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Il Presidente: Discorsi

Visita ufficiale in Veneto: un orgoglio, una responsabilità, un atto doveroso

Discorso pronunciato a Palazzo Balbi (Venezia), sede della Regione Veneto

Consentitemi per prima cosa un caloroso saluto al Presidente Luca Zaia, che ha voluto questa giornata e con il quale, sono certa, avremo la possibilità di realizzare una collaborazione istituzionale piena ed improntata alla massima efficacia.

Per me essere qui oggi con voi in qualità di Presidente del Senato è un orgoglio, una responsabilità, un atto doveroso. È un orgoglio perché, pur rappresentando l'intera Nazione, non posso nascondere a me stessa che il cuore, quando si tratta di Veneto, batte forte, veramente forte.

In questi primi giorni di ruolo istituzionale sono state tante le domande sulla mia terra, numerosi i riferimenti alle personalità espresse dalla nostra Regione, tantissimi i cittadini veneti che mi hanno onorata con i loro messaggi augurali e le attestazioni di stima. Senza dimenticare come la mia storia personale e quella della mia famiglia si intrecci a doppio filo con questa terra, con le sue città, le sue unicità, le sue eccellenze.

Ho parlato invece di responsabilità perché, pur nella necessaria e doverosa terzietà che chi è chiamato a ricoprire ruoli istituzionali deve sempre avere, saremo chiamati, già nell'immediato futuro, a confrontarci con le reali necessità e con le aspettative di questo territorio.

Il Veneto ha dato tanto al Paese, continua e continuerà a farlo. È chiaro però che una Regione che ha visto una trasformazione economico-sociale senza precedenti e che oggi è chiamata a proiettarsi verso le nuove sfide che il futuro impone, possa senz'altro rivendicare un ruolo di primaria rilevanza a livello nazionale. È un atto dovuto perché essere il senatore di questo territorio, eletto proprio in questo collegio, è un fatto che allo stesso tempo mi gratifica e mi onora. È quindi per me particolarmente importante, e non solo da un punto di vista simbolico, aver avuto l'opportunità di svolgere proprio qui, oggi, con voi, la mia prima visita ufficiale come Presidente del Senato della Repubblica.

Nelle dichiarazioni che ho rilasciato in questi giorni, così come nel mio discorso di insediamento, ho più volte potuto ribadire la rilevanza che, nell'ambito dell'agenda politica dei prossimi mesi, assumerà il tema del completamento del riassetto del sistema delle autonomie.

In un'intervista pubblicata oggi ho voluto espressamente sottolineare la necessità di rilanciare il tema strategico della sussidiarietà e del rafforzamento del principio di buon andamento come stella polare del funzionamento della pubblica amministrazione e dei rapporti che devono caratterizzare i diversi livelli di governo.

Una direzione che anche e soprattutto da qui è stata individuata con l'iniziativa referendaria intrapresa per il conferimento di nuove deleghe normative e gestionali. Una scelta di reale e fattiva ispirazione costituzionale, che si coniuga proprio con quelle nuove esigenze che non possono essere dimenticate o derubricate. Si tratta di un aspetto strategico fondamentale, che riguarda tutto il Paese e che impatta direttamente sulla vita dei cittadini, sulla qualità dei servizi erogati dallo Stato e sulla natura stessa del mondo delle autonomie.

Mi auguro, quindi, che questo tema, in tutte le sue sfaccettature e pur nella consapevolezza della sua complessa declinazione, entri da subito nell'agenda politica del nuovo governo. Ma la questione è improcrastinabile ed è bene affrontarla con quello spirito costruttivo che, mi auguro, possa vedere concordi tutte le forze politiche.

Nel concreto si tratta di avere la possibilità di implementare i servizi, di poter costruire il futuro prestando attenzione all'evoluzione territoriale e all'innovazione produttiva, di modellare lo sviluppo intorno a quel concetto di sostenibilità che è ben saldo nelle politiche di governo locale e regionale e che merita di essere sostenuto dallo Stato in maniera concreta e virtuosa.

Vi ringrazio per la splendida accoglienza accordatami, ringrazio il presidente Zaia per aver fortemente voluto che fossi qui oggi e per avermi fatto sentire veramente 'a casa'.



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