Atto n. 3-03242

Pubblicato il 6 aprile 2022, nella seduta n. 423
Svolto nella seduta n. 424 dell'Assemblea (07/04/2022)

NUGNES - Al Ministro per il Sud e la coesione territoriale. -

Premesso che:

la riforma del Titolo V prevista dalla legge costituzionale n. 3 del 2001 ha introdotto all'articolo 116 della Costituzione, terzo comma, la possibilità di attribuire forme e condizioni particolari di autonomia alle Regioni a statuto ordinario, il cosiddetto regionalismo "differenziato o asimmetrico";

recenti dichiarazioni del Ministro per gli affari regionali, Gelmini, riportano il tema, dopo brusche accelerate e colpi di freno, sul tavolo del Governo con l'annuncio dell'imminente arrivo in Parlamento dell'apposito disegno di legge quadro, risultante anche dal lavoro di una commissione di studio appositamente costituita;

appare necessario che il provvedimento legislativo in corso di definizione, oltre a fornire una cornice di garanzie di trasparenza e omogeneità delle procedure di stipula, che al momento non ha, tenga conto innanzitutto e prioritariamente della determinazione, nelle materie oggetto di attribuzione, della definizione dei LEP (livelli essenziali di prestazione) previsti dalla legge n. 42 del 2009;

valutato che:

negli ultimi anni alcune Regioni, in testa Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna, hanno avviato autonomamente il percorso per la richiesta di condizioni particolari e molto allargate di autonomia, aprendo di fatto un ampio dibattito politico: sull'opportunità stessa di ulteriori autonomie regionali, alla luce dell'unitarietà della nazione; sulle modalità del coinvolgimento degli enti locali; sul ruolo del Parlamento e l'emendabilità in sede parlamentare della legge; sull'ampiezza delle materie da attribuire nell'attuazione dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, che rischia di minare: il rispetto del principio di sussidiarietà e di unitarietà della nazione (articolo 5 della Costituzione); il riequilibrio territoriale, senza peggiorare la disparità territoriale tra Nord e Sud (articolo 3 della Costituzione); la missione 5 del PNRR, "Inclusione e coesione", tesa al sostegno della parità di genere, al contrasto alle discriminazioni, all'incremento dell'occupazione giovanile, e soprattutto al riequilibrio territoriale e allo sviluppo del Mezzogiorno e delle aree interne,

si chiede di sapere:

se, nella persona della Ministra per il Sud ed al fine della tutela della questione territoriale, alla luce dei 22 anni dalla riforma del Titolo V, non si ritenga opportuno, viste le difficoltà e le disarmonie constatate da più parti tra i principi fondamentali della Costituzione (articoli da 1 a 12) e il Titolo V come riformato, valutare, come viene richiesto da più parti nel Paese, di promuovere una riforma costituzionale di revisione del Titolo V della Costituzione;

se, alla luce delle emergenze che il nostro Paese sta attraversando nell'ultimo triennio, che ha visto la necessità di istituire un Governo di emergenza nazionale, a causa della pandemia da COVID-19, dell'urgenza della definizione del PNRR e dell'emergenza climatica, dell'attuale guerra in Ucraina, che vede gli italiani estremamente e pericolosamente coinvolti, di un'inflazione galoppante a livelli mai visti negli ultimi dieci anni che ha raggiunto nell'eurozona punte del 7,5 per cento, condizioni particolarmente risentite nelle regioni del Sud Italia, il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno quantomeno posporre la definizione di questo progetto di legge;

se intenda almeno promuovere maggiore trasparenza e coerenza per l'iter di definizione della legge con consultazioni oltre che con le Regioni interessate, con il Parlamento, tutti gli enti territoriali e con il coinvolgimento della cittadinanza;

se intenda e in che modo, con riferimento alle condizioni riportate in premessa, adoperarsi affinché non si verifichino disparità tra Regioni che penalizzino in particolare quelle del Mezzogiorno, armonizzando gli interventi di differenziazione con un progetto che, pur nel rispetto delle maggiori autonomie regionali, preveda innanzitutto l'inderogabile preventiva definizione dei LEP, come previsto dalla legge n. 42 del 2009, garantendo su tutto il territorio nazionale, in modo uniforme, tutti i servizi e le prestazioni necessarie per un omogeneo e diffuso benessere del Paese, nel rispetto degli articoli 3 e 5 della Costituzione.