN, SILVESTRO, DAMIANI, TERNULLO, TREVISI
Il Senato,
premesso che:
secondo le ultime rilevazioni di Terna, nel 2024 i consumi elettrici italiani sono aumentati del 2,2 per cento rispetto al 2023. Lo scorso anno le fonti rinnovabili hanno registrato il dato più alto di sempre di copertura della domanda, pari al 41,2 per cento (rispetto al 37,1 per cento del 2023). Il valore è in aumento grazie al contributo positivo, in particolare, della produzione idroelettrica e fotovoltaica;
pertanto, la produzione di energia idroelettrica rappresenta una delle più importanti fonti di energia rinnovabile e programmabile, e svolge un ruolo strategico per garantire l’indipendenza e la sicurezza energetica nazionale;
l’Italia presenta una durata massima delle concessioni idroelettriche (40 anni) tra le più basse d’Europa e in alcuni Stati (Finlandia, Regno Unito, Norvegia, Svezia) le concessioni hanno durata illimitata;
l’Italia, inoltre, è uno dei pochi Paesi europei ad aver fatto ricorso a meccanismi di gara per le assegnazioni e i rinnovi delle concessioni, operando in un contesto europeo di non reciprocità, laddove altri Stati hanno prolungato la durata delle concessioni ovvero si sono opposti all’apertura del mercato in considerazione del fatto che l’acqua è una risorsa limitata e, pertanto, non soggetta alla direttiva sulla liberalizzazione del mercato elettrico;
considerato che:
nello svolgimento delle prime gare, oltre a numerosi e articolati ricorsi proposti da diversi soggetti per oggettive criticità delle discipline di gara, si è manifestato il forte interesse di operatori europei ed extraeuropei, con il rischio elevato che l’Italia possa perdere un asset strategico per la competitività industriale e tecnologica del Paese;
è fondamentale garantire una ripartenza degli investimenti per la manutenzione e l’ammodernamento delle centrali idroelettriche, con evidenti ricadute benefiche in termini non solo di produzione energetica, ma anche di tutela del territorio;
è evidente, pertanto, l’esigenza di introdurre dei meccanismi di prolungamento delle concessioni atti a favorire gli investimenti, attraverso la valorizzazione delle concessioni in essere; infatti, all’avvicinarsi della data di scadenza delle concessioni idroelettriche, di solito i titolari si limitano agli investimenti conservativi; al contrario, una rideterminazione della durata delle concessioni garantirebbe un dispiegamento notevole di investimenti per interventi di manutenzione straordinaria, al fine di incrementare la capacità produttiva e di stoccaggio, oltre a una maggiore efficienza delle infrastrutture e una migliore conservazione dei volumi di invaso;
l’aumento della produzione idroelettrica connessa ai nuovi investimenti consentirebbe di incrementare la copertura del fabbisogno energetico con fonti rinnovabili, ridurre le emissioni inquinanti e accrescere l’indipendenza energetica del Paese,
impegna il Governo ad avviare in Europa tutte le opportune interlocuzioni al fine di tutelare la filiera italiana dell’idroelettrico, anche attraverso la possibilità di una rimodulazione delle concessioni in essere a fronte di piani di investimento che garantirebbero importanti ricadute positive sia in chiave energetica che ambientale per il nostro Paese, eliminando in tal modo le asimmetrie normative di gestione degli asset energetici tra i diversi Stati membri.